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Democracy in America
liberamente ispirato all’opera di Alexis de Tocqueville
regia, scene, luci, costumi Romeo Castellucci
testi Claudia Castellucci e Romeo Castellucci
musica Scott Gibbons
con Olivia Corsini, Giulia Perelli, Gloria Dorliguzzo
Evelin Facchini, Stefania Tansini, Sophia Danae Vorvila
e con Donatella Ambrosio, Carola Amata, Erika Checchi
Dafni Crema, Antonella Guglielmi, Rita Ines Grosso
Alessandra Diamanti, Mariacristina Paolini, Roberta Ruggiero
Marie Corinne Soulabaille, Manuela Stefani, Cecilia Verdolini
coreografie liberamente ispirate alle tradizioni folkloriche di Albania, Grecia
Botswana, Inghilterra, Ungheria, Sardegna
con interventi coreografici di Evelin Facchini, Gloria Dorliguzzo
Stefania Tansini, Sophia Danae Vorvila
assistente alla regia Maria Vittoria Bellingeri
maestra di danze Evelin Facchini
sculture di scena, prosthesis e automazioni Istvan Zimmermann e Giovanna Amoroso
fotografo Guido Mencari
orari spettacolo
venerdì ore 21.00
sabato ore 19.00
domenica ore 17.00
durata 100'
10 maggio ore 15.00 - DAMS Università degli Studi Roma Tre
Romeo Castellucci incontra gli studenti di Roma Tre
nell’ambito del corso Teatro, spettacolo, performance tenuto dal Prof. Raimondo Guarino
Produzione esecutiva Societas
in coproduzione con deSingel International Artcampus; Wiener Festwochen; Festival Printemps des Comédiens à Montpellier; National Taichung Theatre in Taichung, Taiwan; Holland Festival Amsterdam; Schaubühne-Berlin; MC93 - Maison de la Culture de Seine-Saint-Denis à Bobigny con Festival d’Automne à Paris; Le Manège - Scène nationale de Maubeuge; Teatro Arriaga Antzokia de Bilbao; São Luiz Teatro Municipal, Lisbon; Peak Performances Montclair State University (NJ-USA)
con la partecipazione di Théâtre de Vidy-Lausanne and Athens and Epidaurus Festival.
L’attività di Societas è sostenuta da Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna e Comune di Cesena
I popoli risentono sempre della loro origine.
Alexis de Tocqueville
Democracy in America ruota attorno a due contadini puritani, Elizabeth e Nathaniel. Vogliono trasformare l’America nella nuova Terra Promessa. È una conquista compiuta non con le armi, ma con semi e aratro. Si affidano al Dio dell’Esodo, ma l’abnegazione, guidata dalla legge di Mosè presa alla lettera, consegna solo patate marce e disperazione. Qualcosa confligge nel rapporto individuale che la donna intrattiene con le Sacre Scritture, e la sua preghiera si trasforma in una pronuncia blasfema in cui riecheggia la sconvolgente epifania di una promessa mancata.
Attraverso l’invenzione di questo nucleo drammatico, Romeo Castellucci penetra, con una intuizione potente, le pagine scritte nel 1835 dal giovane aristocratico francese Alexis de Tocqueville, dopo il lungo viaggio negli Stati Uniti d’America. Lo spettacolo affonda nelle pieghe di questo testo fondamentale per la cultura politica dell’Occidente, facendo perno nella concezione della terra, nella coscienza collettiva delle colonie fondate da comunità puritane emigrate dalla vecchia Europa con la volontà di gettare le basi di una fattiva uguaglianza di stampo biblico tra gli esseri umani. Il nesso tra la matrice puritana e la fondazione del nuovo modello di democrazia rappresentativa è l’occasione per volgersi al dilemma dell’affrancamento dalla legge come esercizio di libertà; alla forza muscolare dell’individualismo; al ruolo delle scelte del singolo per la definizione di diritti e regole della vita collettiva, senza che questi temi diventino mai discorsi diretti sulla democrazia. In tutto lo spettacolo campeggia traversalmente la principale istituzione umana che è la lingua, l’istituzione più originaria, quella che fa da modello a tutte le altre, lì dove s’instaura il rapporto tra corpo, sapere e potere.
Lontani dalla cronaca dell’attualità politica, Democracy in America è un lavoro sull’Antico Testamento, sull’ambigua relazione fra l’interesse collettivo e le ambizioni del singolo, sulla lingua, ma anche sulla perdita dell’innocenza, sul crollo di valori ritenuti inossidabili, che mostrano il volto in ombra della democrazia americana, ritratto di un fiore cresciuto nelle sterminate praterie, un fiore permeato da un cuore di tenebra.
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