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FLUX - FESTIVAL LITUANO DELLE ARTI
TRANS TRANS TRANCE
regista e scene Kamile Gudmonaite
cast Dovile Kundrotaite, Jovita Jankelaityte, Adele Suminskaite
direttore tecnico Mindaugas Repsys
suono & luci Vladislav Bajaznyj
attrezzeria & costumi Barte Liagaite
direttore di scena Tomas Ivanauskas
sottotitolaggio Aurimas Minsevicius
amministratore di compagnia Audra Zukaityte
orario spettacolo
inizio ore 18.00
durata 1 ora 30 minuti
biglietti 15 euro intero - 10 euro ridotto
Lingua lituana con sottotitoli in italiano
programma Festival fluxfestival
15 maggio 2018 - foyer della sala A
La regista Kamile Gudmonaite incontra il pubblico
dopo lo spettacolo
In collaborazione con Dominio Pubblico
Produzione OKT / Teatro della città di Vilnius
Teatro di Roma – teatro Nazionale (Italia), OKT / Teatro della città di Vilnius, Istituto Lituano di Cultura (Lituania)
Trans Trans Trance è uno spettacolo sulla femminilità, la sessualità, che si allontana dagli stereotipi e si incentra sulla libertà di essere davvero chi si è. Che cos’è la femminilità in generale? Essere una donna significa dover conformarsi a una regola comune generalmente accettata? Ho la sensazione che la percezione binaria dei sessi rafforzi gli stereotipi.
A fine spettacolo alcuni spettatori si domandano: “È così che una donna crea?” Ripeto spesso che la regia è una professione molto materna, poiché richiede sensibilità psicologica, dedizione e amore verso coloro con cui lavori.
Lo spettacolo nasce dal tema della femminilità e dalla domanda: “Che cos’è una donna?” Da un confronto con le attrici, ci siamo rese conto che non era sufficiente parlare solo delle donne e di stereotipi. Era necessario accantonare la femminilità e distogliere l’attenzione dal genere. Trans Trans Trance è uno spettacolo autobiografico concepito da donne: abbiamo evitato in modo deliberato l’argomento della mascolinità, perché desideravamo condividere le nostre esperienze personali.
Non abbiamo tenuto audizioni: ho deciso di invitare le uniche ragazze del corso per attori del regista Gintaras Varnas. Io stessa ero l’unica ragazza del corso di regia teatrale sempre diretto da Varnas. Quando abbiamo iniziato a parlarne, ci siamo accorte che avevamo molto da dire. Le attrici sono state coraggiose: l’argomento stesso lo ha reso possibile. Attraverso la recitazione queste donne si sono rivelate in una luce completamente diversa.
Nel portare in scena Timone di Atene di William Shakespeare, ho sentito che sarebbe trascorso parecchio tempo prima di affrontare nuovamente un'altra opera classica. Per quanto ami i grandi lavori del passato, al momento lavoro con materiale che si ispira alla vita attuale. Organizziamo colloqui con donne attiviste, transgender, raccogliamo commenti e storie vere, andiamo per strada e poniamo domande, scriviamo e discutiamo tra noi. In questo caso, l’oggetto della rappresentazione non è la drammaturgia, ma la società.
Molte persone hanno bisogno di storie per identificarsi con i loro eroi, ma non mi interessava dar vita a personaggi omogenei, portare in scena una storia lineare: in questo spettacolo i personaggi sono costruiti e decostruiti, per privare gli spettatori di qualsiasi meccanismo di identificazione. Con questa opera ho desiderato allontanarmi in modo intuitivo dal genere di teatro che mi è stato insegnato a scuola.
Oggi mi interessa ciò che accade davvero. Mi incuriosisce la vita, così com’è, e non il modo in cui viene rappresentata in letteratura. Mi interessano i problemi sociali reali vissuti nelle strade, problemi che sono considerati ancora un tabù. Voglio parlare di cose che sono un dito nella piaga per il pubblico e analizzarle da tutte le angolazioni.
Pertanto, abbiamo scritto i testi dello spettacolo noi stesse, abbiamo selezionato il materiale in base a ciò che desideravamo dire sull’argomento. Volevo che la prospettiva personale di ciascuno di noi si riflettesse nello spettacolo e, quest’opera teatrale non è mia: è un figlio che condividiamo.
