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Il Sindaco del Rione Sanità
di Eduardo De Filippo
regia Mario Martone
con Francesco Di Leva, Giovanni Ludeno
Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino, Daniela Ioia, Gianni Spezzano
Viviana Cangiano, Salvatore Presutto, Lucienne Perreca, Mimmo Esposito
Morena Di Leva, Ralph P, Armando De Giulio, Daniele Baselice
con la partecipazione di Massimiliano Gallo
scene Carmine Guarino
costumi Giovanna Napolitano
luci Cesare Accetta
musiche originali Ralph P
regista collaboratore Giuseppe Miale Di Mauro
assistente scenografo Mauro Rea
capo elettricista Giuseppe Di Lorenzo
fotografie Mario Spada
manifesto Carmine Luino
orari spettacolo
prima ore 21.00
martedì e venerdì ore 21.00
mercoledì e sabato ore 19.00
giovedì e domenica ore 17.00
lunedì riposo
durata 1 ora e 50'
29 aprile ore 21 replica straordinaria
Produzione Elledieffe / NEST - Napoli Est Teatro / Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale
"La responsabilità sociale è aprire strade alternative, ma quali strade, poi, percorrere, ci dice Eduardo, è questione di responsabilità individuale. "
Mario Martone
Il Sindaco del Rione Sanità secondo Mario Martone, il suo primo Eduardo scomposto e ricomposto per essere riportato alla sua potente carica di attualità. Il capolavoro eduardiano è traslato ai giorni nostri perché, come spiega il regista, «Il teatro è vivo quando s’interroga sulla realtà, se parla al proprio pubblico non solo osando sul piano formale ma anche agendo in una dimensione politica». E infatti, fonte di ispirazione è la realtà di San Giovanni a Teduccio, del NEST e dei suoi giovani attori, molti dei quali vivono nel quotidiano una vera guerra di camorra che insanguina da anni questa periferia napoletana e dove la criminalità è retta da giovani boss neanche trentenni. È questo un allestimento che associa realtà produttive diverse nella realizzazione di un progetto culturale dal forte senso civile. Dunque, la prima regia di Martone dal teatro di Eduardo nasce innanzitutto come gesto politico. Commedia in tre atti, appartenente alla raccolta Cantata dei giorni dispari, l’opera ha per protagonista “il sindaco” della Sanità, Antonio Barracano, un “uomo d’onore” che distingue tra “gente per bene e gente carogna”. L’idea di affidare questo ruolo a un uomo giovane e deciso, nel fisico e nel gesto, pone nei fatti la figura del protagonista ancora al centro del sistema criminale che rappresenta, laddove la scrittura eduardiana ne faceva il simbolo di un sistema di valori e disvalori al tramonto, ed allo stesso tempo favorisce il tentativo di sottrarre il testo al rischio della semplice rappresentazione naturalistica incarnandolo in un mondo reale drammaticamente vivo.
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