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TEATRO ARGENTINA
coreografia Virgilio Sieni
Romaeuropa Festival
prima assoluta
interpretazione e collaborazione
Giulia Mureddu, Sara Sguotti
Jari Boldrini, Ramona Caia
Maurizio Giunti, Giulio Petrucci
Claudia Caldarano, Marjolein Vogels
musiche di Daniele Roccato eseguite dal vivo dall’autore
luci Fabio Sajiz, Virgilio Sieni
costumi Giulia Bonaldi
orari spettacolo
sabato ore 19.00
domenica ore 17.00
durata
60 minuti
produzione 2014 Compagnia Virgilio Sieni
collaborazione alla produzione Ert Emilia Romagna Teatro, Romaeuropa Festival
in collaborazione con Teatro di Roma
La Compagnia è sostenuta dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Toscana, Comune di Firenze
Virgilio Sieni è uno dei coreografi italiani che si è imposto sulla scena internazionale grazie a una danza dove sapientemente intreccia la poesia del gesto e del movimento con l’esplorazione dell’umano, delle sue debolezze e fragilità.
. Pochi coreografi hanno saputo trarre ispirazione da testi scritti, spaziando sui più vari argomenti, quanto Virgilio Sieni: basterà ricordare i suoi recenti spettacoli su Tristi tropici di Claude Levi Strauss, Pinocchio di Carlo Collodi, De Anima di Aristotele, De rerum natura di Lucrezio. Per Dolce Vita il coreografo fiorentino si confronta con le sacre scritture e in particolare con quella serie di episodi che formano la passione di Cristo: tuttavia come nel suo stile il testo è punto di partenza per una ispirata ricerca coreografica.
«Sono cinque quadri coreografici – spiega Sieni a proposito di Dolce vita – ciascuno dei quali si inoltra nel racconto evangelico della passione di Gesù e allo stesso tempo ricerca il senso della comunità attraverso un arcipelago di avvicinamenti, tangenze, riconoscimenti, solidarietà, complicità, sguardi». Annuncio, Crocifissione, Deposizione, Pietà, Resurrezione sono i titoli dei cinque quadri che andranno a formare il polittico, un tracciato attraverso «il dolore e la bellezza, la pietà e la leggerezza», una nuova tappa che Sieni ha intrapreso nella ricerca. L’esplorazione del gesto, della genealogia del movimento come archeologia spirituale sono la cifra del lavoro di un coreografo che, agli stimoli e al rigore intellettuale, sa unire visioni poetiche e liriche di grande fascino.
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