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di Leonardo Petrillo, Giancarlo Brancale, Angela Di Noto
regia Leonardo Petrillo
SPETTACOLO ANNULLATO
con Paola Pitagora e Massimo Wertmuller
e con Nadia Kibout, Emmanuel Dabone, Djibril Kebe, Gaston Biwole
scene Roberto Banci
costumi Sandra Cardini
produzione Neraonda
con il sostegno di Comune di Roma in collaborazione con Zètema - Ministero della Gioventù - ETI
e con il patrocinio di Regione Lazio - Provincia di Roma - Camera di Commercio di Roma - Arma dei Carabinieri - Croce Rossa Italiana - UNICEF - BANCA ETICA
La più feroce e subdola delle guerre è quella combattuta da un invisibile armata: le mine anti uomo. Nascoste sotto terra, come semi d'acciaio, ancora oggi, nonostante il trattato di Ottawa, feriscono o uccidono tra 15.000 e 20.000 persone all'anno, perlopiù innocenti e civili, soprattutto bambini. In un non precisato Paese dilaniato dalla guerra civile, Francesco, medico della Croce Rossa, si trova ad allestire un ospedale in una scuola ormai abbandonata. Qui incontra Claire, giornalista televisiva del posto, che, insieme al suo operatore, Mohammad, gli porta a curare un ribelle catturato e ferito da un ufficiale dell'esercito governativo.
Accanto a loro una suora, che insegnava in quella scuola, convinta di avere ancora vicino a se tutti i suoi piccoli allievi, ed un robot sminatore ormai fuori uso.
Dedicato ai bambini, nella speranza di riuscire, con l'aiuto del teatro, a raccontare come un mondo senza di loro è un mondo senza futuro.
Una storia, come tante, in un non precisato Paese dilaniato dalla guerra civile, un medico, una suora, una giornalista e due guerriglieri incrociano le loro vite in un ospedale da campo allestito in una vecchia scuola abbandonata. Territorio strappato ai bambini e disseminato di mine.
Ognuno porta con se la propria storia: il dramma di Suor Teresa che ha visto morire o mutilare i suoi piccoli allievi, Francesco, medico volontario, che tenta il riscatto della propria vita, la giornalista Rukia che deve decidere se far nascere il suo bambino in quell'inferno. E i guerriglieri, governativo e ribelle, ognuno dei quali convinto della propria causa. Ma la violenza non dà mai soluzione. Nessuna pace, nessun vincitore. La guerra non ha mai ragione. Non esistono armi "buone" o armi "cattive".
E nessuna arma è più accettabile di altre. Invece è certo che le mine antiuomo e le bombe cluster, più di altre, sono armi che colpiscono le popolazioni civili, devastano i territori rendendoli insanabili per decine di anni. Ed è alle vittime di questi conflitti, soprattutto ai bambini, che "Semi d'acciaio" è dedicato, nella speranza di riuscire, con l'aiuto del teatro, a raccontare come un mondo senza di loro è un mondo senza futuro.
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