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Il Dante di Nekrosius debutta in Italia «È la poesia perfetta»
MILANO - «All'Inferno ho unito il Purgatorio. Il Paradiso? Chissà se lo raggiungerò... Non so ancora se sono riuscito a toccare, a rendere sulla scena il "suono" delle cantiche». Così Nekrosius (nella foto), con elementi del Purgatorio, novità rispetto all'anteprima vista il dicembre scorso a Vilnius, porta la Divina Commedia in prima mondiale al Verdi di Brindisi dal 21 maggio (poi allo Storchi di Modena). E avvia una settimana di spettacoli, dal romeno Visniec a Koreja a Fibre Parallele, convegni su Dante, drammaturgia, critica, ideati da Teatro Pubblico Pugliese e Regione. «Perché la Divina Commedia in teatro? Per conoscerla di più. Ma è talmente perfetta in sé che la letteratura vince. Come spesso la musica. Il teatro ricco di tanti mezzi ha più limiti». E il regista lituano, già Premio Europa, spiega che «la lingua poetica di Dante, poesia non racconto o dramma, è una fonte inesauribile che ti dà una tale libertà creativa da non sapere come afferrarla». Esalta poi «la laconicità del testo, un valore nell'arte. Aiuta gli attori a creare uno spazio maggiore per gli spettatori, non suggerisce, si rivolge all'individuo, lo scalda, lo incoraggia a pensare». In un'intervista a Audronis Liuga ha detto che non bisogna esprimere tutto, «basta la conoscenza. Da giovani si vuol condividerla, poi essa si riduce, sempre più col passare degli anni». Per definire l'Inferno usa tre parole: «Dolore. Fuoco. Lontananza. Bisogna rispettare il dolore». Anche nel Purgatorio «l'asse portante è il viaggio di Dante (l'attore Rolandas Kazias, ndr). Assieme a Virgilio, due artisti, due uomini saggi. E Beatrice è la musa, è tutto. Le figure incontrate nel grande mosaico sono invece nate da improvvisazioni - scartate quelle pulp, ci vuole rispetto verso sé stessi - di giovani attori, come forme di un unico personaggio da interpretare con simpatia». Dell'uomo Dante, oltre la saggezza, l'ha colpito «il coraggio di criticare la Chiesa, i governi, la sua città, Florentia... era un dissidente, è stato perseguitato (ma non mi interessa né l'aspetto politico, né riferito al presente). E Virgilio è il vento che spinge il poeta, talvolta lo colpisce al petto, gli fa abbassare la testa, lo rimette al passo». Il viaggio nell'oltretomba è un percorso nel buio... «Dante ci fa attraversare stadi estremi. Bisogna fare l'esperienza dell'ombra per arrivare alla luce assoluta. La presenza di una vita "oltre" è nella cultura cristiana del mio Paese un conforto. Io credo che dopo morti non svanisca nulla, né corpo né anima né pensiero». E dei dannati che nel suo Inferno mandano lettere ai vivi, dice: «Spero di aver risolto teatralmente questo desiderio». Nekrosius in Italia. Direttore artistico all'Olimpico di Vicenza prepara per autunno il Paradiso e Fedra, con l'italiana Diletta Acquaviva. Si sente legato al nostro Paese: «Amo l'Italia, la sua cultura, gli artisti, il cibo, tutto».
Claudia Provvedini
11 aprile 2012 | 16:08
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