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Festa di Famiglia
Mitipretese
Dopo l'esperienza di Roma ore 11, uno spettacolo con un impianto di teatro/racconto che si basava fortemente sulla testimonianza, avevamo voglia di continuare a lavorare ancora insieme, ma questa volta, sulla scrittura della messa in scena. Abbiamo immediatamente convenuto che la violenza sulle donne era uno dei temi che ci stava più a cuore. Ogni giorno avviene in Italia l'assassinio di una donna ad opera di un familiare: marito, fidanzato, padre, fratello. E' proprio nel nucleo fondante della nostra società, nell'intimità della famiglia, che si perpetrano violenze inaudite e indicibili ai danni degli esseri più deboli, siano essi donne, anziani, bambini. Un fenomeno molto spesso sottaciuto, invisibile, non reso manifesto, e proprio per questo vicinissimo alla nostra quotidianità. Ed infatti, dovremmo prendere coscienza del fatto che tutto ciò riguarda ognuno di noi, e quindi interrogarci seriamente su cosa sono oggi le donne e gli uomini e su quali modelli di donna e di uomo ci stiamo ripiegando. Non è compito del teatro trovare soluzioni, ma raccontare storie che assomiglino alla Storia di cui tutti facciamo parte. Da qui nasce il nostro progetto teatrale: frutto di una riflessione avvenuta dopo aver considerato l'opportunità di staccarsi dalla cronaca, di uscire dallo schema dell'istant drama per andare su un terreno più schiettamente drammaturgico, e dopo aver valutato come il tema che volevamo trattare avesse radici molto lontane, quasi primitive. Pertanto, siamo andate alla ricerca di un autore italiano che avesse già "messo le mani" nelle dinamiche intricate della famiglia, di quel luogo dove nasce e si concretizzano la maggior parte delle violenze sulle donne. Eravamo alla ricerca di un autore che avesse parlato della costrizione dei ruoli, delle convenzioni sociali, dei rapporti di genere, del gioco delle parti. Ed è qui che ci è venuto incontro Pirandello, padre del nostro teatro borghese, che nel secolo scorso sulla famiglia e sulle relazioni problematiche uomo-donna ha fondato gran parte della sua riflessione.
Abbiamo riletto i suoi testi, non soltanto quelli teatrali, constatando come tutti siano gravidi dei rapporti conflittuali che nascono all'interno della famiglia, dei ruoli, dei tradimenti per raccontare una storia contemporanea: un punto di vista sulla famiglia che sembra superato per la nostra società così evoluta, ma che invece rispecchia ancora fedelmente quello che siamo (uomini e donne). Dai testi pirandelliani abbiamo isolato le scene che ci sembravano centrate sul nostro tema, abbiamo scambiato le battute tra i personaggi, abbiamo cambiato genere ai personaggi, abbiamo costruito un nuovo personaggio da due, tre già esistenti. Abbiamo creato da quelle storie una sintesi, una nuova storia che si riferisse a una famiglia sola, un gruppo composto da una madre, tre figlie e due compagni delle figlie in una situazione di festa, e man mano che leggevamo, trovavamo materiale che "raccontava" qualcosa di più della cruda violenza, vale a dire le dinamiche, gli intrecci dei rapporti. Iniziando da alcune scene guida abbiamo lavorato per costruire, attorno all'occasione di una festa di famiglia, il nostro testo.
Per affrontare un autore così complesso avevamo bisogno di una guida speciale. Nostro insegnante in Accademia, grande conoscitore di Pirandello e maestro di ironia, Andrea Camilleri ci è sembrato la persona più adatta a cui chiedere consiglio. Con nostra grande gioia è nato invece un progetto comune, un vero e proprio sodalizio.
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