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Un lavoro di Fabrizio Favale - Le Supplici
danzatori Daniele Bianco, Andrea Del Bianco, Vincenzo Cappuccio, Fabrizio Favale
Francesco Leone, Mirko Paparusso, Kenji Matsuyama Ribeiro
Stefano Roveda, Daniele Salvitto
musiche originali Daniela Cattivelli
sound design Fabrizio Favale
altre musiche Mountains, Sigur Rós, Alex Somers, Windy & Carl
scene, costumi, luci, art-work First Rose
orari spettacolo
ore 21.00
biglietti
intero 20 euro - ridotto 15 euro
durata 60 minuti
Co-produzione Théâtre National de la Danse Chaillot, Paris (FR) / KLm – Kinkaleri / Le Supplici / mk (IT)
Con il contributo di MIBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna e Fondo per la Danza d’Autore/Regione Emilia-Romagna
World Première Circeo 22-24 Marzo 2018 Théâtre National de la Danse Chaillot, Paris (FR)
Circeo è un promontorio affacciato sul Mar Tirreno. Luogo mitico di approdo di Ulisse e incontro con Circe.
Questo lavoro nasce attorno a un'ipotesi spettacolare in cerca di una forma scarna, primitiva, qualcosa che resta agli albori, dove ciò che resta è pura circolarità, ipnosi, sogno: Circeo. E largo orizzonte, geometria, solco di balene, montagna sottomarina: Vavilov. E sommovimento tellurico, fuochi, fumo, ghiaccio, vulcano subglaciale: Hekla. E fiaba, mantra, formula incantatoria: Circe.
In un orizzonte esteso e privo di riferimenti, antartico, incantatorio, i danzatori affondano pienamente in un universo/mantra senza spessore, leggero e cangiante, fatto della pura ricercatezza e complessità del movimento, come in un ricamo senza fine, fatto di velocità e lentezza, di simultaneità intraviste e subito raccolte, di calore e di gelo, di distanze, di approssimazioni, di incontro, di baci, di energia consumata, di corpi spossati e arenati. Nell'incertezza tra il mentale e il fattuale, il notturno e il diurno, i danzatori parlano un linguaggio che sembra non appartenere più a noi, ma un mare tempestoso.
Il lavoro presenta una ulteriore sequenza di azioni, che avvengono parallelamente alla struttura danzata, influenzandone costantemente le atmosfere e lo spazio. Queste azioni si articolano perlopiù ai lati della zona performativa, nella penombra o oscurità, e hanno a che fare con elettricità, con cambiamenti luminosi e bagliori, con l'uso di strumentazioni da vulcanologia, blocchi di ghiaccio, roccia, carbone, profili di animali non chiaramente identificabili... modificando atmosfere d’un mondo inventato in un tempo imprecisato.
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