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La novella da cui è tratto il copione di Tutto per bene è del 1906 mentre il testo teatrale è ambientato nell'Italia dei primi anni venti. Che decisioni avete preso circa la dislocazione cronologica della messa in scena?
La collocazione temporale dello spettacolo è stata una scelta difficile. Il testo teatrale è del '20, ma esiste la novella - da cui la drammaturgia è germinata - risalente al 1906. Come procedere allora? La discussione su questo tema è cominciata, credo, a febbraio ed è andata avanti fino a novembre. Abbiamo disegnato e ridisegnato bozzetti ispirati a linee e stili di epoche diverse e in varie versioni; alla fine abbiamo scelto di ambientare la messa in scena negli anni venti, rispettando la data della prima messa in scena.
La ragione sta nel fatto che Lavia voleva assolutamente rispettare l'assunto pirandelliano in cui è tratteggiata una società immorale, la cui apparenza però è perbenista, impregnata di una formalità apparente che nulla concede all'interiorità, alla verità, alla correttezza morale. Per usare ancora un'espressione di Lavia, «l'abbigliamento formale fino all'eccesso» dei personaggi doveva quindi evidenziare una società che strenuamente difende la sua formalità esteriore tanto più ha da nascondere del «marcio in Danimarca».
Tra la novella e il copione sono percepibili delle differenze, non sostanziali concettualmente, ma evidenti: differenze di gestualità, di postura, di comportamenti. Da questo punto di vista la drammaturgia, specie per quanto riguarda modi e forme di costruzione del rapporto fra uomo e donna, è per l'appunto più ‘di casa' negli anni venti, che al principio del secolo.
In un'altra occasione tu hai affermato di considerare i costumi come una seconda pelle dell'attore anzi, in alcuni casi, forse la sua prima pelle - tenuto conto del ruolo che egli sta interpretando. In questo senso è fondamentale il dialogo da te stabilito con il regista, attraverso il quale evinci il mondo che egli vuole rappresentare...
Lavorando su Tutto per bene, da dove è partito il tuo dialogo con Lavia?
Il confronto con Lavia a proposito di Tutto per bene partiva dal presupposto che i ‘panni sporchi' - o sporchissimi che siano - si lavano in casa. Più si procedeva nel progetto, più era chiaro che, in questo spettacolo, disegnare i panni dell'attore era un problema di pura ricerca formale. L'estetica della nostra messa in scena è infatti assolutamente ‘formalistica'.
Per il senso di formalismo e di estetismo che domina il terzo decennio del secolo, potremmo dire che gli abiti degli anni venti erano veri e propri "costumi"?
Come sai da alcuni anni insegno all'Accademia del Costume e Moda e avendo quindi un maggiore rapporto con il mondo della moda, oggi riflettendo mi riesce difficile separare arbitrariamente il termine costume da quello di moda. L'abito si evolve nel tempo per ragioni che adesso sarebbe troppo lungo analizzare, possiamo però dire che la moda di ieri imponeva dei livelli formali nell'abbigliamento a cui oggi non siamo più avvezzi e, tornando a noi ed alle scelte fatte, direi che il formalismo di cui è impregnata la cultura degli anni venti, ci è stato di prezioso aiuto nel mettere a fuoco quella società che aveva descritto Pirandello in Tutto per Bene inteso ovviamente come rispetto esteriore della formalità.
Andrea Viotti
Diplomato all'Accademia delle Belle Arti di Roma, inizia la sua attività negli anni Settanta presso le Sartorie Tirelli e Anna Mode e lavora come assistente ai costumi, tra gli altri, di Piero Tosi, Gabriella Pescucci, Pier Luigi Pizzi. Cultore e studioso di Storia militare, collabora con l'Uffici Storici dell'Esercito e dell' Aeronautica.e, per questi istituti, ha pubblicato numerosi volumi.
Teatrografia
2004 Un, personne et cen milledi F. Però - Il piccolo portinaio di Manfré - La giara di Manfré - 2003 L'etranger di F. Però, L'avaro di G. Lavia2001 Luisa Miller di G. Lavia Teatro San Carlo, Napoli - 2001 Il viaggio di Oreste di F. Però Accademia d'arte drammatica della Calabria - 2000 Lohengrin di F. Però Teatro Regio, Panna - 2000 Edipo Re di G. Lavia T.S.T. Siracusa - 2000 Il Misantropo di G. Lavia Teatro Stabile, Torino - 2000 Sogno di una notte di mezza estate di S. Marcucci Accademia d‘arte drammatica della Calabria
Filmografia
2002 Sospetti 2 di G. Lepre (TV) - 2002 El Alamein di E. Monteleone (Film) - 2002 Mathi/de di N. Mimica (Film) - 2002 Salvo D'Acquisto di A. Sironi (TV) - 2000 Alla rivoluzione sulla due cavalli di M. Sciarra (Film) - 2000 Love and war in t/te apennines di J. K. Harrison (Film) - 2000 Il diario di Matilde Manzoni di L. Capolicchio (Film)
Premi
1984 Premio Jorio - 2003 Globo d'oro - 2004 Globo d'oro
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