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da AA. VV.
adattamento Attilio Marangon
regia Roberto Gandini
con Alessandro Nobile, Angelica Zaki, Camilla Forti, Bernini Carlos Carcia
Edoardo Lombardo, Emmanuel Rotunno, Fabio Piperno, Fabrizio Lisi, Federico Fedele
Francesca Nicosia,, Francesco De Miranda, Gabriele Ortenzi, Livia Travia, Lucia Zorzoli
Maddalena Giorni, Matteo Leporelli, Maura Ceccarelli, Melissa Cahigan, Michela Caponi
Sara Libertucci, Sara Tosato, Silvia Bartolomei, Veronica Aprile, Vittoria Mazzetti di Pietralata
musica Roberto Gori
scena Paolo Ferrari
costumi Loredana Maria Spadoni
coordinamento pedagogico Carla Dantimi
consulenza specialistica Maria Irene Sarti
assistente alla regia Luciano Pastori
assistente pedagogica Giulia Tetta
Il Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli è un’attività promossa, finanziata e organizzata da
Roma Capitale - Dipartimento Politiche Sociali, Sussidiarietà e Salute
U.S.R. Lazio Ufficio Scolastico Regionale
Teatro di Roma
orario spettacoli
giovedì 2 giugno ore 21.00
venerdì 3 giugno ore 10.30
sabato 4 giugno ore 10.30
domenica 5 giugno ore 19.00
durata 60'
età > 8 anni
info e prenotazioni
ingresso libero con prenotazione obbligatoria
tel. 06.58333672 | laboratoriogabrielli@teatrodiroma.net
Carosello italiano nasce dall’idea di fare uno spettacolo sul tema dell’identità italiana, dedicato alla Festa della Repubblica Italiana. Durante i primi incontri laboratoriali, abbiamo pensato che per parlare dell’italianità avremmo dovuto domandarci innanzitutto cosa voleva dire per noi sentirci italiani e ci siamo resi conto che il compito era difficile, anche perché negli ultimi tempi la cronaca ci imponeva rapidi e continui capovolgimenti di significato rispetto a parole come nazione, identità culturale, regole di convivenza civile.
Diventava allora più facile riflettere sui nostri difetti, era più semplice cercare di capire quel che siamo, partendo da quello che sembriamo, magari usando lo sguardo degli stranieri, ripensando ai preconcetti che all’estero si hanno sugli italiani, piuttosto che trovare quali sono i denominatori comuni che ci fanno sentire un popolo. E allora, partendo dalle osservazioni di Carlos e Melissa, due ragazzi del Laboratorio i cui genitori non sono nati in Italia, proprio attraverso il loro modo di vedere un po’ distaccato, abbiamo cominciato a trovare le idee per lo spettacolo. E subito sono emersi i nostri difetti: pressappochismo, trasformismo, esterofilia, e alla fine sono diventati una scena a più quadri.
Il titolo dello spettacolo è venuto cercando una musica per un balletto. E' saltata fuori la sigla dell’antica trasmissione televisiva “Carosello”, alla quale abbiamo aggiunto “italiano”, anche per non confonderlo con il film di Ettore Giannini “Carosello napoletano”. Una poesia di Giorgio Caproni “Falsa indicazione” ci ha ispirato lo sketch in versi “L’alberello”: “Confine” diceva il cartello. / Cercai la dogana. Non c'era. / Non vidi dietro il cancello / ombra di terra straniera.
Altri spunti ci sono venuti ripescando dal passato del nostro paese, storie d’italiani che hanno perso la vita, diventando “Màrtiri”, non avendo, il più delle volte, nessuna vocazione al martirio. Cercando nella letteratura per ragazzi abbiamo scelto “La piccola vedetta lombarda” di Edmondo De Amicis da “Cuore”, perché quella storia risorgimentale che esaltava l’atto di eroismo di un ragazzino, poteva anche fare venire in mente l’utilizzo che gli adulti compiono sfruttando l’entusiasmo dei giovani. Ispirandoci a “Il dizionario dei gesti italiani” di Bruno Munari abbiamo creato “La canzone dei gesti” che certamente non poteva mancare in uno spettacolo su ciò che caratterizza gli italiani.
Ci mancava però una storia forte, un personaggio significativo, capace di aiutarci nel compito di riflettere-raccontare l’Italia, e finalmente “piovve dentro all’alta fantasia” Enea, lo straniero in fuga dalla guerra, che fonda una nuova civiltà, dopo aver superato difficoltà sovrumane. Sì l’Eneide poteva essere la metafora giusta per raccontare un aspetto della nostra cultura e forse non solo nostra: l’emigrazione e l’immigrazione. Delle tante vicende dell’Eneide abbiamo scelto quelle a cavallo fra il V° e il VI° libro e cioè la morte di Palinuro e la discesa nell’Ade. Quel Palinuro che scivola sul fondo del mare da un “barcone”, ci sembrava attuale, ci sembrava parlasse di oggi, come succede ai classici che, come dice Calvino, non hanno mai finito di dire quel che hanno da dire, e quel troiano faceva rima tragicamente con siriano. Del resto anche Giorgio Caproni aveva pensato che Enea – raffigurato col padre Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio per mano – potesse essere la metafora dell’uomo del dopoguerra, “…con un passato che crolla da tutte le parti e che lui deve sostenere, e un avvenire che ancora non si riesce a sostenere da solo”. (Giorgio Caproni Passaggio di Enea- 1956).
Questi quadri, di cui ho accennato, sono solo alcuni dei dieci che compongono il saggio “CAROSELLO ITALIANO”. Molti di essi si modificheranno, cambieranno aspetto, anche durante le repliche, perché uno spettacolo del nostro laboratorio cerca sempre di modellarsi attorno alle capacità degli attori che vi recitano, e come di una canzone si trova la tonalità e il volume giusto solo provando a cantarla, così un ragazzo disabile o normodotato, cercherà e troverà il proprio modo di essere nel racconto insieme ai suoi compagni e al pubblico. Credo che il teatro sia la forma migliore di approssimazione alla conoscenza umana, perché con il teatro ci si può avvicinare alla verità giocando con sentimento e istinto e non solo con pensiero e razionalità. I ragazzi del Laboratorio Teatrale Integrato “Piero Gabrielli”, con i loro entusiasmi e le loro fragilità, ci possono suggerire un modo diverso di stare insieme, di sentirci italiani. L’idea è utopica lo so, ma qualcuno ha detto che il palcoscenico è lo specchio della vita, e allora, per lo stesso principio, la vita si può specchiare nel nostro “Gabrielli”.
Roberto Gandini
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