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L'ESPOSIZIONE UNIVERSALE
di Luigi Squarzina
regia e impianto scenico Piero Maccarinelli
con Luigi Diberti, Stefano Santospago
e con gli interpreti del
Corso di Perfezionamento per Attori
della Scuola del Teatro di Roma (in ordine di apparizione)
Maria Teresa Campus, Paride Cicirello, Nicola Sorrenti, Alice Spisa
Laurence Mazzoni, Carmine Fabbricatore, Giulio Maria Corso
Stefano Scialanga, Sara Pallini, Gregorio De Paola
Arianna Di Stefano, Antonietta Bello, Jacopo Uccella
Vincenzo D’amato, Michele De Paola, Michele Lisi, Pietro Masotti
costumi Gianluca Sbicca
musiche Antonio Di Pofi
immagini Istituto Luce
scelte da Roland Sejko
montaggio Luca Onorati
orari spettacolo
ore 21.00
15 ottobre e domenica ore 18.00
lunedì riposo
Lo spettacolo ha ricevuto il Premio Enriquez-Città di Sirolo 2015 per la miglior regia nelle categoria Teatro di impegno sociale e civile - sezione Nuovi linguaggi
Se la drammaturgia è descrivere o commentare, riflettere la cultura la realtà umana e sociale del proprio tempo, conservare la memoria e intuire la possibilità che gli accadimenti, quando rimossi nella memoria, si ripresentino, l’opera di Luigi Squarzina L’Esposizione universale scritta nell’immediato dopoguerra e ambientata nel 1946 negli spazi dell Eur 42, è drammaturgia pura e di ampio valore.
Del resto già nel 1949 una giuria presieduta da Eduardo De Filippo e costituita da Visconti, Stoppa, Costa e Pandolfi attribuì al testo il Premio Gramsci.
Siamo di fronte ad un alto esempio di Teatro Documento con ispirazioni neorealiste ed un esempio di Teatro civile.
La condizione umana di un gruppo di sfollati che occupano gli spazi dell’Esposizione, il loro quotidiano sforzo per ricominciare dopo il periodo bellico, fra amori e storie di famiglia, si intrecciano con gli interessi più speculativi di affaristi senza scrupoli che han ben capito quale potrà essere lo sviluppo economico di quell’area nel periodo della ricostruzione.
Insomma Squarzina pone una serie di problemi sia a chi enfatizza il periodo fascista sia a chi antagonisticamente ne sfrutta la disfatta a fini speculativi.
Da un lato storie familiari e storie individuali, dall’altro conflitti ideologici, degrado sociale sullo sfondo la Storia o meglio un pezzo di storia del nostro paese.
Velleitarismi ideologici e losche speculazioni “La società per andare avanti non può aspettare che tutti si mettano al passo” dirà ad un certo punto uno dei personaggi chiave della commedia, Barzillai giornalista infiltrato per fini speculativi e affaristici nel campo.
Insomma una testimonianza lucida e civile che ci ricorda le dinamiche comportamentali di individui e gruppi sociali, nella nostra società, di fronte al Progresso.
Un monito a non dimenticare il nesso imprescindibile fra individuo e società di fronte al “Progresso” un’incitazione a non essere passivi di fronte a scelte politiche, per non perdere di vista la responsabilità delle scelte - soprattutto collettive - un incitamento ad essere noi stessi - soprattutto i giovani protagonisti delle scelte civiche.
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