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TEATRO INDIA
23 febbraio ● 31 maggio 2020
Al via dal 23 febbraio al 31 maggio al Teatro India il progetto triennale
di residenze artistiche, coprogettazione di forme e modi di creazione
aperture alla città, dialogo e ricerca con cinque compagnie:
Fabio Condemi, Dom-, Industria Indipendente, mk, Muta Imago
OCEANO INDIANO
Apre Oratorio virtuale di Fabio Condemi con Alberto Barberis, Elena Rivoltini e Rajan Craveri
Seguono:
Camp / Fare Campo | DOM-
KAMERA SPECULATIVA | Industria Indipendente
Pezzi anatomici | MK
Prima_Piscina mirabilis | MK - Michele Di Stefano e Silvia Rampelli
Dobbiamo bruciare Sade | Fabio Condemi
Zarathustra! | Muta Imago e Jennifer Beals
The Indian Transmissions| Muta Imago e Chiara Colli
Verso le Cliniques Dramaturgiques | Muta Imago e Elise Simonet
Produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale
clicca qui per vedere il programma in formato PDF
Al via dal 23 febbraio il progetto produttivo e abitativo per il Teatro India, OCEANO INDIANO, un unicum nel panorama nazionale che rivoluziona il senso e la funzione pubblica del teatro attraverso inedite modalità performative e nuovi formati produttivi, sempre in dialogo con il tessuto cittadino e il paesaggio artistico.
Un teatro-oceano dal respiro triennale, che nasce con cinque compagini artistiche in residenza: Fabio Condemi, DOM- (Leonardo Delogu e Valerio Sirna), Industria Indipendente (Erika Z. Galli e Martina Ruggeri), mk e Muta Imago (Riccardo Fazi e Claudia Sorace), una pluralità di visioni e creatività, provenienti da generazioni e discipline diverse, insieme per offrire non solo spettacoli, ma ibridazioni ed esperienze non convenzionali.
Oltre a produrre i propri lavori e sviluppare la loro ricerca, il quintetto di compagnie romane abiterà e co-immaginerà il Teatro India, e le più diverse possibilità di incontro e conversazione con il pubblico, attraverso un programma di attività e aperture pubbliche (in questa prima parte calendarizzate fino al 31 maggio). Una trama di opere site-specific, performance, laboratori, concerti, camminate, trasmissioni radiofoniche clandestine, giardini, camere delle meraviglie, conversazioni, letture e proiezioni: dispositivi ibridi e formati innovativi che saranno una sponda alla Stagione del Teatro di Roma, facendone risuonare i temi della programmazione attraverso gli universi poetici e le opere performative degli artisti residenti.
In autunno approderanno al Teatro India le creazioni compiute di alcuni degli artisti di Oceano Indiano, tutte produzioni o coproduzioni del Teatro di Roma che arrivano in cartellone dopo importanti debutti estivi. Inoltre, inaugura la Sala Oceano Indiano, terzo spazio di cui si dota il Teatro India (ex foyer della Sala A): una vera e propria sala teatrale duttile, polifunzionale, trasformabile e adatta alle forme più anomale di rappresentazione.
Con Oceano Indiano il Teatro di Roma modifica la rotta dell’istituzione pubblica e immagina un teatro del futuro insieme agli artisti – inventando altri modi di accompagnamento e di produzione artistica – e con gli spettatori – moltiplicando le possibilità di incontro con il pubblico – tenendo sempre viva la relazione con le varie temperature della stagione del teatro e della città.
