Sogno di una notte di mezza estate

drammaturgia  Dubravko Mihanovic
scene NUMEN
costumi Jelena Prokovic
musiche  Kiril Džajkovski
coreografie  Daša Rashid

con Hrvoje Klobučar, Ksenija Pajić, Janko Rakoš, Franjo Dijak, Sven Šestak, Ivana Roščić, Nataša Janjić, Nenad Cvetko, Ozren Grabarić, Đorđe Kukuljica, Darko Milas, Sinisa Ružić, Pero Kvrgić, Christian Rene Peter, Iva Dragan Peter, Jadranka Žinić Mijatović

Gavella - Gradsko Dramsko Kazaliste, Zagabria

spettacolo in lingua croata con sopratitoli in italiano a cura di Raggio Verde s.r.l.

orari spettacolo
1_2 febbraio ore 21.00

La storia si dipana intorno a tre fili narrativi: la trama cortese (dove oltre a Teseo e Ippolita, i ruoli principali sono quelli delle due coppie di amanti), il mondo delle "crude macchinazioni" (con la messa in scena dell'amore tragico di Priamo e Tisbe) ed il mondo fatato (con Oberon, Titania, Puck e le altre fate ed elfi), che coinvolgerà gran parte della compagnia  e che esigerà in primo luogo ed in modo particolare che gli attori "recitino" e si lascino catturare dal dialogo incessante con questi esemplari personaggi shakespeariani.

La sapiente vibrante vitalità elle "macchinazioni", l'eterea alterità del mondo fatato e la classicità delle scene ateniesi sembrano un ideale banco di prova per l'eclettico  Alexander Popovski, il quale ha lavorato oltre che in Macedonia anche in vari teatri europei.

Nel 2006 al Teatro India di Roma, Aleksandar Popovski ha presentato Carne Selvaggia di Goran Stefanovski e il Don Giovanni di Molière nell'ambito della rassegna Post Jugoslavia, organizzata dal Teatro di Roma.

DALLA STAMPA

''...ha una tale carica da esplodere in una polifonia recitativa, musicale, scenografica; in un'ira che consuma l'intero palcoscenico e arriva a contagiare il pubblico, che diviene l'unico sogno del regista."

"Il cast ha effettuato un lavoro meraviglioso. Succede raramente che ad ogni attore venga regalato il proprio momento artistico, ma questa volta accade davvero." (Andrija Tunjic, ''Vjesnik'')

''Lascia senza fiato. (...) sembra che l'intera produzione sia cosparsa di una lieve polvere magica brechtiana che ci lascia con l'impressione che il teatro vada ben oltre la mera recitazione." (Jasen Boko, ''Globus'')