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L’ORIGINE DEL MONDO, ritratto di un interno.
scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Concita De Gregorio, Lucia Mascino, Alice Redini
info e orari
prima, martedì e giovedì ore 20.00
mercoledì e sabato ore 19.00
domenica ore 17.00
lunedì riposo
durata
1° atto 50 minuti - intervallo 15 minuti
2° atto 40 minuti - intervallo 5 minuti
3° atto 35 minuti
Il ritorno del perturbante
Nel 2011, vincendo 3 premi UBU nel 2012, nasce la prima versione di Origine del mondo, ritratto di un interno. Nel 2024, in una versione rivisitata da questi tempi umbratili e dal nuovo cast, decido con il Teatro di Roma, di riallestire quel perturbante domestico che cercherà di integrare i traumi legati a un tempo recente, presente, indubbiamente nevrastenico. Presente che non si ferma a riflettere, che rimuove, che tira avanti “come se”, pur sapendo benissimo che quel “come se “non vale più niente.
Di fronte al tempo, alle crisi, alle mutazioni esistenziali
Magari sotto pressione, impotente, spesso isolato
Comunque inadeguato al rapporto ma lo stesso presente.
Decisamente depresso e si vede, uno fa fatica però vive, trova strategie, si inventa.
Si tratta di reagire.
O al meglio: adattarsi.
Come si sta di fronte alle cose, quando peggio del rapporto con Uno, c’è solo il rapporto con gli Altri?
Lo sappiamo? Lo possiamo sapere? Esiste un IO generico guida?
Non so. Non mi pare. Da qui non mi azzardo alla teoria.
Passiamo allora allo studio di un caso.
Daria non esce più. Da qui, dalla tana, constata che lei di umano ne conosce veramente solo uno, convivono nello stesso corpo, e a volte si distrae anche da lui. Se lo perde, non lo capisce.
Questa relazione fluttuante e disattenta spesso fa si che si ritrovi a non essere contemporanea neanche di se stessa.
Un convivente, anche lui suo malgrado familiarizzato con l’umano di Concita, visto che ne dipende affettivamente, la richiama a lei e al tempo: la Figlia.
È lei che mantiene il mondo. Lei, Alice, è il suo Atlante domestico.
Tanto che a volte uno si chiede chi ha messo al mondo chi, in questa faccenda.
Nella casa in cui si muove con sua figlia, temporaneamente rinchiuse in cerca di un senso ritrovato, appaiono figure della soglia, abitanti del dentro-fuori, che irrompono e agiscono. Figure queste, tutte animate dalla stessa volontà: tirarla fuori. Si avvicendano su scena strappandole alla loro intimità duettistica l’analista, e sua madre, Lucia. Gente che sta più fuori che dentro, ma a volte anche troppo dentro o troppo fuori.
Insomma, ma che ne sanno loro della fatica necessaria a snodare gli intrecci traumatici nascosti nelle geometrie del profondo?
Eppure.
Lucia Calamaro
scene e costumi Lucia Calamaro
assistente scene Laura Giannisi
aiuto regia Jacopo Panizza
disegno luci Lucia Calamaro
costumi Sartoria Bàste srl
foto di Claudia Pajewski
produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale
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