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Dal 13 al 17 maggio al Teatro India Factory Compagnia Transadriatica porta sulla scena La bisbetica domata di William Shakespeare, nella traduzione e adattamento di Francesco Niccolini per la regia di Tonio De Nitto
Dal 13 al 17 maggio al Teatro India di Roma
La bisbetica domata
di William Shakespeare
traduzione e adattamento di Francesco Niccolini
regia di Tonio De Nitto
con Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano,
Franco Ferrante, Antonio Guadalupi, Filippo Paolasini, Luca Pastore, Fabio Tinella
musiche di Paolo Coletta - scene e realizzazione pittorica di Roberta Dori Puddu
scenotecnica costruttiva Luigi Conte
costumi di Lapi Lou - luci di Davide Arsenio
Produzione Factory Compagnia Transadriatica
Dal 13 al 17 maggio al Teatro India Factory Compagnia Transadriatica porta sulla scena La bisbetica domata di William Shakespeare, nella traduzione e adattamento di Francesco Niccolini per la regia di Tonio De Nitto. La compagnia salentina ritorna ad affrontare Shakespeare, dopo Sogno di una notte di mezza estate e Romeo e Giulietta, insistendo ancora una volta su una lettura corale e visionaria dove la musica e la rima concorrono a restituirci una sorta di opera buffa, caustica e comicamente nera. Sul palco Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Franco Ferrante, Antonio Guadalupi, Filippo Paolasini, Luca Pastore e Fabio Tinella, mettono in scena una commedia che diventa favola nera, grottesca, più contemporanea, nel cinico addomesticamento che non è molto diverso dallo spietato soccombere.
La bisbetica domata racconta la storia di Caterina, di sua sorella Bianca e di un intero villaggio che ha ferito e svenduto un bene prezioso. Caterina l’inadeguata, la non allineata, è la pazza per questo villaggio. Dietro di lei, spigolosa ma pura e vera, un mondo di mercimoni, di padri calcolatori, di figlie in vendita, di capricci lontani dall’amore, di burattinai e burattini non destinati a vivere l’amore, ma a contrattualizzarlo. Tuttavia Caterina non sta a questo gioco e come in una fiaba aspetta, pur non mostrando di volerlo, un liberatore, un nuovo inizio che suo malgrado potrà costarle molto più di quanto immagini. «Da un lato della scena si ride, ci si traveste, ci si manda bacini e dichiarazione d’amore, dall’altro si esercita la violenza, a livelli da incubo – commenta Francesco Niccolini – Caterina non può mangiare, non può dormire, i vestiti le vengono strappati di dosso, la luna diventa il sole e gli uomini scambiati per donne. E il peggio accade quando la porta si chiude e noi non vediamo e non sentiamo più. Potrebbe essere un film dell’orrore, di quelli che portano la moglie alla camicia di forza. Ma se di norma al cinema, all’ultimo istante, arriva un principe azzurro che ti salva appena in tempo, qui non arriva nessuno, e Caterina piega la testa … Ma di Caterina, quella ragazza tutto pepe e rivolta, che sognava di innamorarsi, un marito, un matrimonio e una vita sua, non c’è più traccia. Obbligata all’umiliazione totale, tutti le voltano le spalle: cosa la attende tra le mura di casa Petruccio, è un problema solo suo, ormai. Noi qui, dall’altro lato della scena, possiamo fingere di essere felici».
Una lettura corale per rinnovare e riattivare l’universo shakespeariano dove destino e sentimento si mescolano, le pene amorose e i meccanismi della sorte si materializzano sul palcoscenico come fossero attori imprevedibili e capricciosi. Così, il piacere di giocare con il teatro rende il pubblico complice degli equivoci, dei travestimenti, delle sorprese e dell’ironia che Shakespeare utilizza per accompagnarci nel continuo viaggio tra sogno e veglia, tra teatro e realtà, tra il tragico e il comico.
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