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Ragazzi di vita
di Pier Paolo Pasolini
drammaturgia Emanuele Trevi
regia Massimo Popolizio
con Lino Guanciale e Sonia Barbadoro, Giampiero Cicciò
Roberta Crivelli, Flavio Francucci, Francesco Giordano, Lorenzo Grilli
Michele Lisi, Pietro Masotti, Paolo Minnielli, Alberto Onofrietti
Lorenzo Parrotto, Cristina Pelliccia, Silvia Pernarella
Elena Polic Greco, Francesco Santagada, Stefano Scialanga
Josafat Vagni, Andrea Volpetti
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi
canto Francesca della Monica
video Luca Brinchi e Daniele Spanò
assistente alla regia Giacomo Bisordi
orari spettacolo
prima ore 21.00
martedì e venerdì ore 21.00
mercoledì e sabato ore 19.00
giovedì e domenica ore 17.00
25 dicembre ore 19.00
26 dicembre ore 21.00
IL 31 DICEMBRE FESTEGGIA INSIEME A NOI!
23 - 24 dicembre e 1 gennaio riposo
durata 1 ora e 45'
Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2017 come migliore spettacolo della stagione;
Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2017 come migliore regia;
Premio della Critica Teatrale Italiana 2017 come migliore regia;
Premio Ubu 2017 per la migliore regia
"Un ritratto in presa diretta del romanzo che travolge come un’onda gli spettatori,
sfiorati dalla dolcezza furiosa e dall’impulsiva esplorazione del mondo di questi Ragazzi di vita"
Dopo lo straordinario successo della scorsa stagione, ritorna Ragazzi di vita, vero e proprio kolossal di vitalità anarchiche diretto da Massimo Popolizio, regista di grande competenza e inventiva, che ha realizzato uno spettacolo potente e comunicativo, preso d’assalto da un pubblico entusiasta, ampio ed eterogeneo (circa 15.000 spettatori!). L’energia travolgente di quel piccolo popolo di ragazzi, protagonisti del primo celebre romanzo di Pier Paolo Pasolini, da cui Emanuele Trevi ha tratto una drammaturgia che ne restituisce il suo lirismo e la sua ferocia, trascina gli spettatori all’interno delle loro esistenze di borgata. Riccetto, Agnolo, Begalone, Alvaro, e ancora il Caciotta, lo Spudorato, Amerigo, sono orfani d’innocenza che agguantano la vita a piene mani, riversando per le strade le loro vivacità emarginate, con continue sovrapposizioni di spregiudicatezza e pudore, violenza e bontà, brutalità e dolcezza. Racconti di vite, voci e vicende, suddivisi in diversi episodi e archi temporali, si snodano in un affresco polifonico sul quale sorvola Lino Guanciale, un “narratore” che si aggira come uno “straniero” in visita a rendere possibili e visibili tutte le scene. «Ho cercato di dar vita ad uno spettacolo corale – afferma Massimo Popolizio – in cui gli attori vengono proiettati in situazioni che si passano da testimone a testimone, e in cui i vari pezzi sono assemblati da un furore collettivo che fa da collante allo svolgersi della storia.»
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