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Sulla sinistra, in proscenio, gigantesca la tomba di Silvia Agliani. Il monumento alla moglie-santa. All'amante-puttana. Sì, perché Silvia Agliani, più che moglie, più che madre, fu amante di Martino Lori. Per confessione dello stesso Lori.
Lori si accorge, alla fine, di vivere in un mondo rovesciato, al contrario. Nell'Antiterra.
Pirandello è un filosofo, sapeva che i Pitagorici credevano nel numero 10 come numero perfetto. Poiché l'universo è perfetto, pensavano, osservando che si vedono solo nove pianeti, pensarono che ci dovesse essere necessariamente il decimo pianeta che chiamarono l'Antiterra. che non è visibile ma c'è e dove tutto accade ‘al contrario'. L'Antiterra è il contrario (sovrapposto) della Terra. Il mondo rovesciato pirandelliano è quell'altrove al contrario, quell'Antiterra, dove tutto è ‘rovesciato'.
Qualche volta potranno camminare all'indietro i personaggi?
La moglie-amante-santa-puttana può apparire come fantasma?
Per tutto il tempo si sentono tuoni lontani e vicinissimi.
La protagonista di Tutto per bene è morta e si è portata nella morte il mistero della maternità.
Si dice che Palma sia la figlia di Salvo Manfroni ma sono voci, sono la doxa, sono gli oracoli di Edipo. Ma chi può assicurare che sia la figlia dell'onorevole Manfroni? Questa madre morta si chiama Silvia ed il nome di Silvia ci rimanda alla Silvia del Gioco delle parti, alla visione pessimistica della figura femminile ma ancora più cupa. Silvia è l'incertezza dell'Essere... Padre. Silvia è figlia di una megera (così sarà definita dal Manfroni) è una donna che ha avuto tanti uomini ed è ancora in «ottimo stato di conservazione». Chissà se Silvia è veramente figlia del professor Agliani? La signora Barbetti non è stata una moglie «onesta». Per Pirandello questo significa che la madre di Silvia, la Barbetti, è una puttana, una donna senza onore e che disonora. La Barbetti è da nascondere. Silvia non la considerò più la propria madre. Se ne vergognò. Ma Silvia non è diversa dalla madre.
Arriva a Roma ed è subito presa dal giovane deputato Salvo Manfroni. Mira in alto. E il giovane Manfroni è preso subito da lei.
Però lui non la sposa, sposa un altro, un impiegatuccio del ministero della pubblica istruzione, «senza nervi», come dice la commedia. Perché? Semplice, Manfroni non la può sposare per due ragioni, primo è una figlia di una donna disonorata, cioè impresentabile: ha lasciato il marito ed è andata a vivere con un altro uomo. Poi si è concessa, Silvia, prima del matrimonio e quindi anche lei è disonorata e solo come puttana può essere usata.
Manfroni poi vuole fare un'onorata carriera politica e deve stare molto attento e quindi respinge Silvia che per ripicca sposa Lori ma continua però, nonostante il matrimonio, la sua relazione adulterina con Manfroni. Ma Silvia non sopporta fisicamente il marito. Lo dice chiaro la novella: da un mese dimostrava «un'acerba ripugnanza ». E dunque nessun rapporto fisico col marito per un mese.
Scappa di casa dopo aver scritto una lettera a Lori, il marito, dove dice che tutto è finito, di non cercarla mai più. Ma lascia il nome dell'albergo dove si trova. Perché? Silvia va dall'onorevole Manfroni e gli dice di essere incinta di lui. Manfroni la rispedisce dal marito. Non vuole scandali: è un ministro... Chiama Lori, lo nomina suo segretario particolare poi battendogli la mano sulla spalla gli dice di andare a casa dove avrebbe ritrovato la moglie docile come un agnellino.
Manfroni ha rimesso a posto il mondo senza fare polveroni.
Appena Lori entra in casa Silvia gli si butta addosso sensuale e gli si dona come mai prima. Quella notte Lori celebrò le sue vere nozze.
Cosa sta accadendo? I casi sono due. Primo: Silvia è incinta di Manfroni ma deve contrabbandare la sua gravidanza con Martino Lori; per questo ‘deve' fare immediatamente sesso con il marito nonostante l'acerba ripugnanza; secondo: Silvia non è in cinta di Manfroni e ha detto una bugia solo per farsi sposare e fa l'amore con Lori per restare in cinta e far credere a Manfroni che quella creatura che nascerà è sua.
Non sapremo mai quale sia la verità. Questo essere "come tu mi vuoi" è pirandelliano.
