Nel corso delle sue undici edizioni, il festival ‘In altre parole’, ideato da Pino Tierno, si è proposto l’obiettivo di presentare ad un pubblico di professionisti ma anche di semplici appassionati un panorama quanto mai ampio e vivo della drammaturgia internazionale contemporanea. A partire dal 2006, la rassegna ha presentato testi di 18 Paesi o Regioni, espressi in 13 idiomi diversi, opere di autori spesso non ancora affermati in Italia ma che avevano già dato vita ad una produzione di grande maturità, in quanto a stili, temi, strutture. Lo scopo del festival è stato quello di offrire spazio e voce a storie, idee, universi culturali e artistici dei quattro angoli della terra.
Dal 2016 In Altre Parole è promosso dall’Università di RomaTre / Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere e dall’Associazione Platea, avvalendosi anche delle prestigiose collaborazioni con il Teatro di Roma, il Teatro Palladium, la Reale Accademia di Spagna e L’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio d’Amco”.
ingresso libero
27 novembre ore 17.30
Lezione da Sarah
Liberamente tratto da L’arte del teatro di Sarah Bernhardt
adattamento teatrale di Pino Tierno
con Galatea Ranzi, Martina Galletta
a cura di Ferdinando Ceriani
Un palcoscenico vuoto. Una giovane allieva – Marie - che si affaccia da una quinta e che cerca, smarrita, la “signora” che l’ha convocata per un provino. La “signora” è seduta in platea, tra il pubblico, e non è altri che la grande Sarah Bernhardt. Così inizia SARAH Bernhardt - L’arte del teatro, uno spettacolo che parla di teatro e di passione, in cui si riflettono le grandi eroine della drammaturgia europea, da Fedra a Chimena, da Ofelia a Tosca e che vede lo spettatore coinvolto in prima persona, talvolta come giudice, talvolta come interprete, nel tortuoso percorso che Marie dovrà esplorare per convincere la sua guida severa di essere pronta per diventare un’attrice.
28 novembre ore 16.30
Cabaret Levin (Oh, Elias Elias)
di Hanoch Levin
traduzione di Maddalena Schiavo
con gli Allievi Attori del secondo anno dell’Accademia di recitazione, drammaturgia e regia Stap Brancaccio diretta da Lorenzo Gioielli: Cristiano Arsì, Michele Breda, Teresa Canciello, Diletta Cappannini, Alessio Dantimi, Flaminia Gai, Manuela Milia, Eduardo Rinaldi, Eleonora Russo e Simona Vaira
a cura di Lorenzo Gioielli.
Andato in scena per la prima volta al Teatro Tzavta di Tel Aviv nel 2014, Cabaret Levin è un omaggio al genio creativo di Hanoch Levin, scomparso nel 1999 all’età di 55 anni, in occasione del settantesimo anniversario della sua nascita. Lo spettacolo raccoglie sketch e liriche composti dall’autore tra gli anni Settanta e Ottanta oltre ad alcuni dialoghi e monologhi tratti da alcune delle sue opere più famose. Dopo aver esordito con i suoi pungenti cabaret satirici che sconvolsero il pubblico, guadagnandosi l’appellativo di enfant terrible del teatro israeliano, Levin si rivolse a problematiche di natura esistenziale e relazionale. In questa fase la sua produzione artistica si concentra su situazioni al limite del grottesco, mettendo in luce le paure dell’essere umano, le sue contraddizioni e l’incapacità di comunicare con gli altri, il tutto accompagnato dalla geniale ironia che contraddistingue il grande drammaturgo israeliano.
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