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Dal 20 marzo al 28 aprile al Teatro Argentina dopo
il successo di pubblico e critica di Ragazzi di vita,
in prima nazionale Massimo Popolizio
si confronta con il grande classico ibseniano UN NEMICO DEL POPOLO.
Un testo sulla ricerca della verità, sul consenso popolare e consenso giornalistico.
Un’opera ancora pericolosa, fortemente contemporanea,
che non strizza l’occhio all’attualità ma ne indaga i meccanismi con sguardo lucido e spietato.
UN NEMICO DEL POPOLO
di Henrik Ibsen
traduzione di Luigi Squarzina
regia Massimo Popolizio
con Massimo Popolizio (Thomas Stockmann) e Maria Paiato (Peter Stockmann, il sindaco)
e con Tommaso Cardarelli (Billing), Francesca Ciocchetti (La signora Katrine Stockmann),
Martin Ilunga Chisimba (Un ubriaco), Maria Laila Fernandez (Petra Stockmann), Paolo Musio (Hovstad, direttore de La Voce del Popolo), Michele Nani (Aslacksen, editore), Francesco Bolo Rossini (Morten Kiil)
e con Dario Battaglia, Cosimo Frascella, Alessandro Minati, Duilio Paciello, Gabriele Zecchiaroli
scene Marco Rossi - costumi Gianluca Sbicca - luci Luigi Biondi
suono Maurizio Capitini - video Igor Renzetti e Lorenzo Bruno - assistente alla regia Giacomo Bisordi
Produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale
Prima nazionale
Dopo il successo del pasoliniano Ragazzi di vita, l’acclamata e pluripremiata prova registica del 2016 firmata Massimo Popolizio, il grande attore torna a mettere in scena un testo classico dai tratti di rovente e stringente attualità, UN NEMICO DEL POPOLO di Henrik Ibsen, in prima nazionale dal 20 marzo al 28 aprile al Teatro Argentina, una produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale.
Una nuova sfida per l’attore regista, anche interprete protagonista nel ruolo del dottor Thomas Stockmann, affiancato da Maria Paiato nei panni maschili di Peter Stockmann, fratello del medico e sindaco avvolto nel malaffare.
Massimo Popolizio si spinge con questo testo ad indagare i grandi temi e contraddizioni della nostra società: dalla corruzione alla responsabilità etica per l’ambiente, dal ruolo dei media nella creazione di opinioni e consenso ai rapporti tra massa e potere. L’opera del drammaturgo norvegese assume infatti dalla prospettiva del nostro “oggi” una inedita forza comunicativa: senza ridursi a un mero atto di accusa contro la speculazione, non cessa di raccontare con spietata lungimiranza il rischio che ogni società democratica corre quando chi la guida è corrotto, e la maggioranza soggiace al giogo delle autorità pur di salvaguardare l’interesse personale.
Un conflitto politico e morale contrappone nella vicenda due fratelli: un medico, Thomas Stockmann, che scopre l’inquinamento delle acque termali della sua città, contrapposto al fratello-sindaco, Peter Stockmann, politicamente insabbiatore, che tenta invano di convincerlo che la sua denuncia porrà fine ai sogni collettivi di benessere. Il racconto è affidato ai personaggi che popolano questa cittadina di provincia. Una cittadina dove tutti si conoscono; dove tutti sembrano vivere in apparente armonia; dove la scoperta che le acque termali, su cui si basa l’economia di quella stessa città, sono inquinate – e quindi nocive per la salute – rompe gli equilibri scatenando paure e mistificando la realtà. Una dinamica, questa, che trascende luoghi e classi sociali e che mette alla prova il coraggio di un uomo, il dottor Stockmann, metafora di tutte le voci che non sono la maggioranza in politica, nel giornalismo, in economia.
Quello in scena è un testo dallo spirito fortemente contemporaneo, che parla di ricerca della verità, di consenso popolare e consenso giornalistico. Un’opera ancora pericolosa, che la regia di Massimo Popolizio pulisce dalla patina retorica estraendone l’umorismo per farne un’arma pronta a sparare. «Che fare? Chiudere le terme in attesa di una bonifica – con il conseguente danno economico – o persistere nel promuoverle, assicurando lo sviluppo di tutta la città? Due visioni: quella del Dr. Thomas Stockmann, fautore della chiusura delle terme, e di suo fratello, il sindaco Peter Stockmann – racconta Massimo Popolizio – Non si tratta di un confronto di due posizioni, quanto piuttosto dello scontro tra due punti di vista. “Saremo tutti d’accordo nell’affermare che sulla faccia della terra gli imbecilli costituiscono la maggioranza. Allora perché dovremmo farci comandare dalla maggioranza?”, così provoca il Dr. Stockmann per Ibsen: le regole della vita di una democrazia, con i suoi paradossi, mi sembrano di grande interesse per questi tempi. Quando questa esigenza incontra un testo del passato, forte e attuale come Un nemico del popolo di Ibsen, la sfida della messa in scena diventa attiva, alla ricerca di un’efficacia nel raccontare, e ricettiva, per ascoltare e apprendere ciò che un’opera così densa ancora oggi ci svela sul potere, la corruzione, il bene comune e l’interesse personale». Una storia scritta un secolo fa ma che sembra riferita all’oggi. «Ho scelto di condividere questo progetto con attori con cui ho già lavorato in passato e che hanno in comune con me un certo tipo di impostazione: quello di essere interpreti di personaggi in una storia – continua Massimo Popolizio – Un nemico del popolo è un testo che, rispetto ad altri della produzione di Ibsen, non possiede personaggi dalla psicologia articolata. Sono piuttosto dei caratteri e come tali vanno trattati. Senza fare degli azzardi drammaturgici, ci troviamo davanti ad un testo che scivola quasi nell’espressionismo. Con i miei compagni di scena cercherò di mettere in luce proprio questo, la natura di un dramma che presenta molti punti di vista, molte verità diverse. Ognuno dei quali espresso in modo molto chiaro e netto dai personaggi della storia».
