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La classe operaia va in paradiso
liberamente tratto dal film di Elio Petri
(sceneggiatura Elio Petri e Ugo Pirro)
di Paolo Di Paolo
regia Claudio Longhi
scene Guia Buzzi
costumi Gianluca Sbicca
luci Vincenzo Bonaffini
video Riccardo Frati
musiche e arrangiamenti Filippo Zattini
regista assistente Giacomo Pedini
assistente alla regia volontario Daniel Vincenzo Papa De Dios
con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell'Utri, Simone Francia,
Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Franca Penone, Simone Tangolo, Filippo Zattini
foto di scena Giuseppe Distefano
si ringraziano per i materiali di studio e iconografici
Fondazione Cineteca di Bologna, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Gramsci Emilia-Romagna
si ringrazia Aglaia Pappas per la presenza in audio
si ringrazia Paola Pegoraro Petri
si ringrazia il Gruppo Editoriale Minerva RaroVideo
22 maggio ore 17.00 - Sala Squarzina - ingresso libero
Lavoratori, buongiorno!
Presentazione di La classe operaia va in paradiso
Introduce
Antonio Calbi, Direttore del teatro di Roma
Intervengono
Claudio Longhi, regista dello spettacolo
Paolo Di Paolo, drammaturgo dello spettacolo
Maurizio Landini, Segretario confederale CGIL
e con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell'Utri, Simone Francia, Lino Guanciale, Diana Manea, Eugenio Papalia, Franca Penone, Simone Tangolo, Filippo Zattini
interpreti dello spettacolo
In occasione del debutto romano dello spettacolo, Claudio Longhi, Paolo Di Paolo, Maurizio Landini e gli attori dello spettacolo dialogano su teatro e lavoro, tra le utopie di un'Italia smarrita e il desiderio ancora vivo di narrare le nostre quotidiane "fatiche", le sfide complesse che ci attendono nell'apparente semplicità di ogni giorno.
orari spettacolo
prima ore 21.00
martedì e venerdì ore 21.00
mercoledì e sabato ore 19.00
giovedì e domenica ore 17.00
lunedì riposo
durata 2 ore e 30' più intervallo
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
"Con il mio film sono stati polemici tutti, sindacalisti, studenti di sinistra, intellettuali,
dirigenti comunisti, maoisti. Ciascuno avrebbe voluto un’opera che sostenesse le proprie
ragioni: invece questo è un film sulla classe operaia."
Elio Petri, 1972
Alla sua uscita nelle sale cinematografiche nel 1971, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri riuscì nella difficile impresa di mettere d'accordo gli opposti. Industriali, sindacalisti, studenti, nonché alcuni dei critici cinematografici più impegnati dell'epoca, si ritrovarono parte di uno strano fronte comune contro il film. E la pellicola non ha così avuto una grande fortuna in Italia, nonostante la Palma d'Oro a Cannes e la galleria di stelle presenti, fra cui Gian Maria Volonté, Mariangela Melato e Salvo Randone.
La vicenda dell'operaio Lulù Massa, stakanovista odiato dai colleghi, osannato e sfruttato dalla fabbrica BAN, che perso un dito scopre per un istante la coscienza di classe, si intreccia qui con le vicende che hanno accompagnato la genesi e la ricezione contestatissima del film. Infatti, accanto ai grotteschi personaggi della pellicola, si alternano sulla scena lo sceneggiatore e il regista, qualche spettatore e alcune figure curiose e identificative della nostra letteratura a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta.
Lo spettacolo è costruito attorno alla sceneggiatura di Elio Petri e Ugo Pirro, ai materiali che ripercorrono la loro officina creativa, a come il film è arrivato al pubblico di ieri e di oggi, e a piccoli capolavori della letteratura italiana di quegli anni, ricomposti in una nuova tessitura drammaturgica dallo scrittore Paolo Di Paolo. Il tutto poi è intessuto dentro le seducenti e algide geometrie musicali di Vivaldi, rielaborate originalmente per l'occasione e “rotte” qua e là da canzoni dolci e amare dell'Italia alla fine del boom.
A quasi cinquant’anni dal suo debutto sui grandi schermi, ERT sceglie di tornare allo sguardo scandaloso ed “eterodosso”, ferocemente grottesco, del film di Petri per provare a riflettere sulla recente storia del nostro Paese, con le sue ritornanti accensioni utopiche e i suoi successivi bruschi risvegli.
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