Oceano Indiano apre il 23 febbraio (ore 21) con il giovane Fabio Condemi, menzione speciale alla Biennale di Venezia 2017, che porta in scena Oratorio virtuale, un concerto elettroacustico per un’esperienza immersiva sinestetica, che fonde musica elettronica, voce lirica e visione, un rework A/V dell’oratorio San Giovanni Battista (opera musicale sacra composta nel 1675 da Alessandro Stradella). Due musicisti, un tavolo console e un video 3D proiettato alle loro spalle: Elena Rivoltini canta le arie dal vivo, in stile lirico barocco; la sua voce viene integrata da Alberto Barberis in un universo sonoro elettroacustico e noise. Fabio Condemi lavorerà sullo spettacolo La filosofia nel boudoir di De Sade, sua nuova creazione che nasce dal laboratorio Dobbiamo bruciare Sade? (a partire dal 25 aprile) per una riflessione sul rapporto tra letteratura, teatro e rappresentazione.
I DOM- (Leonardo Delogu e Valerio Sirna) abiteranno letteralmente gli spazi di India proponendo un progetto di studio e ricerca dal titolo CAMP / FARE CAMPO: il dispositivo sarà quello di un accampamento (tra dimensione abitativa e di condivisione) per una riflessione sullo spazio pubblico, sul fare cittadinanza, sull’esperienza di un teatro di paesaggio. Tre le tappe di questo percorso che avrà una durata biennale: Nascita di un giardino, un laboratorio di co-progettazione aperto al quartiere e alla città per la creazione di un giardino in un campo incolto adiacente all’India (dal 15 marzo al 30 maggio con festa di apertura e inaugurazione del giardino); Metamorfosi di specie, un ciclo di incontri, conversazioni, camminate pubbliche con studiosi, artisti, scrittori, architetti e paesaggisti per discutere di fossili e post-umano, teatro e botanica, arti figurative, spazio pubblico e illegalità, pratiche femministe, città e divinazione (tutti gli incontri comporranno un archivio audio consultabile online e dal vivo); Wild Facts/Fatti feroci, laboratorio di sperimentazione dedicato ad artisti e artiste della scena che vogliano entrare in dialogo con il lavoro del collettivo e approfondire il tema di un teatro di paesaggio (dal 25 febbraio al 23 maggio).
Industria Indipendente (Erika Z. Galli e Martina Ruggeri) lavora sul nuovo spettacolo Klub Taiga, nutrendo la creazione con il progetto Kamera speculativa, un evento-perfomance abitativo (8 marzo, 11 aprile e 22 maggio). Uno spazio pensato per India come ambiente performativo aperto e mutevole dove diversi performer indagano un tema insieme ad altri artisti, studiosi e figure di diversa tipologia, aprendo la “kamera” al pubblico per condividere riflessioni, pensieri, relazioni, significati, attraverso l’utilizzo di diverse forme di espressione e pratiche artistiche. Tra i residenti: Federica Santoro, Annamaria Ajmone, Iva Stanisic, Jonida Prifti, Maziar Firouzi, Lorenza Accardo, Luca Brinchi, Paola Granato.
Mk con Michele Di Stefano propone una serie di aperture coreografiche con Pezzi anatomici (dal 26 al 29 marzo), una performance che è al tempo stesso anche luogo di incontro/sala prove tra spettacolo e creazione in diretta, dove pubblico e performer condividono la scena su modello del “gabinetto anatomico” rinascimentale, in cui le informazioni scientifiche venivano corroborate dall’esposizione dei corpi. Così in questa performance la forza visionaria della coreografia è accompagnata da esperimenti in tempo reale, dissertazioni e inviti al pubblico a testare in diretta i processi lavorativi e di ricerca coreografica. Inoltre, Michele di Stefano insieme alla coreografa Silvia Rampelli propongono Prima_Piscina mirabilis (tutti i lunedì di marzo e aprile), uno spazio aperto di ricerca per performer, dove sperimentare il proprio corpo in un ambiente immersivo, ogni volta temperato da selezioni musicali d’artista.
