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e della Comunicazione
Cadmo
Associazione Culturale
le vie dei festival 2009
sedicesima edizione
18-27 settembre - Teatro India
comunicato stampa
Prende il via il 18 settembre la XVI edizione de Le vie dei Festival, la manifestazione ideata e curata dall'Associazione Cadmo, con il sostegno dell'Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma, che si terrà fino al 27 settembre al Teatro India, in collaborazione con il Teatro di Roma.
Festival dei festival, che da sedici anni presenta a Roma il meglio del teatro visto nelle manifestazioni dell'estate, Le vie dei festival ha sempre espresso una spiccata vocazione internazionale, ospitando per la prima volta artisti oggi unanimemente considerati maestri della nuova scena mondiale, da Eimuntas Nekrosius a William Kentridge e Alain Platel, fino ad Alvis Hermanis, protagonista della scorsa edizione con due emozionanti creazioni. Vi hanno inoltre trovato spazio alcune delle esperienze più innovative di questi anni, quelle che maggiormente interrogano la forma del teatro che verrà, come l'intrecciarsi di cinema e teatro nel newyorkese Big Art Group di Caden Manson, la poetica scrittura drammaturgica dell'iraniano Amir Reza Koohestani, la danza energica della coreografa islandese Erna Omarsdòttir. Da mettere a confronto naturalmente con un teatro italiano altrettanto ricco di fermenti, sia che guardi alla "tradizione del nuovo" con Pippo Delbono, Scimone e Sframeli, Societas Raffaello Sanzio, Tiezzi e Lombardi, sia che si apra alle ultime generazioni della scena.
Se quest'anno Le vie dei festival - diretto da Natalia Di Iorio - ha scelto di fermare lo sguardo sul panorama italiano, non è certo per rinnegare la sua vocazione internazionale, ma per la ferma volontà di testimoniare di quel nuovo teatro che da più di quarant'anni ha saputo imporsi per forza espressiva e capacità di rinnovamento, rappresentando un vero unicum sulla scena europea. Questa scelta è anche la rivendicazione di un valore, il segno di una vicinanza nel momento in cui la stretta economica sembra rendere ancora più incerta la vita del teatro.
Non è un caso che il festival apra, il 18 settembre, con un omaggio a Leo de Berardinis, a un anno esatto dalla morte di colui che è stato nel suo esemplare percorso artistico non solo un rigoroso innovatore, ma con altrettanta convinzione, un maestro di arte e vita. E il modo migliore di onorarlo non può essere che quello di rivederlo sulla scena, seppure nella forma mediata dallo schermo; di ascoltare la sua voce, di tornare alle origini di un processo creativo che ha sempre visto nella "sperimentazione" non una fase ma l'oggetto stesso della pratica artistica. Il festival presenta alle ore 20.00 il film A Charlie Parker, realizzato nel 1970 da Leo e Perla Peragallo, e a seguire, alle ore 21.30, la versione televisiva del 1998 di Totò Principe di Danimarca, trasposizione di uno degli spettacoli di maggior successo dell'artista. La serata nasce grazie anche all'impulso della figlia Carola che ha curato in prima persona la scelta dei materiali presentati.
Al centro di questa edizione del festival si pone un confronto fra generazioni diverse del nostro teatro; tra chi, come la Socìetas Raffaello Sanzio, si è da tempo imposto fra i protagonisti della scena internazionale o come Motus ha già varcato con successo i confini nazionali e chi sta ancora maturando il proprio percorso espressivo, ma già rivela personalità e rigore.
E fondamentale per la realizzazione della manifestazione si è rivelata la disponibilità del Teatro India che, per sua stessa struttura, offre la possibilità di presentare parallelamente su più palcoscenici, al chiuso e all'aperto, diversi spettacoli.
Il festival vuole confermare inoltre la sua costante sensibilità verso un pubblico che voglia confrontarsi con tematiche e linguaggi attuali e mantiene invariato il prezzo dei biglietti a 15 euro con una riduzione a 12 per i più giovani; prevede una carta/abbonamento a tutti gli spettacoli a 50 euro e molti appuntamenti ad ingresso gratuito.
Il programma
Dopo l'apertura con l'omaggio a Leo de Berardinis, sabato 19 e domenica 20, alle 21.00, prende il via il progetto dedicato a Motus con X(ics) racconti crudeli della giovinezza>>X.4 Napoli in una versione all'aperto appositamente ideata per Le vie dei festival. Lo spettacolo è parte del progetto avviato dal gruppo a partire dal 2007 sul tema dell'adolescenza nelle periferie delle città italiane ed europee e sviluppato con successive rielaborazioni in dialogo con i luoghi che l'hanno ospitato: Romagna, Francia, Germania, Napoli. ll viaggio intrapreso da Motus indaga il terreno del consumo dei corpi, il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, i mutamenti che questo comporta nell'individuo, nelle sue passioni, nel suo rapporto con gli oggetti e con il mondo. Motus ha scelto lo sguardo in movimento di Silvia che, spostandosi sui pattini come un messaggero-guida, vive e abita gli spazi interpretandone ogni respiro. A sottolineare la matrice europea del progetto (è lungo l'elenco dei festival che l'hanno ospitato: da Theater der Welt a VIE Modena a Temps d'Images-Québec) verranno inoltre proposte, alle ore 19.00, le versioni video dei Racconti Crudeli della Giovinezza realizzate in Francia e in Germania e, alle 22.00, nelle due serate, la video-installazione Run, proiettata sulla facciata esterna del teatro. Nella saletta video India In, domenica 20 alle ore 19.00, verrà invece proposto (Ics) Note per un film, luoghi e paesaggi di una città lineare che va da Cattolica a Ravenna. Un'altra parte di materiali ha invece dato origine alla video-installazione, Playground, realizzata con il collettivo romano di videomakers Aqua Micans, che viene ospitata alle 20.00 nello spazio bar del teatro, insieme - solo domenica 20, a partire dalle 22.30 - a un concerto dei Roca Luce, gruppo di giovanissimi napoletani nati e cresciuti sotto il segno del Progetto Punta Corsara.
