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scritto e diretto da Claudio Tolcachir
traduzione Cecilia Ligorio
con Giulia Lazzarini, Sergio Romano, Pia Lanciotti, Josafat Vagni, Paolo Mazzarelli
scene Paola Castrignanò
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi
regista collaboratrice Cecilia Ligorio
foto di scena Achille Le Pera
foto di locandina Futura Titta Ferrante
Calendario tournèe
Teatro Grassi, Milano - 17 | 29 ottobre 2017
Teatro Manzoni, Pistoia - 3 | 5 novembre 2017
Arena del Sole, Bologna - 8 | 12 novembre 2017
Teatro Bonci, Cesena - 16 | 19 novembre 2017
Teatro Guglielmi, Massa - 21 | 22 novembre 2017
Teatro Fabbricone, Prato - 23 | 26 novembre 2017
Teatro dei Marsi, Avezzano - 29 novembre 2017
LAC - Lugano Arte Cultura - 2 | 3 dicembre 2017
Teatro Verdi, Pordenone - 5/6 dicembre 2017
Teatro Crystal, Lovere - 9/10 dicembre 2017
Teatro Mercadante, Napoli 12/17 dicembre 2017
La disconnessione tra le persone e la presenza di amore incondizionato, che resiste al tempo e allo spazio, sono alla base della drammaturgia di Emilia. “Ho iniziato a scrivere Emilia in seguito all’incontro, dopo molti anni, di una signora che era stata mia tata da bambino. Ricordava moltissime cose di me che io avevo completamente dimenticato e questo ha fatto nascere in me una specie di senso di colpa per questa sproporzione dell’amore. Sono sempre stato commosso da quelle persone che hanno un ruolo tale per cui scelgono di occuparsi completamente degli altri. Ecco, il personaggio di Emilia ha bisogno di prendersi cura degli altri. Ed è proprio che qualcuno abbia bisogno di lei che la mantiene in vita.” – racconta il regista Claudio Tolcachir. Emilia è uno spettacolo sulla famiglia, o meglio, sull’aspetto familiare, e su quanto si può generare in un nucleo di persone strettamente connesse, indagando la loro rete segreta di relazioni. Le cose accadono e si narrano quasi allo stesso tempo, il presente, il passato e il futuro si compenetrano vicendevolmente. Così la tata Emilia, incontra per caso, dopo vent’anni, il bambino che aveva cresciuto, divenuto ormai un uomo di successo. La donna subentra allora nella sua nuova complicata famiglia, parlando al pubblico e raccontando la sua storia, mentre i personaggi improvvisamente la includono nei loro dialoghi. Un vortice di sentimenti per uno spettacolo commovente e magnetico. Claudio Tolcachir con questo lavoro dà ancora una volta l’esempio che il teatro, come diceva Stanislavsky, può catturare l’anima, rende più sensibili, più vulnerabili, più delicati, pervasi dalle innumerevoli intense emozioni.
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