I Muta Imago lavorano sul loro nuovo spettacolo, Sonora Desert, e declinano il loro progetto sul tema guida del “tempo” e delle sue possibilità esperienziali, proponendo quattro percorsi: le serate domenicali Zarathustra! ovvero: tutti i libri che hai sempre voluto leggere e non hai mai letto insieme al collettivo Jennifer Beals, dedicate alla lettura collettiva per riscoprire le parole dei classici su cui si fonda il pensiero contemporaneo (29 marzo e 3 maggio); gli ascolti radiofonici e happening istantanei di The Indian Transmissions. Un progetto radiofonico e di happening istantanei con Chiara Colli, stazione radiofonica e ospiti musicali per microset live accompagnati da talk, concerti e incontri (29 marzo con Alessandra Novaga, 3 maggio con Salò); Verso le Cliniques Dramaturgiques, insieme a a Jessie Mill e Elise Simonet, progetto di “sharing drammaturgico” a cui professionisti del settore saranno invitati a partecipare (20 aprile e 18 maggio).
programma OCEANO INDIANO
Biografie OCEANO INDIANO
DOM-
DOM- è un progetto di ricerca nato nel 2013 dalla collaborazione tra gli artisti Leonardo Delogu e Valerio Sirna. Indaga il linguaggio delle arti performative, contaminandolo con l'approccio militante delle Environmental Humanities, con le istanze e gli immaginari delle pratiche eco-anarco-queer. La ricerca ruota attorno al rapporto tra corpi e paesaggi, investigando il nodo della permeabilità̀ e osservando come potere, natura e marginalità̀ interagiscono nello spazio pubblico. Sperimentando la tensione tra permanenza e attraversamento, tra stanzialità̀ e nomadismo, DOM- si occupa della creazione di peculiari pratiche di abitazione, che spesso si accostano a processi di pianificazione territoriale, in collaborazione con comitati e movimenti dal basso di cittadini e cittadine, enti pubblici e amministrazioni locali. DOM- costruisce opere performative, camminate, giardini, testi, conferenze e dibattiti, opere audiovisive, workshop, dj-set e feste. Alcune opere degli ultimi anni quali L’uomo che cammina, Désert/rituals for landscapes in transition (miglior spettacolo 2018 – Artribune), MU/metafisica urbana, MAMMA ROMA_Esplorazioni urbane / Pratiche della percezione, Moto celeste sono stati presentate in diversi festival nazionali ed internazionali. DOM- ha realizzato diversi progetti di comunità̀ tra cui MIST/FOSCHIA/rituals for landscapes, ROMA NON ESISTE – chiamata pubblica per una comunità̀ nomade, CORALE. Nel 2019 a DOM- viene assegnato il premio Rete Critica come miglior progetto artistico e di compagnia.
DOM- abiterà gli spazi del Teatro India all’interno di Oceano Indiano proponendo un progetto di studio e ricerca dal titolo CAMP / FARE CAMPO nelle sue tre diramazioni WILD FACTS/FATTI FEROCI, Nascita di un giardino e Metamorfosi di specie con un andamento progressivo disteso su due anni, attraversabile in varie forme da chiunque vorrà accostarsi a questa nuova fase di lavoro del collettivo.
FABIO CONDEMI
Fabio Condemi è nato a Ferrara il 5 giugno del 1988. Nel 2011 si diploma al corso propedeutico della scuola del Teatro Stabile di Genova e nel 2012 inizia il corso di regia dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico di Roma, dove si diploma nel 2015 con Bestia da stile di Pier Paolo Pasolini. Come regista comincia nel 2012 con uno studio sul dramma Esuli di James Joyce. Nel 2015, in occasione dell’anniversario dei quarant’anni dalla morte di Pasolini ha curato la riduzione radiofonica del “Manifesto per un nuovo teatro”. Nel 2016 mette in scena Bestia da stile di Pier Paolo Pasolini. Nel 2017 presenta il suo studio Il sonno del calligrafo tratto dal romanzo “Jakob Von Gunten” di Robert Walser alla sezione College della Biennale Teatro di Venezia, ricevendo una menzione speciale per “il rigore e l’inattesa ironia con cui ha affrontato un autore complesso come Robert Walser (...)” Nel 2018 il suo lavoro Jakob Von Gunten debutta alla Biennale Teatro di Venezia. Nel 2019 ha diretto Gabriele Portoghese nel monologo Questo è il tempo in cui attendo la grazia, tratto dai testi poetici e dalle sceneggiature di Pasolini. Dal 2016 è assistente di Giorgio Barberio Corsetti con il quale ha collaborato per diversi allestimenti teatrali e operistici. È stato assistente di Fabio Cherstich per l’allestimento della Turandot di Puccini al Teatro Massimo di Palermo nel 2019.
