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Serata Händel
prima parte - Come un respiro
seconda parte - InCanto
liberamente ispirato all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
coreografia Mauro Bigonzetti
danzatori Noemi Arcangeli, Saul Daniele Ardillo, Vittorio Bertolli, Angel Blanco, Hektor Budlla, Alessandro Calvani, Vincenzo Capezzuto, Charlotte Faillard, Johanna Hwang, Philippe Kratz, Valerio Longo, Graciela Martinez Arribas, Lisa Martini, Ivana Mastroviti, Anna Petrucci, Giulio Pighini, Andrea Tortosa Vidal, Lucia Vergnano
scene e impianto visivo Angelo Davoli
ideazione costumi Guglielmo Capone
musiche Georg Friedrich Händel
consulenza ed interventi musicali Bruno Moretti
luci Carlo Cerri
Aterballetto, Fondazione Nazionale della Danza, Fondazione I Teatri, Comitato per i 150 anni del Teatro in collaborazione con L'Accademia Filarmonica Romana
Il lavoro di Mauro Bigonzetti prende spunto da episodi dell'Orlando Furioso particolarmente interessanti per un coreografo contemporaneo: l'esplorazione dell'esistenza stessa dell'uomo di ogni tempo. L'amore, la guerra, la precarietà della ragione, la follia, il conflitto eterno, le contraddizioni, dentro e fuori di sé. Un viaggio temporale, ma anche spaziale, che darà risalto all'universalità di questi temi. Come non è casuale il fatto che l'Ariosto sia uno dei letterati italiani più studiati all'estero, anche la scelta musicale per questo lavoro è volutamente eclettica: Weber, Shostacovic, Verdi, Händel. La dimensione locale, ancora una volta, sconfina verso una dimensione immensamente più grande, dove ciò che è specifico, particolare, non ha più importanza.
Al centro di InCanto, personaggi e storie di iperbolica immaginazione quanto di universale umanità, con i conflitti, la precarietà della ragione, la follia, le contraddizioni nel proprio io e nella società, così mirabilmente cantati dall'Ariosto nel suo poema più famoso.
Proprio questa sua straordinaria modernità non poteva non colpire la sensibilità e l'interesse di un artista e coreografo quale Mauro Bigonzetti, per il quale, come ha scritto, «quei sentimenti, che arrivano a coincidere con le passioni e quelle passioni che esercitano il loro potere sulla ragione, sono lo stimolo a continuare sempre un lavoro di ricerca verso le possibilità che ha il corpo di esplorarli e di ritrasmetterli, di evidenziare quelle caratteristiche che ci rendono tutti così terribilmente uguali, tutti immagini diverse di quell'unica natura umana che rende le nostre infinite diversità una grande unità.»
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