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Teatro India
23 – 28 novembre 2021
Veronica Cruciani / Federica Fracassi
LA FEBBRE
di Wallace Shawn
produzione Teatro e Società e Teatro di Roma - Teatro Nazionale
con la collaborazione di Amat e Comune di Pesaro
traduzione Monica Capuani
regia Veronica Cruciani
con Federica Fracassi
scene Paola Villani, video Lorenzo Letizia, luci Omar Scala, drammaturgia sonora John Cascone
collaborazione luci Gianni Staropoli, assistente alla regia Virginia Landi, foto Laila Pozzo
orari prima ore 21, da mercoledì a domenica ore 19
durata 80’
GREEN PASS obbligatorio
Dal 23 al 28 novembre al Teatro India, sala B, va in scena lo spettacolo La febbre dal testo di Wallace Shawn, con Federica Fracassi e la regia di Veronica Cruciani, un'elaborata denuncia del capitalismo globale, feroce e ironicamente divertente, per bocca di una donna benestante, consapevole di ogni paradosso, mentre guarda indietro alla sua vita agiata resa possibile dalla povertà degli altri.
La protagonista è una viaggiatrice senza nome che si trova in un albergo di un paese povero e lontano dove è in corso una rivolta. Lei sta vivendo la propria guerra civile, ha una febbre che la fa rabbrividire e sprofondare in una più profonda nausea esistenziale. Fino una rivelazione improvvisa e fulminante: la sua presunzione, i suoi privilegi di persona liberale, istruita e benestante si basano sulla miseria che altre persone vivono nel mondo. La malattia è il capitalismo stesso.
Testo in forma di monologo, La febbre descrive le allucinazioni, i deliri, i barlumi di verità vissuti da una persona privilegiata alla ricerca di risposte. Tutto ha un prezzo? Le persone? Uccidere? Cosa ci dà il diritto di stare meglio dei poveri? Perché insistiamo nel chiedere il meglio per noi stessi e i nostri figli, quando le altre persone non hanno quasi nulla? Queste sono le domande, che molti di noi nella vita cercano di ignorare. Shawn nel suo testo riesce a parlare in maniera incisiva e profonda della nostra relazione con il nostro mondo, la nostra ricchezza. Nello spettacolo di Cruciani, come accade quando si ha la febbre, ciò che è stato discusso passerà e tutto tornerà alla normalità, al sicuro.
“La protagonista de La febbre attraversa numerosi livelli di lucidità e sprofondamento nel suo incubo.
La scena ripercorre questi stessi livelli, mostrandoci una donna capace di porsi, e lucidamente porre al pubblico, le domande che la attraversano. Allo stesso tempo parlarci del delirio che la inghiotte.
Esiste dunque un “fuori” dall'incubo, in cui l'attrice è presente su palco, elegantemente vestita, e apparentemente lucida. E un “dentro”, in cui la scena è quella del pavimento di un bagno. La donna, protagonista e borghese, non parla distesa sulle morbide lenzuola di un letto d'albergo, ma, per assoluto contrasto, la troviamo nella parte più squallida della sua febbre, nel luogo che annienta i privilegi del lusso e del denaro, mentre si trova abbracciata ad un water del bagno di quello che possiamo intuire come un albergo, e si stende nella vasca, come a simulare il letto che le forze non le bastano a raggiungere”
Regista e attrice, diplomata alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, Veronica Cruciani nel 2003 interpreta e dirige insieme ad Arturo Cirillo il monologo Le nozze di Antigone (premio Oddone Cappellino e segnalato al premio Riccione), scritto per lei da Ascanio Celestini. Nel 2004 fonda la Compagnia Veronica Cruciani, con cui conduce un’indagine sul rapporto fra memoria e drammaturgia contemporanea. Nel 2008 con Il ritorno di Sergio Pierattini, di cui è regista e produttrice, vince il Premio della Critica per il miglior testo italiano. Nel 2011 produce e dirige La palestra di Giorgio Scianna e nel 2012 Peli di Carlotta Corradi. Nello stesso anno vince il Premio Hystrio-ANCT dell’Associazione Nazionale dei Critici italiani «per lo sguardo, antico e moderno al tempo stesso, con cui ha saputo leggere splendidamente luci e ombre della realtà del nostro tempo». Nel 2015 è prodotta dal Teatro di Roma firmando la regia del Preamleto di Michele Santeramo con Massimo Foschi e Manuela Mandracchia e dal Teatro Carcano di Milano per la regia di Due donne che ballano di Josep Maria Benet con Maria Paiato e Arianna Scommegna. Nel 2017, debutta con “Accabadora” di C. Corradi con Anna della Rosa tratto dal romanzo di Michela Murgia e nello stesso anno firma la regia di “Quasi Grazia” testo di M. Fois con in scena Michela Murgia nella parte di Grazia Deledda. Molto attenta alla formazione dell’attore ha insegnato recitazione e regia alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, Officina della arti Pier Paolo Pasolini della Regione Lazio, Accademia Padiglione Ludwig, Step Brancaccio. Dal 2013 al 2019 è stata direttrice artistica del Teatro Biblioteca Quarticciolo del Comune di Roma.
