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Non domandarmi di me, Marta mia
di Katia Ippaso
con Elena Arvigo
regia di Arturo Armone Caruso
In ottemperanza alle nuove disposizioni di contrasto alla diffusione del “coronavirus” del DPCM del 4 marzo 2020, ed in particolare a quelle relative agli accessi in luoghi che comportano “l’affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”, il Teatro di Roma - Teatro Nazionale comunica l’annullamento dello spettacolo.
Da lunedì 9 marzo verranno comunicate le ulteriori precisazioni sulla programmazione e tutte le informazioni relative agli abbonati e agli spettatori circa titoli e biglietti d’ingresso già emessi.
Per informazioni si invita il gentile pubblico a contattare la
Biglietteria al numero 06.684000314 o all’indirizzo mail biglietteria@teatrodiroma.net.
Per i soli abbonati contattare il numero 06.684000346 o all'indirizzo mail promozione@teatrodiroma.net
orari spettacolo
6 e 7 marzo ore 20.00
8 marzo ore 17.00
durata: 60 minuti
biglietti
15 euro intero - 12 euro ridotto
Non domandarmi di me, Marta mia… si situa in un preciso punto del tempo, il 10 dicembre del 1936, data della morte di Luigi Pirandello, e in un preciso punto dello spazio, New York, dove Marta Abba stava recitando al Plymouth Theatre di Broadway. Quella sera, dopo aver fatto al pubblico l’annuncio dell’improvvisa scomparsa di Pirandello alla fine dello spettacolo, Marta Abba si trova da sola nella sua camera di Manhattan. Legge l’ultima lettera che Pirandello le aveva scritto, solo sei giorni prima della sua morte, nella quale non accennava minimamente alla sua malattia.
Nella calma allucinata di quella notte, dopo la rappresentazione, Marta si trova a dover fare i conti con il suo passato. L’attrice ha portato con sé le lettere che negli anni le ha scritto Pirandello dal 1926 al 1936 ma anche quelle che lei aveva indirizzato al suo Maestro. Le sparge sul letto e sul pavimento, vi si immerge, e rievoca così la loro storia, la storia di un rapporto elettivo, agli altri segreto e in una qualche forma incomprensibile, “un fatto d’esistenza”, annotava Pirandello in una lettera del ‘29.
E’ una notte di veglia, in cui si fa vivo non solo il fantasma di Pirandello ma vengono chiamate a raccolta anche le immagini fantasmate di tutte le eroine pirandelliane (dalla Tuda di Diana e la Tuda alla Donata Genzi di Trovarsi, fino alla contessa Ilse de I Giganti della montagna) che il grande scrittore aveva inventato per lei, per la sua Marta.
assistente alla regia Giulia Dietrich
musiche originali MariaFausta
scene Francesco Ghisu
disegno luci Giuseppe Filipponio
image designer Elio Castellana
produzione Nidodiragno/CMC
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