Personalmente credo che Palma sia veramente figlia di Lori. Manfroni la crede sua e tutti la dicono figlia di Manfroni.
La vendetta di Silvia così è perfetta. Solo Pirandello poteva essere così demoniaco.
Silvia vuole punire entrambi. Tenendoseli entrambi. In casa. Finge di essere gelosa delle carte del padre per avere sempre accanto Manfroni. Fanno dunque sesso forse nel letto coniugale del Lori. E Silvia fa sesso con l'aborrito marito per fare ingelosire l'amante.
Silvia non ama la figlia («quella lì»). «Non voleva essere madre!»
Il sesso fatto per odio e dispetto verso Manfroni Lori lo chiama amore. Ma Lori sa di mentire. La ripugnanza fisica non passa da un giorno all'altro.
E poi Lori non ha «nervi». Basta poco a Pirandello per dirci tutto del rapporto di coppia tra Silvia e il marito.
Silvia è un campione di ‘puttaneria' come sua madre. E Palma? Si è sposata solo per il nome. Per diventare, lei, figlia di puttana, una marchesa. È di famiglia l'escalation sociale. La Barbetti con lo scienziato. Silvia coll'onorevole. Palma col marchese.
Pirandello sembra azzardare quasi uno schizzo di stampo deterministico sulla ‘puttaneria' delle donne.
Silvia Lori ha tradito il marito prima ancora del matrimonio, ha avuto una figlia dall'amante ed è morta senza mai rivelarlo al marito. Figlia di tanta madre Palma non può essere di meglio.
Sposa per puro interesse lo squattrinato marchese Gualdi che per una dote fantastica con cui Manfroni compra il titolo di Marchese alla figlia si prende in moglie una ‘figlia di puttana' disonorevole.
Un vero scandalo: tanto che al matrimonio non ci va nessuno.
Marito, moglie, Manfroni e un cinematografaro come testimone e il falso padre? Lori.
E Palma disprezza il marito già all'indomani delle nozze. Che donne!
Dalla figlia alla madre per risalire addirittura alla nonna che Pirandello mette in scena nella prima parte pur senza avere legami poi con l'intreccio se non per precisare e completare l'albero genealogico femminile della famiglia. La nonna è il primo anello di questa catena di donne sciagurate, un'avventuriera che ha abbandonato il marito, ha avuto un figlio da un altro uomo, vivo ancora il marito, fuori da ogni legge, da ogni onore, da ogni buongusto. Ha la sfacciataggine di presentarsi allo ‘strano' matrimonio di una nipote mai vista, figlia di un genero mai visto, per raccomandare al marchese Gualdi il figlio del suo secondo uomo: un effeminato senza arte ne parte. Che gente! è proprio il caso di dire.
Ma Tutto per bene non si esaurisce in questa rappresentazione critica e negativa della donna. Riaffiora il tema della maternità e con una articolazione nuova in Pirandello e forse unica.
In Pirandello la maternità assolve i peccati del sesso quando si è peccato contro una astratta moralità, contro un generico buon costume imperante, non contro una persona concreta, precisa. La maternità non santifica Silvia Lori che ha amato contro le leggi del matrimonio, ha amato offrendo e tradendo vergognosamente il marito e che non ha mai confessato la sua colpa e che ha permesso che dietro di lei, al di là della sua morte, tutta la società considerasse Martino Lori un uomo abbietto, meschino, profittatore, ipocrita. E per Silvia la maternità è una condanna e non una salvazione. Lori lo dice (ma sarà vero? È verosimile tutta questa storia? Lo dice proprio al rivale: «T'odiò... e odiò in se anche il frutto del tuo amore. Non voleva essere madre. Fu la mia amante, più che madre di quella lì».
Ben diversa dal futuro O di uno o di nessuno dove Melina vuole la maternità anche se non sa chi dei due amici Carlino e Tito l'abbia messa incinta. Pure Melina è un bel tipo!
Qui no. Silvia non vuole essere madre. Diventa madre per vendetta e proprio questo è il peccato che non può essere perdonato. Silvia resterà sempre nel suo ruolo di amante per poter diventare madre. Ha tradito il marito con l'amante, e ha tradito l'amante col marito. Silvia è il ‘tradimento'.
Ma Silvia aveva poco più di trent'anni in un mondo dove ci si sposava a 18 nel continente e a 15 in Sicilia.
A 30 si è zitelle.
È possibile che Silvia così bella non si sia mai sposata?
E chi si sarebbe sposata una donna che aveva una famiglia così scandalosa e disonorata?
