lunedì 7 maggio ore 21.00 Teatro Argentina Spazio Pandolfi | ingresso libero
Sarà il palcoscenico Pandolfi del Teatro Argentina – la struttura che prolunga lo spazio scenico fino al centro della platea in un rapporto più diretto e intimo con il pubblico – ad ospitare lunedì 7 maggio alle 21.00 La sonata a Kreutzer di Tolstoj, nella versione teatrale di Alvaro Piccardi, anche protagonista e regista.
Uno spettacolo forte, violento, emotivo, che restituisce la drammatica attualità di rapporti di coppia che incrociano pulsioni distruttive, smanie di possesso e ossessioni morbose verso la donna amata. È quanto vive il protagonista, Pozdnysev, l’uomo assolto dalla giustizia per l’omicidio della moglie, che Tolstoj racconta nelle pagine della Sonata a Kreutzer scritta nel 1889, ispirandosi alla celebre sonata per violino e pianoforte di Beethoven Mentre Piccardi riversa sulla scena il lucido e distaccato monologo dell’uxoricida per ripercorrerne le tappe fondamentali, dalla gioventù dissoluta e libidinosa, al rapporto con le donne e con il sesso, al matrimonio, fino al dramma della gelosia e al delitto, percepito come semplice incidente.
La sonata a Kreutzer, la più sofferta e drammatica di tutte le opere del maestro russo, conserva forti elementi autobiografici: infatti, in quegli anni, sua moglie si invaghì di un musicista che frequentava la sua casa, e la grandezza di Tolstoj fu nell’invenzione di un personaggio e di una storia che fossero proiezione potente del tumulto del suo animo e dei suoi sentimenti. Ha così inizio il racconto di Pozdnysev: l’incontro con la moglie, il matrimonio, le ragioni del delitto. Il protagonista continua poi a riflettere sul matrimonio, sulla sessualità, sull’amore, sulla necessità di una delirante teoria della castità come unica possibilità di uscire dal conflitto fra i sessi, a costo dell’estinzione del genere umano. Espone e chiarifica i motivi che lo hanno portato all’omicidio: la nausea del matrimonio, la gelosia nei confronti della moglie, il rapporto di lei con un musicista, la sua infatuazione, l’ebbrezza di lei nel suonare “La sonata a Kreuzer” con il presunto amante, l’odio invece del protagonista nei confronti della musica, sollievo per l’anima ma anche elemento di corruzione dell’anima stessa.
«E’ la storia di un’ossessione – commenta Piccardi – l’ossessione della donna, l’incapacità di riconoscere la donna come essere umano, ma solo come oggetto di desiderio. Solo dopo morta il protagonista ammette “Guardai il viso di lei, livido e gonfio, e per la prima volta mi dimenticai di me, dei miei diritti, del mio orgoglio, e per la prima volta vidi in lei una creatura umana”». Lo spettacolo è dunque il viaggio di un attore nella zona di confine fra realtà e allucinazione, fra l’esplosione dei sentimenti e il freddo e delirante argomentare, una ricerca delle vibrazioni più intime e interiori dell’animo umano al sevizio delle necessità del personaggio e del testo di un grande autore del passato: un testo ancora oggi vivo e palpitante in grado di illuminare in modo potente zone inquietanti e scomode della nostra esistenza.
una produzione Politecnico Teatro
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