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Richard II
di William Shakespeare
traduzione Alessandro Serpieri
riduzione e regia Peter Stein
con Maddalena Crippa, Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci
Paolo Graziosi, Andrea Nicolini, Graziano Piazza, Almerica Schiavo
Giovanni Visentin, Marco De Gaudio, Vincenzo Giordano, Luca Iervolino
Giovanni Longhin,, Michele Maccaroni, Domenico Macrì, Laurence Mazzoni
scene Ferdinand Woegerbauer
costumi Anna Maria Heinreich
luci Roberto Innocenti
assistente alla regia Carlo Bellamio
Teatro Nazionale
Via del Viminale, 51, 00184 Roma RM
orari spettacolo
ore 19.00
prima e venerdì ore 21.00
domenica ore 17.00
14 dicembre ore 19.00 replica straordinaria - XVI Premio Europa per il Teatro
durata
prima parte (atti I, II, III) : 1 ora e 45'
intervallo
seconda parte (Atti IV, V): 60'
biglietti platea
intero 32,00 euro
ridotto under 35 27,00
studenti 13,00
biglietti galleria
intero 25,00 euro
ridotto under 35 22,00
studenti 11,00
produzione Teatro Metastasio di Prato
"Cosa resta della legittimità di un governante quando perde il potere?"
Richard II occupa un posto particolare nell’opera di Shakespeare, anche fra le sue tragedie dedicate ai Re.
Il dramma tratta esclusivamente della deposizione di un re legittimo - un tema politico eminente che facilmente si può trasporre ai nostri tempi: è possibile deporre un sovrano legittimo? Il nuovo re non è un usurpatore? Una tale deposizione non è simile all'assassinio di ogni ordine tradizionale?
Durante il suo regno Richard II ha messo contro di sé tutte le forze sociali: egli ha sfruttato il proprio potere in tutte le direzioni immaginabili, ha sconfinato le proprie competenze e si è preso ogni libertà, anche sessuale. È un giocatore, un attore, ma pur sempre un re che, anche dopo la sua deposizione, rimane un re; mentre il suo rivale - che prende il suo posto sul trono come usurpatore - genera esattamente lo stesso meccanismo di ostilità contro il suo potere, poiché tale potere si basa sul puro arbitrio.
Richard, che nella sua esaltazione va oltre il proprio tempo, poiché la monarchia assoluta si sarebbe sviluppata molto più tardi, può essere interpretato utilmente da una donna che recita la parte maschile. In questo modo diventa ancora più chiaro il carattere inconsueto di questo re e gli aspetti fondamentali della discussione politica risultano più evidenti. Anche la profonda malinconia dell’ultimo monologo di Richard, quando è in carcere, dove parla dell’inutilità e della mancanza di senso dell'esistenza umana, ci può toccare in modo più commovente.
Peter Stein
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