Anche la Signorina Cei ha 30 anni. Anche la Signorina Cei sta nella storia grazie a Salvo Manfroni. Pirandello mette trappole ovunque... Anche la Cei?... Mah!...
Cosa ha donato, come ha dato il suo corpo a Martino Lori questa Silvia Agliani? Quali gioie travolgenti ha dato al cavalier Lori, così travolgenti che da bastar per il resto della sua vita, per non accorgersi nemmeno di una donna che gli si offre come la Signorina Cei?
La gente ride del fatto che per sedici anni ogni giorno, con ogni tempo: sole, pioggia, vento Martino Lori sia andato al cimitero a trovare la morta moglie-amante e rievocare nei colloqui silenziosi con lei la ricchezza sfrenata di quell'Eros durato tre anni.
«Fu mia da allora, fu mia, mia, mia soltanto, dalla tua nascita alla sua morte, per tre anni, mia, come nessuna donna fu mai d'un uomo!»
Strano però che poco dopo dica a Manfroni che le carte del padre di Silvia «Servirono soltanto per nascondere la tresca; per darti il pretesto di stare a casa mia, vicino a lei!».
Ma insomma fu solo di Lori per tre anni o no?
No! Proprio no e Lori lo sa bene.
O forse Silvia, attraverso la sua maternità consegna quei due uomini alla ‘trappola' della vita?
O forse è proprio quell'odio profondo, nascosto, inconfessabile verso il sesso che la donna rappresenta che attraversa anche Tutto per bene?
È certo, e lo vedremo, che Martino Lori cade più volte in contraddizione riguardo al suo strano passato.
Non ha visto Martino Lori o ha chiuso gli occhi per non vedere? Era accecato, dice lui, dalla luce che gli era entrata in casa e questa luce era Salvo Manfroni.
Silvia Agliani, dalla novella, scopriamo che aveva la stessa età della Signorina Cei quando si sposò.
Dunque anche lei non giovanissima ma bellissima. Perché dunque così bella nessuno la sposò?
Per la stessa ragione per cui Plama, bellissima, deve pagarsi un marito vecchio e marchese. Perché Palma come la madre Silvia è impresentabile perché figlia di una puttana.
È la donna la depositaria fisica dell'onore dell'uomo. Una donna disonora tutta la famiglia.
La vita è vento, la vita è mare, la vita è fuoco non la terra che si incrosta e assume forma. Ogni forma è la morte (la trappola).
Qui ci sono donne che sono uscite dalla forma-morte-società-matrimonio.
Ma le forme uccidono la vita di chi non ce l'ha e fanno vivere in condizione di "naturalezza" chi le riempie della propria vitalità. Ha senso qui opporre la naturalità della bestia all'artificialità dell'uomo civilizzato? No, perché in Tutto per bene tutto è morto. Tutto è coperto di polvere come dice Manfroni.
Uno, nessuno, centomila...
«Quando uno vive, vive e non si vede. Conoscersi è morire. Lei sta troppo a mirarsi in codesti specchi, in tutti gli specchi, perché non vive. Vuole troppo conoscersi, e non vive».
Ma Martino Lori non è normale. Nella novella Quand'ero matto Pirandello dice «Non c'è via di mezzo o si è santi o si è matti».
È santo Martino Lori... è matto... o un sublime mascalzone? O semplicemente un cornuto con forti pulsioni omosessuali nei confronti di Manfroni?
Ma a voler credere a tutto quello che dice Lori che cosa ha provato con la moglie amante. «Fu la mia amante! Più che mia moglie per odio verso di te».
Quel sesso senza amore ma pieno di odio e di vendetta era un sesso pieno di perversione. È un sesso demoniaco e infatti nella stessa novella gli occhi di Silvia sono verdi quasi fosforescenti... diabolici.
È l'odio e la vendetta in quelle notti di violenta passione che hanno come vampirizzato Martino Lori tanto che, come un vampirizzato appunto, va alla tomba della moglie tutti i giorni da sedici anni.
È questo sesso sfrenato demoniaco che ha fatto impazzire Martino Lori alla morte della sua moglie-amante-puttana?
I pazzi in Pirandello hanno gli occhi a cannocchiale. Mattia Pascal, Romeo Daddi, Martino Lori. A cannocchiale rovesciato: per anni la loro filosofia consiste nell'allontanamento del vicinissimo.
Nella novella Da sé dice: «La vita gli si era tutt'a un tratto svuotata di senso... s'era trovato all'improvviso a tu per tu con un altro sé stesso che egli non conosceva affatto, in un altro mondo che egli si scopriva adesso per la prima volta attorno: duro, ottuso, opaco, inerte.
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