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Cyrano di Rostand è un testo complesso e ingannevole. Evoca una tradizione di teatro popolare, ricco di enfatica spettacolarità. Allude a una convenzione teatrale infarcita di luoghi comuni, quasi fosse un melodramma. Nei mesi di preparazione allo spettacolo, lavorando con Massimo Popolizio, ci siamo detti da subito che tutto questo non andava preso alla lettera. Siamo partiti dal mettere in discussione alcuni snodi del testo: cosa succedeva se si eliminavano i mondi che costellano la figura di Cyrano? La società composita del primo atto, la rosticceria con i cuochi, la folla, i giornalisti del secondo atto, la carrozza e le surreali vivande dell'accampamento militare, il convento del quinto atto?
Cyrano si staglia come figura di poeta utopista e rivoluzionario, uomo solo in lotta contro la volgarità e ipocrisia. Nel Cyrano che stiamo realizzando il testo viene quindi messo alla prova. Gli altri personaggi, staccati dal loro ambiente, si trovano ad agire con maggiore concretezza di rapporti, essenzializzati in una serie di scene in cui prevale la mutevole rapidità dell'emozione e del pensiero. Assecondando questa linea di contatto col testo, è emersa una diversa logica compositiva, fondata sul personaggio stesso di Cyrano, centro luminoso, provocatore e artefice di un diverso immaginario. Cyrano, allontanato dal contesto tardoromantico in cui lo ha collocato Rostand, ci indica altri percorsi esistenziali e spirituali. Questi abbiamo inseguito nel nostro spettacolo. Siamo tornati al personaggio storico di Savinien de Cyrano. L'importanza della sua figura e della sua opera è stata indicata con precisione da Italo Calvino nella sua lezione su "La leggerezza". Per Calvino, Cyrano è il campione di un poetica della leggerezza che toglie l'uomo dalla condanna alla forza di gravità. Cyrano è il primo scrittore del mondo moderno capace di trasformare fantasticamente l'universo inventando sei modi di "violare l'azzurro" e viaggiare sulla luna.
"In pagine in cui l'ironia fa velo a una vera commozione cosmica, Cyrano celebra l'unità di tutte le cose, inanimate o animate, la combinatoria di figure elementari che determina la varietà delle forme viventi, e soprattutto rende il senso della precarietà dei processi che le hanno create: cioè quanto poco è mancato perché l'uomo non fosse l'uomo, e la vita la vita, e il mondo un mondo." Nel testo che stiamo mettendo in scena, molto rielaborato rispetto all'originale di Rostand, la "leggerezza" viaggia attraverso l'agilità del verso. La centralità è della parola: il verso condensa le verità emotive, va aperto per rendere concrete le situazioni e le trasformazioni continue dei pensieri dei personaggi. Richiama a sé una precisione indispensabile legata alla sua musicalità. Il verso in qualche modo è Cyrano, acrobata del pensiero e della parola più che della spada e del cappello col pennacchio. Detto tutto questo credo rimanga da porsi una domanda non retorica: che cosa resta della Commedia Eroica di Rostand? C'è eroismo in Cyrano? O piuttosto la sua figura e la sua vicenda ci parlano oggi della impossibilità di un eroismo che si realizzi in modo compiuto, del fallimento di un eroismo obbligato ad una esasperata individualità e alla solitudine di una assurda perfezione? Non ci troviamo, all'opposto, di fronte a un personaggio in lotta contro un destino tragicomico?
Nel testo originale, il tragicomico invade tutto: a vari livelli e in varie situazioni e modi, a partire dalla scommessa con Cristiano. L'esperimento proposto a Cristiano nel secondo atto "Vuoi fare con me una sola persona completa?" segna il punto di non-ritorno. Per Cyrano è un esperimento esaltante, forse l'unico che può tentare. Probabilmente è qui, nel patto con Cristiano, che la scommessa del poeta Cyrano origina il proprio dramma tragicomico, nella proposta "Facciamo di noi due un eroe da romanzo": la conquista dell'amore di Rossana è sentita come accadimento letterario, contiene già in sé un fallimento esistenziale. Dietro la Commedia eroica viene alla luce un contenuto che ci parla della grandezza e dell'imperfezione dell'essere umano, dei suoi sentimenti e tentativi di travalicare la sua essenza naturale. Una commedia di pensiero, fatta di rapidità, in cui vita immaginaria e concretezza delle situazioni sono fuse insieme, nello spazio del palcoscenico.
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