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Domenica 13 maggio (ore 11) _ Teatro Argentina
ultimo appuntamento del ciclo LUCE SULL’ARCHEOLOGIA
MATERA LUCANA TRA GRECI E ROMANI
Introduce e modera Antonio Calbi
direttore del Teatro di Roma
Relatori
Raffaello De Ruggieri
sindaco di Matera
Pietro Laureano
architetto, urbanista, consulente Unesco
Massimo Osanna
soprintendente ai Beni Archeologici di Pompei e
professore di Archeologia Classica all’Università degli Studi di Napoli Federico II
Giuliano Volpe
professore di Archeologia Cristiana e Medievale all’Università di Foggia e
presidente del Consiglio Superiore “Beni Culturali e Paesaggistici” MiBACT
Domenica 13 maggio (ore 11) al Teatro Argentina si chiude il ciclo d’arte e storia Luce sull’Archeologia con l’ultimo incontro che è un fuori programma: MATERA LUCANA TRA GRECI E ROMANI, omaggio alla città come prologo a Matera Capitale Europea della Cultura 2019, un’occasione di riflessione e dibattito su un patrimonio culturale universale a cui è affidata la memoria individuale e collettiva.
Introduce e modera l’incontro il direttore Antonio Calbi; intervengono Raffaello De Ruggieri, Sindaco di Matera, Pietro Laureano, Architetto e Urbanista, Consulente Unesco, Massimo Osanna, Soprintendente ai Beni Archeologici di Pompei, Professore di Archeologia Classica alla Federico II, Giuliano Volpe, Professore di Archeologia Cristiana e Medievale all’Università di Foggia, Presidente del Consiglio Superiore “Beni Culturali e Paesaggistici” Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Così si legge dal libro GIARDINI DI PIETRA. I Sassi di Matera e la civiltà mediterranea, di Pietro Laureano (Bollati Boringhieri editore, 2012): “Matera è midi e minuit allo stesso tempo, è l’insieme di opposte dimensioni, la sua diversità risiede nel duplice carattere dei suoi luoghi, concretizzazione fisica di un modello scandaloso testimone di alleanza, simbiosi, coesistenza, armonia dei contrari, sinfonia dei diversi. Qui le risorse non sono sostanze ma cicli continuamente rinnovabili, gli scarti non sono rifiuti ma recupero e trasformazione per sempre altre sequenze: la forma urbana e la comunità, la produzione e lo svago, l’orto e il giardino, il giorno e la notte, la vita e la morte, il lato visibile e quello nascosto sono parte dello stesso processo”.
La IV edizione di Luce sull’Archeologia, il ciclo culturale di maggiore successo al Teatro Argentina, ha preso il via a gennaio concentrando le riflessioni e le indagini sulle relazioni fra Roma e il Mediterraneo. Un mare che si presenta come un susseguirsi di mari, di paesaggi, di popoli, un crocevia antichissimo dove persone, merci, idee e diverse forme dell’estetica generarono la diffusione di civiltà, culti, costumi e leggende. A metà del II secolo a.C. la definitiva vittoria romana contro i cartaginesi, la presa di Corinto e l’eredità del regno di Pergamo, consegnarono alla Repubblica il dominio del Mediterraneo e tutti i territori di quest’area passarono sotto la sua autorità, favorendo l’assimilazione giuridica, linguistica e l’ellenizzazione della cultura romana. Ma quello dei romani è un popolo che ha le sue radici e le sue origini negli dèi, infatti dice Omero: “Dalla guerra di Troia Enea si salverà per volere degli dèi”; l’ultimo degli eroi greci diventa così il capostipite dei romani.
Approccio scientifico ed esperienza emozionale sono stati l’obiettivo dei 7 appuntamenti programmati la domenica mattina per raccontare una storia densa di eventi e affollata di grandi personaggi.
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