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di Molière
diretto e interpretato da Gabriele Lavia
traduzione di Chiara De Marchi
con
Gabriele Lavia (Argante, malato immaginario)
Pietro Biondi (Dottor Diarreus, medico), Gianni De Lellis (Beraldo, fratello di Argante), Giorgio Crisafi (Buonafede, notaio), Barbara Begala (Antonietta, cameriera), Mauro Mandolini (Professor Purgone, medico di Argante), Vittorio Vannutelli (Dottor Fetus, farmacista), Giulia Galiani (Belinda, seconda moglie di Argante), Andrea Macaluso (Cleante, innamorato di Angelica), Michele Demaria (Tommaso Diarreus, figlio del Dottore e pretendente di Angelica), Lucia Lavia (Angelica, prima figlia di Argante)
scena Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
luci Simone De Angelis
musiche originali Giordano Corapi
Teatro Stabile dell'Umbria, Compagnia Lavia Anagni
"Il malato immaginario", l'ultima opera di Molière, pone a partire dal titolo, due problemi. Due "altrove" dell'Essere: la Malattia e l'Immaginario....
Il titolo è ambiguo e, probabilmente, vela il senso profondo. E' la storia di un Malato (soggetto) Immaginario (predicato), oppure è l'Immaginario (soggetto) malato (predicato)? In fondo basta spostare l'enfasi su una parola piuttosto che un'altra e cambia tutto....
I due grandi filosofi del tempo di Molière sono Cartesio e Pascal che hanno "due visioni del mondo diverse". Cartesio direbbe che il "Malato" è soggetto e "Immaginario" predicato. Pascal, al contrario, direbbe che è l'"Immaginario" soggetto e "malato" predicato.
"Solo il cuore può dare misura e prezzo alle cose", è il famoso pensiero di Pascal. E questo vuol dire che il "valore" di tutte le cose è in "qualcosa" che sfugge alla coscienza e sta nel "cuore"....
Nei "Pensieri", l'opera più importante di Pascal, ce n'è uno, il più lungo, che ha come titolo "Immaginazione". E' proprio in questo "pensiero" che Pascal parla dei Medici e dei Dottori: "Se i Medici non avessero sottane e babbucce, i Dottori non avessero berrette quadrate e toghe ampie quattro volte tanto mai avrebbero ingannato il mondo... Altro principio di errore dell'immaginazione sono le malattie. Esse corrompono il Giudizio e la Percezione... L'uomo è dunque costruito in modo così felice, da non possedere alcun principio giusto del Vero e molti eccellenti principi del Falso. L'uomo non è che un soggetto pieno di Errore Naturale...."
E' evidente, leggendo questo "pensiero", che Molière conoscesse l'opera di Pascal e fosse vicino alla sua filosofia.
Ma leggiamo quest'altro Pensiero di Pascal: "E' pericoloso dire al popolo che le leggi non sono giuste poichè obbedisce ad esse solo perchè le crede giuste.... Perciò bisogna dirgli, in paritempo, che alle leggi bisogna ubbidire in quanto tali, così come bisogna ubbidire ai Superiori non perchè siano giusti, ma perchè sono superiori...."
Nella "Stanza-Mondo" del Malato di Molière c'è una legge assoluta a cui si deve obbedire ciecamente pena la Morte. La Legge del Clistere.
Rifiutare l'"introduzione anale" del Clistere del Professor Dottor Purgone è un "delitto atroce di lesa facoltà".
C'è altro da dire?....
All'alzarsi del sipario del nostro spettacolo vediamo un uomo maturo, ma non vecchissimo, che sta "registrando" su un vecchio magnetofono i resoconti delle sue purghe e dei suoi clisteri imposti dal suo medico curante, il Professor Dottor Purgone.Come una specie di Krapp di Beckett, registra le sue memorie purgativo-clisteriche un uomo solo, irritato, antipatico e violento che passa la sua esistenza tra il letto e il cesso: nella luce fioca di una stanza della malattia dell'Immaginario che diventa specchio del mondo.....
L'Immaginario è il lato oscuro e malato di quest'uomo solo e succube del Potere e del suo edificio ideologico. Il Potere sono i Medici, l'Edificio Ideologico è la Malattia...
Argante vuole segnalare al Potere - medico che lui conduce una vita piena di "senso"... E il senso è la Malattia per la quale "deve" curarsi. Ma noi sappiamo che la Malattia non finirà mai e che i clisteri finiranno alla morte di Argante...
Chi è quest'uomo che si è chiuso in un Immaginario malato? Imprigionato in un proprio "racconto" di se stesso? E' una specie di "Doppio" che non ha a che fare con "se stesso", non è mosso da se stesso ma da un "immaginario, altro da se".
In altre parole: Argante è malato e per questo chiama i medici o è il "Potere" dei medici che ha imposto ad Argante la Malattia dell'Immaginario per poter essere chiamati a esercitare il loro potere? Argante è l'oggetto del desiderio dei medici o sono i medici l'oggetto del suo desiderio?....
La scena del rifiuto del Clistere è rivelatrice. Basterà un piccolo: "Non ora..." per scatenare l'inferno....
La domanda che si pone Argante non è: "che cosa voglio?", ma "che cosa gli altri vogliono da me perchè io sia accettato come me stesso?"...
C'è un solo modo per sfuggire alla tirannia del Potere - medico: imparentarsi con il Potere - medico e far parte della famiglia del Potere - medico. Non avendo un figlio maschio, non resta che la figlia Angelica....
La malattia di Argante è la Vita che come dicevano i Greci è il PERIODOS TANATOFOROS. Un cammino verso la morte. E Molière portava in scena, nel suo corpo, la realtà della sua propria morte....
.... I brani che Argante ascolta dal registratore sono "pezzi" di "Malone muore" di Beckett....
Gabriele Lavia
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