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Copenaghen
di Michael Frayn
traduzione Filippo Ottoni e Maria Teresa Petruzzi
regia Mauro Avogadro
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e con Giuliana Lojodice
orari spettacolo
prima ore 21.00
martedì e venerdì ore 21.00
mercoledì e sabato ore 19.00
giovedì e domenica ore 17.00
lunedì riposo
durata
1 ora e 50 minuti più intervallo
produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma - Teatro Nazionale
in coproduzione con CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia
si ringrazia Emilia Romagna Teatro Fondazione
"Un formidabile thriller scientifico-politico a tre voci alla vigilia del primo devastante uso della bomba atomica."
«Penso che sarebbe stato un errore imperdonabile pensare di dar vita ad una Compagnia teatrale che porti il mio nome senza pensare all’opportunità di rimettere in scena uno spettacolo come Copenaghen» – racconta Umberto Orsini, interprete con Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice del celebre testo di Michael Frayn. Un trio di attori dal grande spessore che, diretti da Mauro Avogadro, sanno mettere in evidenza i diversi piani di lettura e interpretare i personaggi dando risalto alle loro molteplici sfaccettature psicologiche. In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, Niels Bohr, sua moglie Margrethe e Werner Heisenberg parlano di cose successe in un lontano passato, quando tutti e tre erano ancora vivi. Il loro tentativo è chiarire che cosa avvenne nel lontano 1941 a Copenaghen quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. Il soggetto di quella conversazione ancora oggi resta un mistero e per risolverlo la Storia ha avanzato svariate tesi: questo è il fulcro intorno al quale ruota la pièce. La struttura con cui vengono enunciate le diverse ipotesi richiama metaforicamente i Principi di Indeterminazione e di Complementarietà della teoria della relatività di Einstein. «Non è possibile una sola verità o una sintesi efficace delle diverse verità, perché una verità è semplicemente un punto di vista, il punto di vista di chi l’ha enunciata. Tutto è umano, niente è assoluto».
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