École des maîtres 2019
Corso internazionale itinerante di perfezionamento teatrale XXVIII edizione
maître Angélica Liddell
corso Storia della follia nell’età classica di Michel Foucault. Il nervo del rospo
Presentazione aperta al pubblico
11 settembre 2019 ore 21
ingresso libero - prenotazione obbligatoria shorttheatrefestival@gmail.com
La presentazione è consigliata esclusivamente ad un pubblico adulto.
Si segnala inoltre che alcune scene potrebbero turbare alcune sensibilità.
L’École des Maîtres è un master internazionale di alta formazione, strutturato in forma itinerante in più Paesi europei che aderiscono a un progetto condiviso; nel 2019 giunge alla sua ventottesima edizione e sarà condotto dalla drammaturga, regista e attrice spagnola Angélica Liddell. Il lavoro con i giovani attori professionisti nasce dalla riflessione di Focault sulla “Follia”: La memoria oscura della follia è il sacro. Lo stigma segreto degli alienati riafferma la persistenza della tragedia, la predilezione della natura umana per il furore e la rabbia, la necessità degli dei e la loro ira. Mercoledì 11 settembre il Teatro India ospiterà la dimostrazione dell’École des Maîtres, corso di alta formazione per giovani attori e attrici, che nel 2019 giunge alla sua ventottesima edizione e sarà condotto dalla drammaturga, regista e attrice spagnola Angélica Liddell.
Durante l’École, Angélica Liddell lavorerà con gli allievi ad un progetto intitolato Storia della follia nell’età classica di Michel Foucault. Il nervo del rospo. È dedicata a giovani attori professionisti europei, a cui viene offerta la possibilità di confrontarsi con i più importanti registi della scena contemporanea ed è stata ideata e diretta da Franco Quadri. Nel 2011, alla sua scomparsa, i teatri partner ne hanno raccolto l’eredità e la lezione e assunto assieme le responsabilità e le funzioni della direzione artistica. La massima espressione del Razionalismo risiede nell’educazione. È proprio lì, nel cuore dell’apice illuminista, che il folle cessa di essere l’immagine di Dio, cessa di essere un interlocutore tra l’uomo e il sacro, tra la materia e lo spirito. È con l’avvento dell’epoca classica che all’uomo viene imposta la Ragione, e al folle viene rubata la sua sovranità e viene sottomesso al castigo, per l’esigenza appunto della Ragione. Qualunque comportamento non si adegui al modello/padrone illuminista verrà represso, sfruttando la stessa istituzione per il confinamento dei malati di mente, dei criminali e dei poveri e tutto ciò che il razionale considera irrazionale, sottraendo così ogni identità e potere alla follia. Secondo Foucalt questo tipo di trattamento consisteva solamente nel brutalizzare il paziente ripetutamente fino a quando non si fosse integrato nel sistema di giudizio e castigo. Il pazzo è un prigioniero, qualcuno che è escluso dal mondo dell’espressione. È a questo punto che intervengono gli artisti, rappresentanti per eccellenza del mondo dell’espressione, Secondo Tarkovski un artista è un santo e un pazzo. Per quanto riguarda il pazzo lo si considera responsabile; infatti nella misura in cui un tempo ha avuto l’uso della ragione immediatamente lo si biasima. In questo modo il pazzo è sempre un condannato, un colpevole. Lo si accusa di essere pazzo a causa di una serie di deviazioni estetiche, morali o sociali. A causa dell’amore. La memoria oscura della follia è il sacro. Lo stigma segreto degli alienati riafferma la persistenza della tragedia, la predilezione della natura umana per il furore e la rabbia, la necessità degli dei e la loro ira. Avendo unito la proibizione alla follia, le scomunichiamo dal sociale e dal rispetto, sotto il nostro disordine lunatico scorre il fiume dell’angoscia. Siamo frenetici. Invochiamo l’Irrazionalità e firmiamo il bestiario. L’animalità mi presta il suo viso e mi restituisce la bontà immediata della terra, che è un segreto perché l’unico che la possiede, lo squilibrato, non ha il linguaggio per trasmetterlo, il sacro è un balbettìo. Dio onora la follia, poiché contro tutto il sistema non è mai stata fatta una pazzia più grande di quella che fece Dio. È necessario recuperare la coscienza dell’eternità, godere della routine, della monotonia e della ripetizione fino a quando ci guida la malattia, in assenza di un campanile più alto, poiché in un mondo desacralizzato abbiamo perso il senso della missione e non sappiamo più formulare le preghiere. Ma forse è vero, come ci insegna Tarkovski in Nostalghia, che ripetere un’azione inutile ogni giorno alla stessa ora e in qualsiasi circostanza, comprese le situazioni avverse; forse è vero che ci potrebbe salvare, un desiderio senza consumazione. Unicamente i desideri soddisfatti ci rendono infelici. Dopo di che resterebbe solo il fuoco, che è lo stesso fuoco.
