Una pluralità di voci per un Teatro partecipe alla vita culturale e artistica della Città.
clicca qui per il cartellone della stagione teatrale 2011.2012 del Teatro India
All'interno della programmazione di quello spazio unico che è India, è possibile trovare un largo spazio dedicato alla "rilettura dei classici" così come un altrettanto forte presenza delle "nuove scritture", tra l'Italia e il mondo, riservando anche, com'è doveroso da parte del primo teatro cittadino, una speciale attenzione alle realtà artistiche presenti nell'area romana.
Con queste premesse, come tappa d'avvio d'un ideale viaggio intorno ai classici, si può individuare
l'allestimento de I masnadieri di Schiller, nella nuova messinscena di Gabriele Lavia per il Teatro di
Roma: una rilettura centrata sull'impiego d'un gruppo giovane che inaugura anche la possibilità di formare una cellula stabile all'interno del Teatro. Sullo stesso binario viaggia il ritorno a Kafka di Giorgio Barberio Corsetti, con il suo nuovo spettacolo itinerante ispirato al Castello, e poi ancora Walter Pagliaro rilegge Euripide, con Alcesti mon amour per Micaela Esdra, pensato come una sorta di partita a quattro in cui tutto è giocato sul filo del rapporto privato tra coniugi.
Particolarmente interessante si presenta la messa in scena del testo bergmaniano Scene da un matrimonio realizzata da Alessandro D'Alatri; Sonia Bergamasco ed Emanuele Trevi, per la regia di Giuseppe Bertolucci con Karenina-prove aperte di infelicità, percorreranno il tentativo di metter in scena "l'idea nel suo farsi" attraverso la genesi di un grande testo tolstoijano.
Il cammino a ritroso verso il classico tocca inoltre la tappa obbligata di Shakespeare (con il Giulio Cesare di Andrea Baracco, in una Roma metaforica fatta di porte e scricchiolii) e, a seguire, Molière (con L'avaro di Arturo Cirillo), Jarry (con l'Ubu Roi di Roberto Latini), Wilde (con un'originale Salomè riletta da Paolo Fallai).
Infine avranno voce tre "nuovi classici" come Robert Walser (con l'adattamento di Jakob von Gunten di
Lisa Ferlazzo Natoli), Fassbinder (con il Sangue sul collo del gatto dell'Accademia degli Artefatti) e
Roberto Bolaño (con La parte di Bolaño: il quinto cavaliere di Pippo Di Marca).
Accanto a questa carrellata nella grande letteratura teatrale (o teatrabile) lungo i secoli, India offre un
assaggio delle nuove possibili scritture per la scena: Saverio La Ruina continua il viaggio con il suo
Italianesi, cronaca sulla prigionia e la difficile costruzione identitaria degli italiani in Albania durante il
regime del secondo dopoguerra; Danilo Nigrelli dirigerà Una cena armena di Paola Ponti, storia quotidiana sullo sfondo della diaspora armena fino alle coste della Puglia. Sarà poi la volta di Massimiliano Civica, regista di Attraverso il furore, alle prese con i sermoni del domenicano Meister Eckhart e le parole del giovane drammaturgo Armando Pirozzi. Una forte valenza sociale e politica avranno il testo di Stefano Massini Donna non rieducabile (ispirato alla figura di Anna Politkovskaja interpretata da Ottavia Piccolo e diretta da Silvano Piccardi) e Muri, prima e dopo Basaglia di Renato Sarti con Giulia Lazzarini.
Sempre nello spazio dedicato alla nuova drammaturgia, Gloria Pomardi dirige Lettera di Dio all'umanità di Franco Arminio, Veronica Cruciani La palestra di Giorgio Scianna, Lucia Calamaro il suo L'origine del mondo. Ritratto di un interno e Roberto Andò Il tredicesimo punto di Sergio Claudio Perroni con
Michela Cescon.
Infine Il Re di Giorgio Prosperi diretto da Giorgio Serafini Prosperi e Lei dunque capirà di Claudio Magris, che rivisita il mito di Orfeo ed Euridice, con la regia di Antonio Calenda.
Un cenno del tutto particolare va fatto a proposte che sono il risultato di progetti articolati, come Gli
innamorati immaginari, ideato e realizzato da Leonardo Petrillo, frutto di un laboratorio che vedrà la
partecipazione di sedici giovani attori, e Sueña Quijano, trilogia scenica ideata da Carlo Quartucci e
Carla Tatò, che presentano la summa del loro lavoro utilizzando la totalità degli spazi di India.
All'interno di questa sezione dedicata ai "progetti" si inserisce Il soffio delle camere d'aria, uno spettacolo del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, scritto da Giuseppe Manfridi e Attilio Marangon per la regia di Roberto Gandini, dove giovani allievi, disabili e non, affronteranno il tema della morte raccontandola ‘malincomicamente'.
A una ricognizione sulla drammaturgia italiana, si affianca uno sguardo a quella internazionale, nella
quale, tra le varie proposte, spiccano un recente capolavoro dell'inglese Alan Bennet, The history boys
(portato in scena da Ferdinando Bruni ed Elio de Capitani) e l'atteso Blackbird di David Harrower, un
testo durissimo su un argomento disumano che, presentato per la prima volta al Festival di Edimburgo sei anni fa, fece gridare allo scandalo, oggi proposto per la regia di Lluis Pasqual, con Massimo Popolizio protagonista. Due esempi importati dalla scena canadese, tra le più brillanti nell'attuale panorama drammaturgico mondiale, sono Incendi di Wajdi Mouawad (regia di Renzo Martinelli) in cui si segue il destino d'una donna alla disperata ricerca del proprio figlio perduto, e Palace of the end, regia di Marco Carniti, in cui la drammaturga Judith Thompson incrocia la tragica storia di un testimone eliminato dal governo inglese ai tempi del conflitto in Iraq a quella di due donne: una soldatessa americana implicata nei fatti di Abu Graib e una madre irakena che va incontro a un insensato martirio.
Uno spettacolo del tutto particolare per concezione e forza multimediale sarà Three mile island,
costruito attorno alla vicenda del meteorologo austriaco Ignaz Vergeiner e alla sua battaglia contro
l'inquinamento nucleare, mentre un posto a parte merita il lavoro degli svizzeri Nicole & Martin con la
loro rilettura delle fiabe dei fratelli Grimm (I Musicanti di Brema e Hänsel e Gretel) in un teatro che
sposa molti elementi circensi.
Infine gli spazi di India ospiteranno la compagnia Belarus Free Theatre con tre lavori: Being Harold
Pinter, uno spettacolo che affronta il tema della violenza nelle sue forme più diverse; Generation Jeans, un monologo sulla cultura dei jeans, sulla musica rock, su quelle che sono diventate icone e simbolo di libertà e Zone of silence uno spettacolo su argomenti di cui non è consentito parlare apertamente nella società bielorussa. Durante la permanenza al Teatro India la compagnia bielorussa terrà un laboratorio teatrale riservato agli allievi dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico ed infine una
mostra fotografica e video sarà occasione per ripercorrere il percorso di questa importante compagnia che per il complesso della sua attività ha ricevuto il Premio dei Diritti dell'Uomo della Repubblica
Francese - unica istituzione culturale a riceverla - e una menzione speciale nella sezione Nuove Realtà del Premio Europa per il Teatro.
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