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Sabato 18 giugno, ore 20
“Orestea nello sfascio”. Dal testo alla scena – nascita e crescita del processo creativo – laboratorio di teatro in-civile
di Terry Paternoster/Collettivo Internoenki (vincitore premio scenario per ustica xiv ed.)
a cura di Università di Roma La Sapienza-Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo nell’ambito del progetto Per fare il teatro che ho sognato
NOTE DI LAVORO di Terry Paternoster – Collettivo Internoenki
“Il titolo che ho scelto per il nostro lavoro è “ORESTEA NELLO SFASCIO – Nascita alla crescita del processo creativo – Laboratorio di teatro in-civile”. Un titolo troppo lungo? In realtà racchiude sinteticamente un po’ di cose che penso di aver messo a fuoco in questi anni, sul rapporto fra corpi assoluti (che vivono in luce propria) e consociati (che vivono in luce riflessa), sul rapporto fra attori e cosiddetti spettatori e sul rapporto con lo spazio teatrale. Sintetizza inoltre la volontà di far conoscere cosa c’è dietro la preparazione di uno spettacolo corale di teatro incivile, dalla nascita alla crescita del processo creativo. “Orestea nello sfascio” è un affondo nella materia drammatica dell’unica trilogia tragica a noi pervenuta, l’Orestea di Eschilo. Il mio intento, addentrandomi tra le fila di un’opera capitale per la letteratura drammatica mondiale, non vuole essere quello di riproporre un’ulteriore e aproblematica interpretazione della fabula (l’orrendo ciclo di delitti che culminano con la pazzia di Oreste), ma di penetrare nella decadenza dell’inconscio collettivo, in cui si inserisce lo sfascio e la crisi di valori della nostra società. È da qui che muove il progetto, proponendosi di sondare, attraverso la prassi scenica, la relazione di un’intera collettività con la crisi sociale, politica ed economica che ancora stiamo vivendo. È attraverso il teatro (o magari il cinema) che vorrei interrogare il nostro reale, per capire come superare la precarietà delle emozioni che asfissia il nostro quotidiano, per smuovere l’indifferenza e pilotarla verso il cambiamento. Per cambiare l’oggi ci volgiamo indietro, ai passi che abbiamo compiuto, al mito. Un mito che continua instancabilmente a dirigerci, seppur calato in un contesto sociale nuovo. A rimanere totalmente invariato, infatti, è il peso latente di un peccato originale che si tramanda di famiglia in famiglia, di generazione in generazione, di popolo in popolo. Attraverso gli occhi di Oreste, parteciperemo al sogno di creazione di una nuova cultura collettiva, i cui valori siano capaci di evitare il ricorso alla violenza, alla guerra, alla discriminazione di genere, alla disparità sociale. L’utopia è spesso lo smascheramento più violento della cancrena del nostro mondo.Durante le giornate di laboratorio ci siamo chiesti cosa significa l’Orestea oggi e abbiamo tentato di riattivare i contenuti del mito reinserendoli in un contesto sociale nuovo, quello della gente comune che vive lo sfascio dei valori, valori presenti nel mito e nella società, i valori dell’individuo. E’ la rappresentazione dell’inconscio collettivo incastrato tra passato presente e futuro, contaminato dalla paura del giudizio, dalle sovrastrutture sociali, dal tabù del conformismo e della moralità. Se nell’Orestea sangue chiama sangue, noi ci siamo chiesti dov’è la vendetta oggi, dov’è il sangue; quali menti e quali corpi si nascondo dietro alle guerre, ci siamo chiesti se c’è un modo di evitare di versare altro sangue e se esistono delle vie alternative alla vendetta. Il teatro rappresenta simbolicamente le risposte che ognuno ha dato e darà a queste domande, capire quali saranno i simboli, quale la colpa originale, svelare ciò che c’è di nascosto dietro al mondo visibile. Il teatro è un fare insieme, un fare collettivo. La scena è una pagina tridimensionale di scrittura – come direbbe Maurizio Grande, uno dei padri della semiotica teatrale -. Il mio augurio è che si possa scrivere una bella pagina di teatro insieme.”
Orestea nello sfascio è il risultato provvisorio di un percorso didattico sperimentale di avviamento alla pratica professionale del Teatro nato dalla collaborazione tra il Collettivo Internoenki e il Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo dell’Università di Roma “La Sapienza”. Il laboratorio si basa sulla recitazione corale e le tecniche di drammaturgia concertistica sviluppate da Terry Paternoster.
Il laboratorio si è svolto in tre fasi:
1) L’elaborazione di un testo a partire da un lavoro preliminare sull’Orestea.
2) Lavoro pratico sulla recitazione corale
3) Formalizzazione di una open class in modo da mostrare i risultati provvisori del lavoro di messa in scena.
Il progetto, ancora in corso d’opera, si è allargato anche agli studenti del Dipartimento di Arti visive, Performative e Mediali dell’Università di Bologna e affianca al Colletivo Internoenki un gruppo di studenti universitari in modo da offrirgli concretamente la possibilità di partecipare al processo creativo per la preparazione di uno spettacolo dal titolo provviorio ORESTEA NELLO SFASCIO. L’open class che presentiamo è una prima formalizzazione di un work in progress che sta prendendo forma attraverso le tappe di un laboratorio diventato itinerante che, oltre Roma e Bologna, prevede anche le tappe di Milano, Udine, Napoli e l’Aquila.
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