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LA FISARMONICA VERDE
di Andrea Satta
regia Ulderico Pesce
con Andrea Satta
Angelo Pelini, pianoforte
Giorgio Maria Condemi, chitarra
musiche Tetes de Bois
orari spettacolo
ore 20.00
domenica ore 17.00
produzione Tetes de Bois – Centro Mediterraneo delle Arti
La denuncia di una strage avvenuta in Germania nel 1945, una fisarmonica verde smeraldo, dischi di musica italiana degli anni 60 e un cappottone russo.
Con una bicicletta in giro per la Sardegna sulle tracce del padre, i ricordi diventano più precisi, i racconti della guerra più chiari...
Un cappotto russo, una fisarmonica verde smeraldo e un documento che denuncia le atrocità della guerra. Poi, gli anni sessanta elettrici, i 45 giri e i mille racconti davanti al camino.
Sono gli oggetti che, come una bussola, guidano un figlio a intraprendere un “viaggio verso il padre”, un uomo arcaico e grande “narratore di silenzi”.
Una storia vera, la storia di un uomo normale, mica un eroe. Uno che partì in guerra perché si doveva partire e che tornò anche se era difficile tornare e, tra andare e svenire, ingoiò momenti di tragedia assoluta e sputò straordinario coraggio.
“La fisarmonica verde” racconta la Seconda Guerra Mondiale attraverso il recupero del rapporto tra un padre, Gavino Esse, di origine sarda, che è stato internato in un campo di concentramento in Germania, e il figlio Andrea che, mosso dal desiderio di capire il padre, cerca, dopo la sua morte, di ricostruire i momenti salienti della vita in base agli oggetti ritrovati.
Andrea, tra gli oggetti, scopre un documento firmato da suo padre e da altri soldati internati politici del campo di concentramento di Lengenfeld. E’ la denuncia di una vera e propria strage commessa da Joseph Hartmann quando decise il 14 aprile 1945, di chiudere in una baracca di legno un centinaio di internati politici.
Quel documento spinge Andrea a sapere di più. Decide allora di andare a visitare i luoghi di origine di Gavino: Luogosanto, la Gallura... la Sardegna. I ricordi diventano più precisi, i racconti della guerra più chiari. Veramente un’avventura incredibile, quella di uomo normale.
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