Kamilė Gudmonaite
Kamilė Gudmonaitė (classe 1992) si diploma in regia teatrale alla scuola di regia dell’Accademia di Musica e Teatro lituana (diretta da Gintaras Varnas); è una solista e cantautrice del duo musicale Kamanių Šilelis. Ha debuttato nell’opera Dreamspell (Teatro Nazionale Lituano), ispirata a Il sogno di August Strindberg, che ha vinto il primo premio al Festival teatrale di Spoleto. Lo spettacolo del suo debutto come regista teatrale ha ricevuto il premio per la migliore regia al Festival “Encounter” (Brno, Repubblica Ceca) oltre al premio del pubblico. Kamilė Gudmonaitė, una delle più promettenti registe teatrali lituane della nuova generazione, ha diretto anche God is a DJ (Dio è un DJ) da un’opera teatrale del drammaturgo tedesco Falko Richter (OKT/Teatro di Vilnius) e Timon ispirato a Timone di Atene di William Shakespeare (Teatro Nazionale Lituano).
OKT/Teatro di Vilnius
Nel 1998 il regista Koršunovas, insieme ad altri che condividevano il suo pensiero, ha fondato un teatro indipendente denominato Oskaras Koršunovas Theatre, noto anche come OKT. Con l’aiuto di registi ospiti ha dato vita a un repertorio che include teatro contemporaneo e rappresentazioni classiche. Il credo del regista di portare in scena classici e contemporanei, riconoscendo ciò che è universale e senza tempo o ciò che è rilevante oggi, è stato paradigmatico di quel particolare periodo creativo. Per il regista, il teatro contemporaneo deve riflettere il presente e a volte anche guardare oltre, predire il futuro e fungere da monito.
Shopping and Fucking di Mark Ravenhill, Sogno di una notte di mezza estate e Romeo e Giulietta di William Shakespeare, Faccia di fuoco di Marius von Mayenburg, Il maestro e Margherita di Mikhail Bulgakov, Edipo Re di Sofocle, Playing the Victim dei Fratelli Presnyakov, e altri spettacoli, sono divenuti pietre angolari del repertorio dell'OKT e dei suoi tour europei. Ogni anno l'OKT è in scena in oltre dieci diversi teatri in diverse parti del mondo. Da qui il suo motto: solo essendo “là” possiamo essere “qui”.
RECENSIONI
Identità fluida dello spettacolo e degli/delle spettatori/spettatrici
Ieva Tumanovičiūtė
Lo spettacolo, che ha inizio con una riflessione sul genere femminile, finisce per affrontare l’argomento del transgenderismo.
Si tratta di un collage i cui diversi pezzi non vengono uniti su una superficie piana, ma nell’arco del tempo. Le attrici sono “trans” poiché si trasformano sul palcoscenico in modo dinamico da uno stato all’altro. In questo processo, inevitabilmente, anche il pubblico si trasforma.La trasformazione del corpo femminile in un oggetto di desiderio sessuale trova il suo culmine nella recitazione di Adelė Šuminskaitė. L’episodio, che giunge inaspettato, colpisce per il suo impatto fisico. Eliminato l’abito rosa, l’attrice si trasforma in un’incarnazione della rabbia, della lussuria e della frustrazione soppresse, gli spasmi dei muscoli le deformano il corpo e la sua postura non appare più “normale” o accettabile per il canone occidentale…
Alla ricerca dell’identità nelle trasformazioni
Laura Šimkutė
Nello spettacolo, l’argomento dei queer si riflette nell’analisi della situazione di una donna (che rappresenta le persone transgender) che desidera essere un uomo, incarnando problemi irrisolti che vanno affrontati.
Lo spettacolo inizia con la risposta “Io sono…” e finisce analogamente. Suggerisce che nessuno è nato nel proprio corpo – sia esso maschile o femminile – e pertanto, ciò che conta è che dopo tutte le trasformazioni giungiamo a scoprire la nostra identità senza perderla mai.
Rifiutare o includere?
Arūnas Peškaitis
Kamilé non si interroga sulla femminilità, ma rivela come si esprime in modi diversi. La sua recente messa in scena non parla esclusivamente di transessualità, ma dello sviluppo della femminilità in una persona la cui identità sessuale è parte integrante di sé. Non nasciamo esclusivamente uomini e donne, dobbiamo anche diventare tali. Dopo tutto, una persona non è un’entità statica ma un processo, uno sviluppo nel quale scopre sé stesso. Lo spettacolo estremo di Kamilé Trans Trans Trance affronta tutto ciò.
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