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Troubleyn / Jan Fabre
ideazione, regia Jan Fabre
coreografia Jan Fabre e i danzatori
Romaeuropa Festival 2015
Interpreti Lore Borreman, Katrien Bruyneel
Annabelle Chambon, Cédric Charron
Renée Copraij, Anny Czupper, Els Deceukelier
Barbara De Coninck, Piet Defrancq
Mélissa Guérin, Stella Höttler, Sven Jakir
Ivana Jozic, Marina Kaptijn, Gustav Koenigs
Sarah Lutz, Moreno Perna, Gilles Polet
Pietro Quadrino, Antony Rizzi, Matteo Sedda
Merel Severs, Kasper Vandenberghe
Lies Vandewege, Andrew Van Ostade
Marc Moon van Overmeir, Fabienne Vegt
Testi Jeroen Olyslaegers, Jan Fabre
Musiche Dag Taeldeman
Drammaturgia Miet Martens
Assistente alla regia Floria Lomme
Luci Jan Fabre, Helmut Van den Meersschaut
Costumi Jan Fabre, Kasia Mielczarek
Fotografia Sam De Mol
Partecipazione alla drammaturgia
Hans-Thies Lehmann, Luk Van den Dries, Freddy Decreus
Direttore di produzione Ilka De Wilde
Foto © Phil Griffin
Performer Gustav Koenigs
Prodotto da Troubleyn/Jan Fabre Coprodotto da Berliner Festspiele/Foreign Affairs, Concertgebouw Brugge/December Dance, Julidans 2015 Amsterdam Con il supporto della città di Antwerp & Angelos, Antwerp Troubleyn/Jan Fabre è supportato dal Governo Fiammingo Presentato da Romaeuropa Festival
orari spettacolo
durata 24 ore
inizio 17 ottobre ore 19 - fine 18 ottobre ore 19
biglietti
da € 15 a € 35
In un’intervista del 2009 Jan Fabre spiegava: «Sto rileggendo tutte le tragedie greche: in qualche anno realizzerò uno spettacolo della durata di 24 ore». Il momento è arrivato, “Mount Olympus” debutterà in prima italiana festeggiando per un giorno e una notte il trentennale del Romaeuropa Festival. Fin dal suo debutto negli anni ‘80 del secolo scorso, Fabre si è sentito a suo agio con le maratone teatrali, con “Mount Olympus”, però, raggiunge non solo una durata eccezionale, ma anche un obiettivo inusitato: un’immensa memoria in forma teatrale, che ricomponga la letteratura tragica e il senso del tragico della Grecia Antica. I testi sono collazionati dai classici e riscritti e miscelati da Jeroen Olyslaegers in un flusso in cui, via via, si infiltrano nuove storie. Il tutto è funzionale a creare una macchina scenica demoniaca, notturna e diurna, che apre un varco tra la materia antica e la modernità, come nello stile di Fabre. Un’ode all’immaginazione per 27 interpreti -tra musicisti, danzatori e attori-, una fusione totale tra le arti che affonda le sue radici in un mondo mitico dominato dalla penombra per dipanarsi poi nel tempo: satiri e ninfe incontrano gli uomini e gli dei dell’età barocca, tra il germogliare del pensiero e l’incendio delle passioni. Se la nostra cultura ha le sue radici nell’Antica Grecia, nei suoi miti, nella sua filosofia, nei suoi sogni, in “Mount Olympus” s’incrociano i destini di eroi ed eroine delle guerra di Troia, insieme a Medea, Antigone, Prometeo, Edipo ed Electra, prima che fossero intercettati dalla psicoanalisi. Deliberatamente è ricomposta l’unità aristotelica di tempo e luogo: secondo il filosofo greco, le storie narrate nelle tragedie dovevano articolarsi in un unico posto, dall’alba al tramonto. Fabre ne reinterpreta il pensiero, invitando lo spettatore a immergersi per 24 ore in un solo luogo: un universo teatrale incandescente.
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