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Arthur Miller rimproverava Williams di non immergere i suoi personaggi in un concreto tessuto di circostanze storiche. Io credo che proprio questa sia la grandezza di T. Williams: svuotando i suoi testi da un contesto storico ha reso i personaggi memorabili, enormi ed universali, sembrano a tratti eroi ed eroine delle grandi tragedie greche, dove l'eroe questa volta accetta la decadenza del vivere quotidiano senza sfidare gli dei, ma lottando con le proprie ossessioni, proprio come fa Blanche, la protagonista del nostro testo, troppo ammalata di vita per riuscire a vivere.
In lei tutto sembra menzogna, finzione, artificio ma quella maschera tragica è troppo dolorosa per non sgretolarsi e scoprire che l'urlo non è un buco in un volto di argilla ma è uno squarcio dell´anima impossibile da sopportare e che gli unici déi moderni che possono salvarla sono i medici (figure spesso presenti nei testi di T. Williams). A loro ci si affida pur di morire vivendo in un lirismo di assenze, in un ultimo tentativo disumano che ci obbliga e ci costringe ad usare tutte le nostre forze pur di adeguare la realtà ad un ideale e vincere l´angoscioso senso di solitudine.
Antonio Latella
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