Secondo me è improbabile un’arte e una vita senza Dio.
Struttura del tempo della creazione.
Follia
Esclusione
Isolamento
Punizione
Santità
Questi sono gli stadi da esplorare. Una drammaturgia che richiede un percorso di rottura della Ragione, che non è niente di più che una ribellione contro un mondo abbandonato dallo spirito e dal mistero.
La glossolalia come linguaggio. La vocalizzazione delle sillabe senza alcun significato comprensibile, un linguaggio ispirato al divino e sconosciuto al parlante. Il termine deriva da «glōssaislalō», una frase del Greco (γλώσσα [glossa], ‘lingua’, e λαλεῖν [laleín], ‘parlare’), usatanelNuovoTestamento (1 Corinzi 14:18).
Angélica Liddell
Angélica Liddell fonda nel 1993 la compagnia AtraBilis Teatro, con la quale mette in scena venticinque opere. Le sue opere teatrali sono state tradotte in diverse lingue come francese, inglese, russo, tedesco, portoghese, polacco e greco. Vincitrice di diversi premi, tra cui il premio Casa de América 2003 per l’innovazione drammatica per la sua opera Nubila Wahlheim; il SGAE Theater Award 2004 per Mi relación con la comida; il Premio Ojo Crítico Segundo Milenio 2005 in riconoscimento per le sue opere; il Premio Notodo del Público del 2007 per la migliore interpretazione per il suo spettacolo Perro muerto en tintorería: los fuertes. La commedia Belgrado raggiunge il secondo posto nel Premio Lope de Vega 2007 mentre El año de Ricardo vince il Premio Valle Inclán nel 2008. Nel 2011 riceve inoltre il Sebastiá Gasch Award. I suoi ultimi lavori El año de Ricardo, La casa della fuerza, Maldito sea el hombre que confía en el hombre e
Todo el cielo sobre la tierra, Qué haré yo con esta espada, sono stati premiati al Festival d’Avignon, Wiener Festwochen e Théâtre de l’Odéon a Parigi. La sua ultima pièce The Scarlet Letter è in tour tra il 2019 e il 2020. Ha ricevuto il Premio Nazionale di Letteratura Drammatica 2012 per La casa de la fuerza, assegnato dal Ministero della Cultura spagnolo, il Leone d’Argento del Teatro alla Biennale di Venezia 2013, ed è stata nominata Cavaliere delle Arti e delle Lettere nel 2017 dal Ministero della Cultura della Repubblica francese.
Gli allievi di questa ventottesima edizione sono Federico Benvenuto, Marco Ciccullo, Ksenija Martinovic, Nika Perrone (Italia); Delphine De Baere, Clément Papachristou, Gawel Seigneuret, Chloé Winkel (Belgio); Guillaume Costanza, Olga Mouak, Gonzague Van Bervesseles (Francia); João Gaspar, Marina Leonardo, Rita Morais, Miguel Ponte (Portogallo)
Partner di progetto e direzione artistica CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia (Italia), CREPA - Centre de Recherche et d’Expérimentation en Pédagogie Artistique (CFWB/Belgio), Teatro Nacional D. Maria II, TAGV - Teatro Académico de Gil Vicente (Portogallo), La Comédie de Reims - Centre Dramatique National, Comédie de Caen - Centre Dramatique National de Normandie (Francia) con il sostegno di MiBAC - Direzione Generale Spettacolo dal vivo, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Direzione centrale cultura, sport e solidarietà (Italia)
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