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La commedia della vanità
di Elias Canetti
traduzione Bianca Zagari
regia Claudio Longhi
con Fausto Russo Alesi, Donatella Allegro, Michele Dell’Utri
Simone Francia, Diana Manea, Eugenio Papalia, Aglaia Pappas
Franca Penone, Simone Tangolo, Jacopo Trebbi
e con Rocco Ancarola, Simone Baroni, Giorgia Iolanda Barsotti
Oreste Leone Campagner, Giulio Germano Cervi, Brigida Cesareo
Elena Natucci, Marica Nicolai, Nicoletta Nobile, Martina Tinnirello
Cristiana Tramparulo, Giulia Trivero, Massimo Vazzana
violino Renata Lacko
cimbalom Sándor Radics
orari spettacolo
prima ore 20.00
martedì e venerdì ore 20.00
mercoledì e sabato ore 19.00
giovedì e domenica ore 17.00
durata 3 ore e 45 minuti complessivi
(prima parte 1h 5' - primo intervallo 10'
seconda parte 1h 5' - secondo intervallo 15'
terza parte 1h 10')
Claudio Longhi, in continuità con alcuni dei suoi ultimi lavori fra cui La resistibile ascesa di Arturo Ui, Il ratto d’Europa e Istruzioni per non morire in pace, accumunati tutti da una riflessione sull’idea di Europa nel nostro presente e nei primi anni del secolo scorso e sui rischi di uno sbandamento dittatoriale, porta in scena Elias Canetti, lo scrittore premio Nobel per la Letteratura nel 1981, che con la sua voce ha segnato profondamente il Novecento. «Per i suoi lavori caratterizzati da un’ampia prospettiva, ricchezza di idee e potere artistico», recita così la motivazione che ha accompagnato il premio.
Favola nera, racconto allegorico, distopia, La Commedia della vanità, è il testo scritto nel 1934 del premio Nobel per la Letteratura Elias Canetti, che oggi Claudio Longhi riporta in vita con un cast di due musicisti e ventitré interpreti, in una scena le cui fattezze ricordano un ambiguo circo-cabaret dal sapore rétro. La commedia della vanità racconta di una comunità il cui governo decide di vietare la vanità, e di punirla con la pena di morte. Ritratti, foto, specchi: tutto ciò che può in qualche modo farsi strumento di autocelebrazione viene bruciato in un grande falò, acclamato a gran voce dalla massa, che però di lì a poco si ritroverà nell’incubo della dittatura. In futuro ricorderemo questa come l’epoca dei selfie, pratica onnipresente tra narcisismo e autodeterminazione. Oggi Claudio Longhi ci accompagna in una densa riflessione sull’ambiguità e sul potere dell’auto-rappresentazione: esiste una possibilità di riconoscerci in una nostra immagine, senza dissolverci nella vacuità di quello stesso riflesso? Claudio Longhi è regista, docente universitario, saggista, critico e direttore artistico. Fautore di un teatro comunitario e politico, al percorso accademico affianca da sempre l’impegno teatrale, lavorando nel campo della regia, della formazione del pubblico e della ricerca. Dal 2017 è direttore di Emilia Romagna Teatro Fondazione.
drammaturgo assistente Matteo Salimbeni
assistente alla regia Elia Dal Maso
assistente ai costumi Rossana Gea Cavallo
preparazione al canto Cristina Renzetti
scene costruite nel Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
foto di scena Serena Pea
si ringraziano Giovanni Zagari e Giovanna Cermelli
si ringrazia per la collaborazione Luca Napoli
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale
Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Fondazione Teatro della Toscana, LAC Lugano Arte e Cultura
nell’ambito del progetto “Elias Canetti. Il secolo preso alla gola”
Sala Squarzina, 31 gennaio 2020
ROGHI DI LIBRI
da Canetti alla Pecora Elettrica
Assemblea cittadina sui presidi culturali a Roma
in collaborazione con Dominio Pubblico
ore 17.00 ingresso libero con prenotazione obbligatoria
prenota
partecipano
Claudio Longhi (regista de La Commedia delle vanità)
Lisa Natoli (regista)
Christian Raimo (assessore III Municipio) / collettivo Grande come una città
Alessandra Artusi e Danilo Ruggeri (La pecora elettrica)
Tommaso De Angelis (Zalib)
e alcuni membri della rete di associazioni culturali di Centocelle
Tiziano Panici (Dominio Pubblico)
coordina Graziano Graziani
Elias Canetti ha scritto La commedia delle vanità tra il 1933 e il 1934 ispirandosi ai bücherverbrennungen, i roghi di libri nazisti. Partendo da questo spunto, il Teatro di Roma ha voluto organizzare un incontro assemblea che racconterà la genesi della commedia ma rifletterà anche sui "roghi di libri contemporanei", da quelli reali – come il caso della libreria indipendente Pecora Elettrica – a quelli metaforici dei tanti presidi culturali – teatri, librerie, spazi sociali – che chiudono a Roma a causa di vari fattori, da quelli economici a quelli criminali all'assenza di un piano di sostegno ai presidi culturali da parte delle politiche locali e nazionali.
Un momento di incontro pubblico per discutere, partendo da una commedia di 80 anni fa, su cosa sta succedendo oggi nella città.
Sala Squarzina, 8 febbraio 2020
BRUNCH CANETTI
Il frutto del cuoco (banchetto-spettacolo)
Una proposta conviviale, che unisce il modello della “cena sociale” e del convivio filosofico - in cui una comunità si ritrova a consumare un pasto - a letture sceniche appositamente preparate, che si inframezzano ai vari momenti del pasto. Il titolo è un richiamo beffardo a Il frutto del fuoco, una delle opere più rappresentative di Elias Canetti, in cui si sperimenta una modalità fortemente partecipativa in cui quattro attori e attrici interpreti dello spettacolo coinvolgono gli spettatori/commensali in una drammaturgia per voci e corpi che attraversa le tematiche care a questo grande autore.
con Michele Dell'Utri, Simone Francia, Diana Manea e Jacopo Trebbi
ore 12.00 ingresso libero con prenotazione obbligatoria
prenotazione obbligatoria a atelier@teatrodiroma.net
gli spettatori sono invitati a portare una pietanza da condividere con gli altri commensali (sia dolce che salata)
In collaborazione con Dominio Pubblico
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