Yasmine Hugonnet
Le Récital des Postures (creazione 2014)
Coreografia Yasmine Hugonnet
Romaeuropa Festival 2016
Compagnia Yasmine Hugonnet / Arts mouvementés
Collaboratore artistico Michael Nick
Creazione luci Dominique Dardant
Costumi Scilla Ilardo
Sguardo, Ripetizioni Ruth Childs
Consigliere drammaturgico Guy Cools
orario spettacolo
ore 20.00
durata 50'
Produzione Arts Mouvementés, Lausanne (CH)
Coproduzione Théâtre Sévelin36 à Lausanne
Supporto Ville de Montreux, Fondation Ernst Göhner, Danse et Dramaturgie 2013-2014
Un progetto Société Suisse des Auteurs; Pro Helvetia; Ville de Lausanne
«L’immobilità non esiste, possiamo sempre giocare con ciò che vogliamo che rimanga immutato e ciò che, invece, desideriamo cambiare» ha affermato la coreografa svizzera Yasmine Hugonnet. E in effetti il suo Le Récital des Postures è un dialogo costante tra immobilità e movimento, tra il silenzio e il suono del corpo.
Prima tra gli artisti che animano i nuovi appuntamenti dedicati da Romaeuropa ad Aerowaves (network europeo volto alla promozione e circuitazione della danza di ricerca, di cui la Fondazione è partner a partire dal 2015), Hugonnet vanta un lungo percorso di formazione che spazia dalla danza classica al butoh e che la porta a lavorare come interprete e coreografa in diversi paesi del mondo (Norvegia, Francia, Slovenia, Svizzera e Taiwan), per poi fondare, nel 2010 a Losanna, la sua compagnia Arts Mouvementés. Proprio tra Losanna e Parigi oggi questa coreografa conduce la sua ricerca incentrata sull’idea di ‘postura’ come forma e luogo dell’immaginazione.
In Le Récital des Postures (spettacolo selezionato dagli Swiss Dance Days 2015 e da Aerowaves) è lei stessa a offrirsi in scena come strumento musicale all’interno di una silenziosa partitura. Dalla rudezza di una scena spoglia e silenziosa che chiede l’attenzione dello spettatore, il corpo tenero e poetico della Hugonnet si lascia lentamente comprendere in una dimensione lirica e suggestiva. Statua in movimento, dipinto, oggetto rituale, il suo corpo si articola in numerose posizioni, mostra ogni suo antro, ogni recondito frammento di pelle. Non è la carne di una danzatrice ma un corpo simbolico, archetipico, sociale: un organo ‘ventriloquo’ che è luogo di comunicazione.
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