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LA SCENA
CARATTERE DEI PERSONAGGI PRINCIPALI
Note
di Ennio Flaiano
QUADRO I - New York (Central Park)
Perché New York? Perché i luoghi si spostano, perché New York è la Grecia, Babilonia, Alessandria; perché, se oggi Saffo guarda la luna tramontare, non è più a Lesbo ma a Rowayton o a Westport. E, soprattutto, perché in Italia tutto è ormai turistico, caratteristico, già visto e dissacrato: Perché Giorgio deve sentirsi estraneo.
Un racconto dove domina l'irrazionale e il fantastico, chiede uno stile piano. Le scene hanno bisogno di pause per segnare il passaggio del tempo minimo, il silenzio imbarazzato degli interlocutori.
Liza, nella prima scena, esprime concetti letterari per due ragioni: sta parlando con uno che sa scrittore e nel suo mondo certi concetti sono discussi letterariamente.
Giorgio deve farsi amare - com'è nel suo stile - ma stavolta col sospetto che ci sia una trappola. Perché Giorgio è un italiano che vive in America, in altre parole egli ha già declinato le sue responsabilità - è fuori gioco. Gli piace vivere all'estero perché non si sente coinvolto nella volgarità quotidiana del suo paese. È una faccenda che non lo riguarda. E lui crede di cavarsela scrivendo.
QUADRO II - Westport, chalet in riva al mare
La storia si svolge attorno ad uno chalet posto in riva al mare: una veranda, una distesa di sabbia, il cielo e una sottile striscia di mare. Teatralmente, questa soluzione offre grandi possibilità illusorie: per il particolare tipo di luce e per le ampie prospettive che si aprono all'esterno.
Liza trova in Giorgio una specie di rifugio tranquillo, caldo, familiare, una specie di padre e di maestro. La calma insomma, e l'amore pieno, fisico. Tutto ciò deve essere non detto ma risultare chiaro già dai piccoli gesti. La didascalia, cioè le azioni prive di dialogo contrapposte ai dialoghi fitti e fulminei, sono lo stile, l'elemento peculiare, moderno, di questa commedia.
Le pause, questi particolari silenzi, non dovranno mai risultare come silenzi impacciati degli attori, che vanno da un mobile all'altro, e perdono tempo accendendo sigarette.
Tutta la recitazione di lei avrà in sé una riserva interiore. Non sapremo mai se è diventata cane o se finge.
Il personaggio di Liza non può essere laconico, ma deve essere dato con azioni in apparenza contraddittorie. In una scena completamente "cane", nella seguente, razionale e umana.
Solo così Liza si tiene in piedi e attrae. È stimolante, dubbiosa, piena d'intolleranza e di dolcezze, pronta alla sottomissione e alla rivolta.
Il divertimento che può scaturirne deve essere mantenuto su un piano di farsa inquietante, con un contrappunto di paure, di angosce. Liza intuisce che la sua felicità è nella sua degradazione a cane, e stimola l'uomo a seguirla in questa strada. L'uomo - per debolezza, per amore o per età - si adagia prima in questa proposta, poi s'inquieta e si ribella. Infine - quando Liza cambia - la rimpiange. Anche lui non crede troppo alla vita, alla società e al mondo: cerca un rifugio. Crede di averlo trovato, prima nella letteratura (a New York, lontano dalla patria), poi si accorge che la sua destinazione è Liza.
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