Nell’ambito di Oceano Indiano, Fabio Condemi sarà a lavoro su La filosofia nel boudoir, proponendo al pubblico il laboratorio Dobbiamo bruciare Sade. Laboratorio di scrittura come eccesso, rivolto ad attori e attrici, e Oratorio virtuale, concerto con Alberto Barberis, Elena Rivoltini e Rajan Craveri.
INDUSTRIA INDIPENDENTE
Erika Z. Galli e Martina Ruggeri si incontrano nel 2005 e danno vita al progetto Industria Indipendente, collettivo di ricerca dedito alle arti performative e visive Il loro processo artistico attraversa linguaggi e pratiche differenti, in una ricerca ininterrotta di affinità, sensibilità epidermica e sguardo. Il teatro è il primo luogo in cui danno forma alla propria pratica, come autrici e registe. Tra i loro spettacoli e drammaturgie: È tutta colpa delle madri (2014), Supernova (2014-premio Hystrio), I ragazzi del Cavalcavia (2015), Ho tanti affanni in petto (2015), Lucifer (2017), Aminta (2017-regia Brinchi-Spanò), Lullaby (2019), tradotti in diverse lingue. Insieme al teatro, portano avanti un processo di ricerca legato alla performing art e all'arte visiva, creando ambienti performativi e formati ibridi, tra cui: Dunno_analoghìa superpowe (2018), Attika (2019 e in corso) e Merende. I loro lavori si concentrano nell’articolare alcune questioni: il rapporto tra essere umano e natura, la dimensione del tempo “improduttivo”, la costruzione di mondi alternativi e finzionali in cui costruire comunità e alleanze, il continuo rovesciarsi e ricrearsi di identità individuali e collettive. Nelle loro diverse forme di manifestazione, prendono parte a festival internazionali come Romaeuropa Festival (Roma), Tramedautore (Milano), Short Theatre (Roma), Tropici (Roma), Inequilibri (Castiglioncello), Actoral (Marsiglia), Matera città aperta.
Per Oceano Indiano, Industria Indipendente curerà il progetto KAMERA SPECULATIVA, ambiente performativo aperto al pubblico e cangiante in cui “speculare” su oggetti-questione insieme a performer, artiste/i, studiose/i, ecc. che fornirà materiale e linfa vitale per la loro prossima produzione Klub Taiga.
MK
Il gruppo mk si occupa di coreografia e performance dal 1999 e ruota intorno ad un nucleo originario di artisti costantemente in dialogo con altri performer e progettualità trasversali. Le produzioni di mk vengono ospitate fin da subito nei più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero. Tra i loro ultimi lavori: Robinson, (2014 e tutt’ora in tour); Veduta (2016), indagine immersiva sul paesaggio e sull’orizzonte urbano; Bermudas (2017-18), lavoro sul moto perpetuo per un numero intercambiabile di performer (premio Danza&Danza 2018 e premio UBU 2019 come miglior spettacolo di danza nella versione Bermudas_forever). Parete Nord è una collaborazione internazionale coprodotta da Torinodanza 2018 e ospitata nel 2020 al Teatro Argentina di Roma. Alla circuitazione degli spettacoli si affianca una intensa attività di conferenze, laboratori e proposte sperimentali, tra le quali la Piattaforma della Danza Balinese al Festival di Santarcangelo (2014 e 2015), i progetti per la Biennale Danza 2013-14-15 e Biennale Teatro 2019, le collaborazioni con la Scuola Paolo Grassi di Milano e con la Scuola del Teatro Stabile di Torino. Leone d’argento per la danza nel 2014, Michele Di Stefano, coreografo della compagnia, è consulente di Grandi Pianure, rassegna di danza del Teatro di Roma, co-curatore del progetto Giacimenta per Matera 2019, ideatore dei cicli di performance TROPICI (Angelo Mai) e BUFFALO (Palazzo delle Esposizioni). Nel 2018 ha curato la sezione in esterni (Outdoor) del Festival BolzanoDanza - Tanz Bozen.
