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di Sarah Kane
regia Iva Milošević
traduzione Olivera Milenkovic
scene Gorčin Stojanović
costumi Maja Mirković
musiche Vladimir Pejković
con
Fedra Mirjana Karanović
Ippolito Ermin Bravo
Strofe Andjelika Simić
Teseo Slobodan Beštić
Dottore Goran Jevtić
Prete Bojan Lazarov
produzione Jugoslovensko Dramsko Pozoriste, Belgrado
spettacolo in lingua serba con sopratitoli in italiano a cura di Raggio Verde s.r.l.
orari spettacolo
giovedì 3 e venerdì 4 febbraio ore 21.00
La scrittura di Sarah Kane riflette su temi come l'amore redentore, il desiderio sessuale, il dolore, la tortura, fisica e mentale, la morte. La straripante intensità poetica del suo lavoro è espressa con linguaggio sobrio e preciso, l'esplorazione di nuove forme teatrali e l'uso della violenza estrema in scena hanno reso la Kane un punto di riferimento degli ultimi decenni.
Questa particolare concezione ed estetica del teatro, con l'ispirazione dell' espressionismo e la tragedia giacobina ha attirato l'interesse della serba Iva Milosevic serbo (regista , tra gli altri, di testi come Shopping and Fucking di Mark Ravenhill, Kasimir and Karoline di Odon von Horvath e Bash di Neil LaBute). La Milosevic si avvicina a Phaedra's Love facendo domande, "dove sono i limiti della nostra tolleranza della sofferenza (...) in una società dei consumi che esalta il culto della giovinezza, della salute e i della felicità "- "Ritengo che tanto Mark Ravenhill quanto Sarah Kane - continua la regista -credessero fermamente nel fatto che la vera emozione sia una e che l'osceno non scaturisca dalla sfera sessuale, ma piuttostodal malessere dovuto al dover sopportare l'altrui sofferenza e solitudine. È questo ciò che è osceno: ciò che ci fa provare disagio. Entrambi si pongono la domanda di come reagire a questi momenti. Entrambi concordano sul fatto che ciò con cui cerchiamo di mascherare quanto si è incrinato in noi stessi è spesso frutto della violenza
fisica o emotiva e tutto ciò è orribile. Sarah Kane è la risposta teatrale alle arti visive degli anni Novanta, alla mostra Saatchi di giovani autori britannici alla quale partecipa anche Damien Hirst con installazioni di animali morti in formaldeide.
Sarah Kane è, pertanto, la risposta teatrale a questo tentativo artistico di osservare la sofferenza e la nostra reazione ad essa, la nostra tolleranza, al microscopio.
Ad osservare inoltre lo spostamento e le nuove traiettorie che tali limiti pongono alla nostra sofferenza e tolleranza. Tutto ciò avviene nell'ambito di una società consumistica che ha il culto della giovinezza, della salute e della felicità."
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