martedì 16 giugno ore 18.00
ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria allo 060608
proiezione del film e incontro con Ugo Gregoretti
conduce Massimo Forleo
in collaborazione con Direzione Generale per il Cinema del MIBACT- Ernesto Massimo Piazza
contributi e regia Monique Macchiavelli
L’allestimento dell’ Italiana in Algeri che si presenta stasera e’ stato realizzato in Play-back nell’autunno del 1975; la parte musicale e’ stata incisa a Dresda, con l’orchestra e il coro della Stadt Cappelle, la direzione del maestro Gary Bertini e i cantanti Lucia Valentini Terrani, Sesto Bruscantini, Ugo Benelli ed Enzo Dara nei ruoli principali. Gli stessi cantanti hanno interpretato poi in Play-back la parte scenica diretti da Ugo Gregoretti, recitando con molto brio e senso del comico.
L’impostazione della regia ha suscitato una vasta gamma di reazioni, dall’entusiasmo degli estimatori delle novita’ allo sdegno severissimo dei conservatori. Ecco alcune innovazioni: la visualizzazione della sinfonia e’ ottenuta mostrando la reggia del Bej Mustafa’, un complesso che ricorda molto da vicino l’Hotel Excelsior del Lido di Venezia con il suo improbabile stile arabeggiante, il teatrino privato, la sartoria, il piano-bar, le diverse orchestrine, lo stuolo degli inservienti e via dicendo. Assistiamo al risveglio mattutino della reggia dove affluiscono cortigiani, eunuchi e musicanti, dove si va continuamente a teatro ad applaudire Mustafa’ al quale, come a Nerone, piace moltissimo recitare di fronte ai sudditi che sono anche i suoi fans.
La presenza dei molti suonatori (giovani allievi strumentisti del conservatorio Giuseppe Verdi di Torino) che, sparsi nelle diverse sale, eseguono senza interrompersi mai tutta la partitura dell’ Italiana in Algeri (naturalmente in Play-back) permettono di visualizzare anche gli strumenti, in modo che lo spettatore reale possa “vedere” anche la musica.
Non mancano infine alcuni momenti nei quali l’uso degli “effetti speciali” di quegli anni – meta’ dei ’70 – non certo sofisticati come quelli di oggi raggiunge tuttavia risultati sorprendenti. Merito dei tecnici dello Studio Due del Centro di Produzione della Rai di Torino e di quello straordinario Scenografo che fu il mio amatissimo e rimpianto collaboratore e amico Eugenio Guglielminetti.
Ugo Gregoretti
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