Guy Cassiers | Toneelhuis | Toneelgroep Amsterdam
Autore Jonathan Littell
Regia, Adattamento Guy Cassiers
Romaeuropa Festival 2016
Adattamento, Drammaturgia Erwin Jans
Traduzione Janneke van der Meulen, Jeanne Holierhoek
Attori Bart Slegers, Fred Goessens, Hans Kesting, Jip van den Dool, Abke Haring, Alwin Pulinckx
Johan Van Assche, Katelijne Damen, Kevin Janssens, Vincent Van Sande, Diego De Ridder
Scenografia, Costumi Tim Van Steenbergen
Suono Diederick De Cock
Consulente luci Bas Devos
Video Frederik Jassogne
Assistente alla regia Lutje Lievens, Morgan Verhelle
Casting Hans Kemna
orari spettacoli
8 ottobre ore 19 .00
9 ottobre ore 17.00
durata 150’ con intervallo
Produzione Toneelhuis, Toneelgroep Amsterdam (NL)
Coproduzione deSingel Internationale Kunstcampus
In collaborazione con Le Phénix, Scène nationale de Valenciennes (FR), Maison de la Culture d’Amiens (FR), Istanbul Theatre Festival (TR), Festival Temporada Alta (ES), Romaeuropa Festival (IT)
Supporto Programma Cultura dell’Unione Europea
Nessun simbolo nazista, nessun segno collegabile all’Olocausto abita la scena di The Kindly Ones, nuova produzione di Guy Cassiers e frutto della collaborazione tra il suo Toneelhuis di Anversa e del Toneelgroep Amsterdam diretto da Ivo van Hove.
Per rappresentare Le Benevole di Jonathan Littell, il regista tra gli artisti più innovativi del teatro europeo, sceglie una scenografia dalla natura installativa ispirata alle opere di Rebecca Horn e Christian Boltanski. Tra gli episodi letterari più discussi degli ultimi dieci anni, il romanzo di Littell ha rappresentato un vero e proprio choc culturale: non solo l’Olocausto veniva raccontato dal punto di vista del carnefice, il generale delle SS Maximilien Aue; ma proprio questo protagonista si spogliava della propria ‘mostruosità’, svelando l’innata natura sadica dell’essere umano. Il Terzo Reich appariva come il frutto dell’unione di cittadini ordinari in marcia verso la totale follia.
In un presente che vede vacillare le fondamenta politiche dell’Unione Europea, Cassiers mette in scena la storia di Aue attraverso due differenti piani di rappresentazione: da un lato sul palco si susseguono i dialoghi atroci che degenerarono rapidamente nella Soluzione Finale; dall’altro l’immagine video -leit motiv nel lavoro del regista- ci conduce negli incubi del protagonista. The Kindly Ones crea così un cortocircuito tra la concretezza della parola, capace di concorrere alla costruzione dell’emarginazione, della violenza e dell’esclusione, e l’astrazione dell’immagine, allucinatoria e onirica, enfatizzazione della possibilità che questo incubo storico si ripeta in qualsiasi parte del mondo e in qualsiasi epoca. Che l’incubo si stia ripetendo, adesso?
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