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Dolore sotto chiave / Sik Sik l’artefice magico
due atti unici di Eduardo De Filippo
regia Carlo Cecchi
con Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Vincenzo Ferrera, Dario Iubatti, Remo Stella, Marco Trotta
info e orari
ore 20.00
mercoledì, sabato e giovedì 23 dicembre ore 19.00
giovedì e domenica ore 17.00
lunedì riposo
biglietti
da € 40 a € 25
con TdR Card
€ 132 / 6 ingressi al Teatro Argentina
o 12 ingressi al Teatro India e al Teatro Torlonia
valida tutti i giorni della settimana
con Abbonamento TRE X TE
€ 54 / 3 spettacoli al Teatro Argentina
Amleto, Sik Sik/L’artefice magico, La vita davanti a sé
acquista online
durata
Dolore sotto chiave 45' / SIK SIK l’artefice magico 35'
GREEN PASS RAFFORZATO OBBLIGATORIO
Dal 6 dicembre per accedere alle sale del Teatro di Roma è necessaria la certificazione verde ottenuta a seguito della somministrazione completa del ciclo vaccinale o dell'avvenuta guarigione da Covid-19 (Decreto Legge del 26.11.2021 n. 172).
Coloro che non fossero in possesso di certificazione verde Covid-19 non avranno il rimborso del biglietto.
Un dittico con la regia di Carlo Cecchi che riunisce due atti unici di Eduardo De Filippo: Dolore sotto chiave e Sik Sik, l’artefice magico, due tra i lavori più preziosi della tradizione eduardiana, riflessione sul mondo del teatro come metafora della vita.
Carlo Cecchi, tra i maestri del teatro italiano, funambolo e innovatore della scena che ha attraversato il Novecento, restituisce l’amarezza e il realismo di Eduardo De Filippo, la sua capacità di essere graffiante a partire anche da una sola invenzione paradossale. Si incontrano così sulla scena due tra le più grandi personalità più rigorose e rivoluzionarie del teatro, che da sempre hanno combattuto, dentro e fuori la scena, per un “teatro vivente”.
Dolore sotto chiave
Dolore sotto chiave nasce come radiodramma nel 1958, andato in onda l’anno successivo con Eduardo e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Lucia, sorella di Rocco, per molti mesi nasconde al fratello – nel timore che questi possa compiere un atto inconsulto - l’avvenuta morte della moglie Elena e finge di occuparsi delle cure della donna, gravemente malata, finché Rocco stesso non scopre la menzogna e affronta con la sorella e i vicini il lutto e suoi stessi segreti. Con Dolore sotto chiave De Filippo torna ad occuparsi del tema della morte, come aveva già fatto in tante sue opere, inscenando un gioco beffardo su suol senso, ridicolizzandola, esorcizzandola, perché è anch’essa parte delle nostre esistenze e cercare di negarla significa negare la vita stessa.
Sik Sik, l’artefice magico
Sik Sik, l’artefice magico, atto unico scritto nel 1929, è uno dei capolavori del Novecento, in cui ritroviamo lo sprezzante realismo di Eduardo De Filippo che trasforma il teatro in metafora della vita. Sik-Sik (in napoletano, “secco secco”) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri di infimo ordine insieme alla moglie Giorgetta, e alla sua spalla Nicola. Una sera è costretto a sostituire Nicola con il primo malcapitato, dando vita a un crescendo di inesorabili qui-proquo: i numeri di prestigio finiranno in un disastro e l’esibizione si rivelerà tragica per il finto mago ma esilarante per il pubblico. Con più di 450 repliche solo a Napoli, lo spettacolo ebbe un successo enorme. Eduardo reinterpretò Sik Sik per l’ultima volta nel 1980 al Manzoni di Milano, per poi ritirarsi dalle scene dopo cinquant’anni di carriera.
foto Filippo Ronchitelli
Produzione Marche Teatro, Teatro di Roma - Teatro Nazionale, ELLEDIEFFE
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