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un progetto di Andrea Baracco, Biancofango
Luca Brinchi e Roberta Zanardo (Santasangre)
drammaturgia Francesca Macrì
regia Andrea Baracco
SHAKESPEARE ALLA NUOVA ITALIANA
personaggi e interpreti
Amleto - Lino Musella | Gertrude - Eva Cambiale
Claudio - Paolo Mazzarelli | Orazio, Guilderstern - Michele Sinisi
Polonio, Osric, Attore - Andrea Trapani
Laerte, Rosencrantz, Attore - Woody Neri
Ofelia - Livia Castiglioni | Spettro - Gabriele Lavia (in audio e video)
impianto scenico, disegno luci, costumi
Luca Brinchi e Roberta Zanardo
progetto video Luca Brinchi, Roberta Zanardo e Daniele Spanò
collaborazione al disegno luci Javier delle Monache
collaborazione ai costumi Marta Genovese
direzione tecnica Javier delle Monache
direzione di produzione Alessia Esposito
orari spettacolo
venerdì ore 21.00
sabato ore 19.00
domenica ore 17.00
durata
2 e 15 minuti più intervallo
27 settembre APPENA FATTO!
Al termine dello spettacolo Attilio Scarpellini dialoga con Andrea Baracco, Luca Brinchi,
Roberta Zanardo e Biancofango.
Produzione Teatro di Roma
Festival Romaeuropa, 369gradi
in co-produzione con
Festival Internacional de Teatro Clásico de Almagro
in collaborazione con Tfddal - Teatro Franco Parenti, La Corte Ospitale, ATCL (Associazione Teatrale tra i Comuni del Lazio), Kollatino Underground, con il sostegno di Carrozzerie|n.o.t, Claudio Angelini (Città di Ebla), Link Academy
Grasso, goffo, quasi calvo: Amleto torna sulla scena come non ce lo aspetteremmo, in uno spettacolo che di questo personaggio dai mille volti offre una decifrazione contemporanea per un’opera creata da William Shakespeare tra il 1598 e il 1602. “The Tragedy of Hamlet, Prince of Denmark” è una icona del teatro mondiale. Il motivo probabilmente risiede nel fatto che rompendo una aurea regola del teatro classico secondo cui il dramma è centrato sulla azione, Shakespeare sposta il peso della drammaturgia sul personaggio principale, il pallido principe danese. Così, in poco più di quattro secoli, Amleto è divenuto un caleidoscopio, da eroe a inetto, da fine intellettuale a cronico indeciso, dubbioso, oppure malinconico, perfino affetto dal complesso di Edipo, secondo una lettura psicanalitica: interpretazioni queste che nel tempo si sono stratificate sul testo restando ancorate all’epoca in cui hanno visto la luce.
Regista con all’attivo spettacoli di autori classici e contemporanei, in particolare britannici, come nel suo precedente “Giulio Cesare”, Baracco rimaneggia il testo di Shakespeare in uno sforzo di fedeltà che vuole superare la parola, scrostare le sedimentazioni, restituire la complessità dell’opera. Un Hamlet in bilico e sul punto di cadere, come «l’uomo di oggi fragile e compromesso, che si trova costantemente a ruzzolare a terra inciampando nelle trappole che qualcuno ha depositato». Dieci personaggi, i principali della tragedia di Shakespeare che ne conta una trentina, prenderanno vita dentro una scenografia fatta di schermi a varie dimensioni, con proiezioni e video talvolta sovrapposti, per rendere attraverso un segno minimalista la cifra liquida, ambigua, sfuggente di Amleto.
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