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Lo sguardo di Stoppard, come ha più volte egli stesso dichiarato, è sempre stato alla ricerca di un rapporto metaforico della vita come teatro, il teatro, cioè, come luogo dove si attua quella finzione senza fine nella quale ogni essere umano non è altro che la parte che recita simbolicamente. È un rapporto che si basa sull'assenza di certezza, su un'idea relativa della realtà che, se vogliamo, è uno dei punti cruciali del pensiero moderno, del teatro moderno, da Pirandello a Beckett fino, in qualche modo, a Pinter. L'arte drammaturgica di Stoppard è, in questo, postmoderna, capace di usare codici espressivi fortemente simbolici, a volte assolutamente irrealistici, capaci comunque di mostrare l'immagine dell'uomo che nega l'esistenza effettiva di se stesso, impantanato dentro una profonda condizione di illusione, nella difficoltà di muoversi in paesaggi irreali o, in ogni caso, nei quali la realtà è fortemente minata dall'illusione. La forza di Stoppard, inoltre, sta nel costruire la sua scrittura restando sempre in bilico tra collage e divertissement, in una sorta di non-storie sempre rimodellate anche grazie a una grande abilità stilistica e linguistica di utilizzare la eterogeneità dei linguaggi con cui il mondo contemporaneo ci mette in contatto.
Molto di tutto questo si trova in questa straordinaria trilogia con la quale l'autore mette le mani nei sogni collettivi letti attraverso la lente profonda dei sogni provati, le passioni, gli amori, le illusioni che sorreggono i fallimenti ideologici e quelli privati personali, in una miscela che, proprio come il teatro sa fare, racconta in profondità l'uomo.
Credo ci sia molto da ‘ammirare' in questa straordinaria trilogia di Tom Stoppard, qui al suo primo allestimento italiano firmato da Marco Tullio Giordana, alla cui realizzazione il Teatro di Roma ha voluto aderire accogliendo il progetto ideato da Michela Cescon. Un progetto autorevole e impegnativo condiviso con il Teatro Stabile di Torino, che con soddisfazione presentiamo al pubblico italiano.
Gabriele Lavia
Direttore Teatro di Roma
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