documenti collegati
Il corpo è un’ossessione.
Attraverso il corpo passano le nostre aspirazioni, i nostri sogni, il modo in cui ci percepiscono gli altri. Il successo e l’insuccesso.
È così per tutti noi. E ancor di più per chi con il corpo ci lavora. Gli attori, per esempio. O per gli sportivi di professione. Attraverso il corpo passa il loro talento, il loro futuro.
Ma cosa succede quando il corpo smette di essere ciò che realmente è e diventa un mezzo? Quanto siamo abituati a pensare che si possa intervenire sul proprio corpo? Per vincere una gara sportiva? Per restare giovani? Per essere più belli?
Qual è il limite da non oltrepassare per rimanere veramente noi stessi?
Nello sport questo limite si chiama doping, ma spesso il doping è una frontiera mobile, oscura, non sempre chiaramente delineata.
E per un atleta il doping è la nuova frontiera dell’ossessione per il corpo. Frontiera spostata sempre più in là dalle federazioni, dalle pressioni, dalle gare da vincere. Dalla ricerca del successo. Dalla società. Come un chilometro in più da percorrere, un centimetro in più da saltare, una salita in più da affrontare.
28 battiti parte da qui. Dall’ossessione di un atleta per il proprio corpo. Dal doping vissuto prima come una scappatoia, poi come un incubo. Infine come unica possibilità di rinascita.
È il doping che porta l’atleta alla distruzione del suo corpo, della sua carriera, di tutto ciò che ha costruito. Ed è, però, attraverso la scelta di doparsi che passa la sua rinascita. La sua ribellione. È con questa scelta che l’atleta trova la forza necessaria per liberarsi di tutto, di ciò che non ha mai voluto, delle pressioni della società, dello stress, di una vita ingabbiata in una routine che ha cancellato tutti i suoi desideri.
Per lui il doping diventa l’annullamento totale del fisico, annullamento che però lo libera dall’ossessione per il proprio corpo che diventa finalmente pura espressione di sé.
Attraverso i suoi errori, l’atleta riesce a ridefinire se stesso, la sua anima, la sua vocazione, il suo vero talento: quello di entrare in contatto con la natura grazie a un nuovo modo di vivere lo sport. Uno sport che lo rende libero e non più schiavo dei risultati, delle aspettative, delle vittorie. Delle medaglie.
News
-
Visita spettacolo al Teatro India
-
Il compratore di anime morte
-
“L’eco der core” Roma com’era, Roma com’è nei testi e nelle canzoni di Roma
-
Visita spettacolo al Teatro India
-
Una giornata fatale del danzatore Gregorio Samsa
-
Roma in versi
-
È nato il nuovo canale Instagram della Fondazione Teatro di Roma!
-
Teatro di Roma, nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione
-
Il Teatro di Roma diventa Fondazione
-
Carta Giovani Nazionale
-
Art Bonus - Sostieni il tuo teatro!