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Dall’8 all’11 settembre al Teatro India di Roma
in prima nazionale
PRIMA DELLA BOMBA
di Roberto Scarpetti
regia César Brie
con Andrea Bettaglio, Catia Caramia,
Massimiliano Donato, Marco Rizzo, Umberto Terruso
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale e Campo Teatrale
con il sostegno di Roma Capitale,
nell’ambito delle manifestazioni realizzate in occasione del Giubileo della Misericordia
in collaborazione con Short Theatre 11
Viaggio nella conversione all’Islam per Roberto Scarpetti, in prima nazionale con il suo nuovo lavoro Prima della bomba. Un testo più che mai attuale, che riflette sul senso di appartenenza, sull’esigenza di sentirsi coinvolti in qualcosa, sulla confluenza delle nuove generazioni verso il radicalismo islamico e sulle differenze culturali tra Occidente e Oriente. Diretto dall’argentino César Brie, lo spettacolo racconta dall’interno una conversione che ha virato verso un credo più radicale e integralista, ripercorrendo la crisi personale e dell’ideologia di chi voleva cambiare il mondo credendo che fosse in atto una nuova Shoah, con i musulmani al posto degli ebrei e con l’Occidente a fare la parte dei Nazisti.
Una produzione Teatro di Roma e Campo Teatrale, in scena dall’8 all’11 settembre al Teatro India, nell’ambito delle manifestazioni realizzate in occasione del Giubileo della Misericordia e in collaborazione con Short Theatre 11.
Siamo in una affollatissima metropolitana di una grande città, Davide, 22 anni, viso da bravo da ragazzo, coperto dal cappuccio della sua felpa, è pronto a farsi esplodere. Nel suo zaino c’è un ordigno artigianale. Prima della bomba indaga e va alla ricerca dei motivi e delle cause che hanno portato il giovane a convertirsi all’Islam, a realizzare l’ordigno con i suoi amici Karim e Rafiq, rispettivamente un italiano convertito e un fondamentalista afgano, e a farsi saltare in aria. L’inquadramento ideologico è molto preciso e la propaganda sembra aver fatto presa su chi, come Davide, pensava di voler cambiare il mondo. Quante sono le vittime civili, uomini, donne e bambini, che ogni giorno vengono uccise dai droni degli Stati Uniti? Quanti i musulmani innocenti che muoiono inutilmente? E per questo Davide, Karim e Rafiq sentono di dover fare qualcosa, sentono di dover aiutare i loro fratelli musulmani in nome della Ummah, la nazione islamica.
Ma la fede di Davide non è sempre stata integralista. “Prima”, appena convertito, cercava “altro”: un senso di appartenenza, qualcosa in cui sentirsi coinvolto e che lo aiutasse a uscire da un periodo di crisi personale. E l’aveva trovato nella sua nuova religione e negli amici conosciuti in moschea, in Ahmed e Jussuf, che gli hanno insegnato a pregare, a fare le abluzioni, a pronunciare le parole della preghiera. Come una vera nuova famiglia, mentre stava uscendo da quella di provenienza, Ahmed e Jussuf hanno provato, inutilmente, a metter Davide in guardia sull’integralismo. Così, Prima della bomba nasce da una serie di domande: cosa trovano i ragazzi europei nell’Islam che non riescono a trovare nella loro cultura di appartenenza? Possono le nostre conformiste società occidentali dare un nuovo spazio al dissenso giovanile? O forse sono questi giovani costretti a cercare in culture lontane dall’Occidente uno sfogo alla loro voglia di cambiare il mondo? Sono domante che al giorno d’oggi, e in vista degli ultimi tragici eventi, acquistano un significato profondo, e alle quali il lavoro di Roberto Scarpetti prova a dare una risposta, conducendo gli spettatori verso una profonda riflessione.
Roberto Scarpetti - Autore di Viva l’Italia, le morti di Fausto e Iaio, testo con cui ha vinto la Menzione speciale Franco Quadri al Premio Riccione 2011, il Premio Franco Enriquez 2014 per la drammaturgia, lui ha ricevuto la nomination quale autore di novità italiana al Premio le Maschere del Teatro Italiano 2015, e che nel gennaio 2016 è stato trasmesso in versione radiofonica su France Culture. È autore di Roma/est andato in scena nel 2014 e nel 2015 al Teatro Argentina all'interno dello spettacolo collettivo Ritratto di una capitale, ideato da Antonio Calbi e Fabrizio Arcuri. Ha firmato la sceneggiatura di Giochi d’estate, film presentato alla 68a Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia, con cui ha vinto nel 2012 il Quarz Swiss Film Prize per la miglior sceneggiatura. Dal 2011 è membro della giuria del premio Franco Solinas.
César Brie – Attore e regista argentino, fondatore nel 1972 della Comuna Baires, è costretto ad autoesiliarsi a Milano nel 1974 a causa delle persecuzioni operate dalla dittatura militare. Dopo il 1975 crea a Milano il Collettivo teatrale Tupac Amaru, tra gli spettacoli prodotti Ehi con Danio Manfredini. A seguito dell’esperienza nel gruppo Farfa e nell’Odin Teatret, fonda in Bolivia il Teatro de Los Andes, col quale realizza opere esemplari che partono dalla storia o dai classici, ma calate profondamente nell’attualità (come Romeo e Giulietta, Ubu in Bolivia, Solo gli ingenui muoiono d’amore, Dentro un sole giallo, Fragile, Otra vez Marcelo, l’Iliade, Odissea). Nel 2010 lasca la Bolivia a causa delle minacce di morte ricevute dopo il suo documentario Tahuamanu (nel quale svela cosa è realmente accaduto l’11 settembre 2008 in Bolivia). Attualmente vive e lavora in Italia come pedagogo e come autore/attore/regista, tra i suoi lavori: Il mare in tasca, Solo gli ingenui muoiono d’amore.
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