Uomo senza meta – Versione 1.0
di Arne Lygre
traduzione Graziella Perin
regia Giacomo Bisordi
con Francesco Colella, Aldo Ottobrino, Monica Piseddu, Anna Chiara Colombo, Camilla Semino Favro, Giuseppe Sartori
costumi Anna Missaglia
luci Vincenzo Lazzaro
assistente alla regia Angelo Galdi
I diritti dell'opera UOMO SENZA META di Arne Lygre sono concessi da
Colombine Teaterförlag, Stoccolma, in collaborazione con Zachar International, Milano
info e orari
ore 21.00
biglietti
posto unico 5€
“E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa.” Matteo 16,18
Si apre al pubblico per un primo momento di confronto il cantiere artistico di Giacomo Bisordi, a lavoro con il suo cast su L’Uomo senza mèta, prossima produzione del Teatro di Roma, che debutterà in autunno. Un affaccio su un percorso di creazione in corso, in cui potremo ascoltare in anteprima il testo grazie alle voci di coloro che lo stanno plasmando in vista di ottobre, quando vivrà sulla scena nella sua versione completa.
Giocare una partita a monopoli è il modo migliore per avvicinarsi a Uomo senza mèta. Il gioco da tavolo per definizione lo si può considerare a tutti gli effetti un corso accelerato di capitalismo. Proprietà, trattative, case, alberghi, debiti, ipoteche - un capitalismo novecentesco, certo, ma identico allora come oggi nella sua tossicità emotiva: depressione per l’agonia che accompagna la perdita; euforia isterica ed ingorda nel caso di una possibile vittoria. Uomo senza mèta vive di questa tossicità: Peter, un imprenditore pieno di progetti e iniziative, decide di fondare una nuova città sui terreni incontaminati di un fiordo norvegese. Trent’anni dopo, la città è nel pieno del suo sviluppo e accanto a Peter si riuniscono quelli che sembrano essere i suoi affetti: una ex-moglie, una figlia ed un fratello. Cos’è successo in questo lasso di tempo? E perché i familiari di Peter sembrano non avere memoria? Nuova produzione del Teatro di Roma, la drammaturgia di Arne Lygre intreccia microsaga familiare, dissezione anatomica dei nostri sentimenti in tempi di neoliberismo trionfante e crudele favola politica: “Il tempo non è così importante - ci si conosce all’istante oppure non ci si conosce affatto”.
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