Durante Oceano Indiano, mk prosegue la propria ricerca “atmosferica” nella coreografia e nell’accadimento inaspettato che si genera tra i corpi in movimento, proponendo la serie di aperture coreografiche Pezzi anatomici – uno stato eternamente nascente, s-formato in cui fare convivere luogo della visione e luogo della ricerca, e gli appuntamenti di Prima_Piscina mirabilis insieme a Silvia Rampelli.
MUTA IMAGO
Muta Imago è una compagnia teatrale nata a Roma nel 2006. È guidata da Claudia Sorace, regista, e Riccardo Fazi, drammaturgo e sound designer. È composta da tutte le persone che sono state, sono e saranno coinvolte nella realizzazione dei lavori. Muta Imago è alla continua ricerca di forme e storie che mettano in relazione la sfera dell'immaginazione con quella della realtà presente, umana, politica e sociale, indagando il rapporto tra l'essere umano e il suo tempo. Gli spettacoli di Muta Imago sono da anni ospitati e co-prodotti dai più importanti festival nazionalie internazionali: con le ultime produzioni, tra le quali Combattimento (2018), Lontano da qui (2018), Canti Guerrieri (2017) ha incontrato il mondo del teatro musicale, collaborando con I Teatri di Reggio Emilia, Romaeuropa Festival, la Sagra Musicale Malatestiana e il Muziektheater Transparant di Anversa. Alla produzione degli spettacoli, Muta Imago affianca un'intensa attività didattica e di formazione. Nel 2009 la compagnia ha vinto il Premio Speciale Ubu, il Premio della critica dell’ANCT e il premio DE.MO./Movin’UP. Nello stesso anno Claudia Sorace ha vinto il Premio Cavalierato Giovanile della Provincia di Roma e il Premio Internazionale Valeria Moriconi come “Futuro della scena”; nel 2011 ha vinto il premio come migliore regia e migliore spettacolo al XXIX Fadjr Festival di Tehran, mentre nel 2019 ha curato la regia e il coordinamento artistico della Festa di Roma, assieme a Francesca Macrì e Fabrizio Arcuri.
Durante il 2020, Muta Imago sarà al lavoro sulla nuova produzione Sonora Desert e proporrà al pubblico alcuni format inediti sviluppati appositamente per Oceano Indiano: Zarathustra! Ovvero: tutti i libri che hai sempre voluto leggere e non hai mai letto insieme a Jennifer Beals, The Indian Transmissions. Un progetto radiofonico e di happening istantanei con Chiara Colli, il laboratorio per attori/attrici Scuola Temporale, e insieme a Jessie Mill e Elise Simonet, Cliniques Dramaturgiques, progetto di “sharing drammaturgico” a cui professionisti del settore saranno invitati a partecipare.
TEATRO INDIA_ Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) - Roma
Biglietteria Teatro di Roma _ tel. 06.684.000.311/314 _ www.teatrodiroma.net
Ufficio Stampa Teatro di Roma: Amelia Realino 06.684.000.308 I 345.4465117 ufficiostampa@teatrodiroma.net
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