di Eduardo De Filippo
regia Antonio Latella
con Francesco Manetti, Monica Piseddu, Lino Musella, Valentina Acca
Francesco Villano, Michelangelo Dalisi, Leandro Amato, Giuseppe Lanino
Maurizio Rippa, Annibale Pavone, Emilio Vacca, Alessandra Borgia
drammaturga del progetto Linda Dalisi
scene Simone Mannino, Simona D’Amico
costumi Fabio Sonnino
musiche Franco Visioli
luci Simone De Angelis
foto Brunella Giolivo
Natale in casa Cupiello dal 5 al 7 gennaio 2018 è stato ospite, del Festival Internazionale Santiago a Mil a Santiago del Cile.
www.fundacionteatroamil.cl/sobre-santiagoamil/
Rilettura estrema, coraggiosa, quasi metafisica di Antonio Latella, la produzione di punta del 2014 del Teatro di Roma che ha collezionato grandi successi, premi e riconoscimenti in Italia e in giro per il mondo in questi anni.
Via di scena l’oggettistica, le ambientazioni, gli interni casalinghi e perfino o’ presepe: restano gli attori e il copione. Perché sì, il testo drammaturgico è rispettato in pieno, fin nella punteggiatura recitata bulimicamente con tanto di chiosa sull’accento da utilizzare. Ma più è fedele la declamazione del testo, maggiore è nei fatti la sua decostruzione a ritmo di cambi musicali: immobile il primo atto, con undici personaggi schierati in proscenio a volto coperto e sovrastati da una gigantesca stella cometa. Roboante il secondo, quello della detonazione, in cui l’istituzione famigliare e il presepe si frantumano a suon di rock, tra lanci di animali di pezza e isterismi domestici. Visionario e immaginifico il terzo, tetro come le nere vesti delle donne conciate a lutto che accerchiano Luca Cupiello nudo al centro della scena in un surreale e caravaggesco presepe di morte e solitudine.
Rivoluzionata anche la caratterizzazione dei personaggi: Luca (Francesco Manetti) è rabbioso nella sua urlata ossessione per il presepe, non più tenero sognatore. Concetta (Monica Piseddu) una donna scavata dalla rassegnazione, che trascina il pesantissimo carro del fallimento della famiglia con lo sguardo perso nel vuoto. La ricordavamo bisbetica e pugnace. Tommasino, (Lino Musella) è fedele all’originale, eppure responsabile del clamoroso colpo di scena finale.
Il “Natale” di Latella è imperdibile perché smuove gli animi e turba, danzando coraggiosamente lungo il confine tra lecito e illecito, libertà artistica e rispetto della tradizione, Brecht e la psicanalisi.
Con il sostegno di Acea
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