1 ● 19 marzo 2019
Programma di attività attorno allo spettacolo
Verso Un nemico del popolo
Viaggio nella Norvegia di Henrik Ibsen _ testi, tematiche, atmosfere
In attesa del debutto di Un nemico del popolo diretto da Massimo Popolizio, il Teatro Valle ospita un ciclo di incontri di approfondimento sull’universo di Henrik Ibsen. Attilio Scarpellini, Graziano Graziani e Katia Ippaso raccontano e analizzano tre celebri opere del drammaturgo norvegese (Spettri, Hedda Gabler, Una casa di bambola), fornendo un’analisi critica inframezzata da una selezione di letture sceniche. Federica Santoro e Luca Tilli illustrano L’anitra selvatica a partire dal loro progetto di spettacolo ancora in corso d’opera. I partecipanti a due percorsi di formazione curati dal Teatro di Roma chiamano a raccolta il pubblico per una discussione collettiva sulle tematiche di Un nemico del popolo, mostrandone la forte attualità. L'intera manifestazione è a ingresso libero su prenotazione
venerdì 1 marzo ore 18.30
Intorno a Spettri _ incontro con Attilio Scarpellini (critico e saggista, Rai RadioTre / Doppiozero)
martedì 5 marzo ore 18.30
Intorno a Hedda Gabler _ incontro con Graziano Graziani (critico e giornalista, Rai RadioTre)
martedì 12 marzo ore 18.30
Intorno a Una casa di bambola _ incontro con Antonio Audino (giornalista e critico (Rai RadioTre, Il Sole24Ore)
venerdì 15 marzo ore 18.30
Intorno a L'anitra selvatica _ incontro con Federica Santoro (attrice) e Luca Tilli (musicista)
Gli artisti raccontano e analizzano il testo di Ibsen a partire da I sommersi prima parte di un progetto di spettacolo in corso d'opera, tratto da L’anitra selvatica.
martedì 19 marzo ore 18.30
Assemblea pubblica per Un nemico del popolo _ Incontro collettivo di approfondimento curato da Antonietta Bello, Sergio Lo Gatto, Alice Palazzi con i partecipanti ai percorsi Per un attore divulgatore* e Arrembaggio!**
* PER UN ATTORE DIVULGATORE
Per un attore divulgatore” è un laboratorio interattivo inserito nel programma della Scuola di Teatro e Perfezionamento Professionale del Teatro di Roma. Gli allievi attori sono impegnati a guadagnare e a scambiare gli strumenti utili ad approfondire i contenuti e i linguaggi di un progetto teatrale e le strategie di condivisione con diversi target di pubblico. Questa formazione specifica ha lo scopo di creare una figura utile a supportare le attività culturali di teatri e istituzioni, creando una professionalità ibrida in grado di diffondere l’interesse e la conoscenza dei linguaggi e delle professionalità del teatro.
Arrembaggio!" è un percorso di formazione tramite il quale il Teatro di Roma coinvolge studenti delle scuole superiori e degli atenei capitolini nella costruzione di materiali di approfondimento attorno alle produzioni. Lavorando sul testo teatrale, sulla produzione saggistica e sui diversi elementi del processo creativo e produttivo, i partecipanti vengono guidati in un laboratorio permanente che amplifica le tematiche e i linguaggi dello spettacolo producendo una narrazione dinamica e partecipata.
TEATRO DI ROMA _ Teatro Argentina_ Largo di Torre Argentina, Roma
Biglietteria: 06.684.000.311/314 _Biglietti: da 40€ a 13 €
Orari spettacoli: martedì e venerdì ore 21 _ mercoledì e sabato ore 19 _ giovedì e domenica ore 17
Ufficio Stampa Teatro di Roma: Amelia Realino 06.684.000.308 I 345.4465117 ufficiostampa@teatrodiroma.net
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