Interprete sensibile alle nuove drammaturgie, votata alle scritture più visionarie, feroci, poetiche degli ultimi anni, Federica Fracassi fin dagli esordi disegna un percorso indipendente nel panorama del teatro di ricerca. Si forma giovanissima alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e segue il lavoro di Carmelo Bene, Luca Ronconi, Thierry Salmon, Romeo Castellucci, Cesare Ronconi.
Fonda insieme al regista teatrale Renzo Martinelli la compagnia Teatro Aperto, oggi Teatro i. È protagonista di innumerevoli produzioni della compagnia.
In teatro ha lavorato tra gli altri con Teatro Valdoca, Valerio Binasco, Valter Malosti, Antonio Latella, Luca Micheletti, Sonia Bergamasco, Motus, Fanny & Alexander, Andrea Chiodi e ha ricevuto numerosi premi come miglior attrice protagonista: Premio Ristori, Premio Olimpici del Teatro, Premio della Critica, Premio Franco Enriquez, Menzione d’onore e Premio Eleonora Duse, Premio Ubu, Premio San Ginesio all’arte dell’attore, Premio Maschere del Teatro Italiano e Premio Hystrio 2021 all’interpretazione.
Al cinema esordisce nel 2010 in Happy Family di Gabriele Salvatores, seguono, tra gli altri, Bella addormentata di Marco Bellocchio e Un giorno devi andare di Giorgio Diritti (2012), Il capitale umano di Paolo Virzì (2014), Antonia di Ferdinando Cito Filomarino (2014), La vita oscena di Renato De Maria (2014), Sangue del mio Sangue di Marco Bellocchio (2015), Pagliacci di Marco Bellocchio (2016), Gli sdraiati di Francesca Archibugi (2017), Benedetta follia di Carlo Verdone (2018), Radioactive di Marjane Satrapi (2018), Mi chiedo quando ti mancherò di Francesco Fei (2019), Supereroi di Paolo Genovese (2019). È una delle protagoniste della serie tv Luna Nera, prodotta da Fandango e Netflix e partecipa a Tutta Colpa di Freud su Amazon Prime. Lavora a un ampio progetto ibseniano coprodotto da Teatro Franco Parenti/Ctb/I Guitti con il regista Luca Micheletti. È protagonista di un avvincente percorso che attraversa l’opera di Giovanni Testori: partendo dai Tre Lai incarna la regina Erodiàs, in entrambi i casi diretta da Renzo Martinelli e nel 2019 è La Monaca di Monza diretta da Valter Malosti. Nella stagione 2019/2020 è Cassandra in Ecuba di Marina Carr e in Troiane di Euripide, adattamento di Angela Demattè, entrambi per la regia di Andrea Chiodi. Nella stagione 2020/2021 è interprete insieme a Michele Di Mauro di Le sedie di Eugène Ionesco, per la regia di Valerio Binasco. Nel 2020 avvia un percorso radiofonico con Radio3 con Andrea Liberovici per i programmi Maestranze e Maestranze digitali. Per Teatro i è ideatrice e conduttrice del format Emersioni–Dialoghi tra attrici.Collabora come attrice e modella alle sfilate e agli spettacoli di Antonio Marras.
Ufficio stampa Teatro di Roma – Teatro Nazionale | Francesca Venuto ufficiostampa@teatrodiroma.net
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