Lunedì 21 e martedì 22, Egumteatro, compagnia diretta da Virginio Liberti e Annalisa Bianco, propone nella stessa serata, con loro regia, due lavori frutto di un concreto confronto tra due "generazioni" di artisti toscani provenienti dai festival OpenCity09 di Scandicci e Voci di Fonte di Siena. Con i senesi Lalut, presenta Questa sera si recita la nostra fine, tre atti unici di Pirandello: Sogno ma forse no, All'uscita, L'uomo dal fiore in bocca (ore 20.00); con i fiorentini Gogmagog, Aspettando Godot di Beckett (ore 22.00)
Giovedì 24 e venerdì 25 Orthographe si alterna con Narramondo Teatro. Il primo gruppo - sempre più spesso presente nei cartelloni di prestigiosi festival internazionali - si identifica nel lavoro di ricerca intrapreso da diversi anni da Alessandro Panzavolta sulla camera ottica come oggetto. Lo spettacolo Controllo remoto (giovedì 24 alle ore 22.00 e venerdì 25 ore 21.00) interroga l'immaginario che nasce e si sviluppa sull'argomento della guerra: ne deriva un viaggio visivo tra i panorami bellici di epoche diverse con immagini scandite da un andamento regolare e rarefatto che prendono vita grazie al movimento fluttuante dello schermo sul quale sono proiettate. Coprodotto con Inteatro di Polverigi, Controllo remoto sarà in anteprima nazionale a Le vie dei festival, dopo aver debuttato ai primi si settembre al Rotterdamse Schouwburg Festival.
Narramondo Teatro è una giovane compagnia formatasi a Genova da un gruppo di attori diplomati al Teatro Stabile. Il loro Ritorno a Haifa (visto nei festival piemontesi Teatro Epico e Giovine Italia) è tratto dall'omonimo romanzo di Ghassan Kanafani - tra i maggiori intellettuali arabi contemporanei - che ci parla di due diaspore: quella palestinese e quella ebraica. Infatti la coppia di coniugi tornata dopo vent'anni di esilio a rivedere la propria la casa di Haifa, vi incontra i nuovi residenti: una famiglia di ebrei polacchi scampati ad Auschwitz. La regia è di Carlo Orlando, anche in scena con Eva Cambiale (giovedì 24 alle ore 21.00 e venerdì 25 alle ore 22.00).
Sabato 26 (ore 20.00) e domenica 27 (ore 19.00) si potrà assistere allo spettacolo di Teatro Sotterraneo una delle formazioni più promettenti della nuova scena italiana, sostenuta dal progetto Fies Factory/One. Il collettivo fiorentino è costituito da quattro performer e un dramaturg provenienti da una pluralità di ambiti disciplinari che spaziano dalla performing art, dall'arte scenica, dalla video-arte, al cinema e alla musica. A Le vie dei festival presenteranno il 1° Episodio di Dies irae un lavoro pensato come catalogo, archivio di reperti e segni sepolti da stratificazioni geologiche che mette al proprio centro l'analisi di tracce di sangue su una scena del crimine (dai festival Genio fiorentino, InteatroFest, Drodesera Fies, Opera Estate di Bassano).
La chiusura del festival è affidata a Mòra compagnia di ballo della Socìetas Raffaello Sanzio, diretta da Claudia Castellucci, che torna a Le vie dei festival dopo il successo riportato negli anni passati con i "balli" della Stoa. Mòra presenta Homo turbae, interpretato da otto danzatori di formazione classica, ispirato a L'uomo della folla di Edgar Allan Poe, un racconto sull'osservazione della massa indistinta e amorfa che invade le città. Continuamente nuove persone si danno il cambio nelle ore e nelle ere. L'unico a resistere in questo moto che tutto travolge è il genio maligno, come lo chiama Poe, il volto sempre uguale di un gorgo senza fondamento. La musica che forma e riveste ogni passo del ballo è tratta dall'opera per organo di Olivier Messiaen, integrata dalla tessitura di Scott Gibbons. La cura delle luci è di Romeo Castellucci (sabato 26 ore 21.00 e domenica 27 ore 18.00). A completare la sezione dedicata al gruppo di Cesena - già ospite dei festival delle Colline Torinesi e Waves Festival Cantabile Vordinborg in Danimarca - sono in programma Il regno profondo, sermone drammatico scritto e letto da Claudia Castellucci (venerdì 25 alle ore 20.00) e Black Fanfare, un concerto del giovanissimo Demetrio Castellucci (sabato 26 ore 22.30).
Le vie dei festival propone infine, in collaborazione con la rivista Art'O_cultura e politica delle arti sceniche, (che venerdì 25 alle ore 19.00 presenterà nella Sala India In il suo ultimo numero) un momento di riflessione dedicato al tema Fare un festival, a cura di Gianni Manzella. Artisti e organizzatori potranno interrogarsi e confrontarsi sul significato attuale e sulle ragioni della creazione di un festival, sul modo di costruirlo, sulle energie creative che coinvolge, sui possibili modelli organizzativi, sulle esperienze cresciute fuori dai confini nazionali. L'incontro si terrà nella giornata di sabato 26 dalle 10 alle 17.
con cortese richiesta di pubblicazione
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